La battaglia del Nilo

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La battaglia del Nilo

Quando in Gran Bretagna giunse notizia che la flotta francese stava salpando da Tolone, l'Ammiragliato inglese decise di armare un distaccamento della Royal Navy con l'incarico di dare la caccia alle navi nemiche e di catturarle. Il comando della flotta fu affidato al giovane Contrammiraglio Sir Horatio Nelson che il Conte Spencer, Primo Lord dell'Ammiragliato, aveva definito "a natural born predator", "un predatore nato".

La flotta assegnata a Nelson era inferiore a quella francese sia dal punto di vista numerico sia da quello della stazza delle navi e del numero dei cannoni, ma era molto più addestrata e coesa. Con essa, il Contrammiraglio veleggiò verso l'isola di Malta, fermando e interrogando tutti i navigli avvistati e giungendo a destinazione poche ore dopo che la flotta francese se ne era allontanata.

Raccolte le testimonianze degli abitanti dell'isola, il Contrammiraglio iniziò a sospettare che Bonaparte mirasse ad assediare Alessandria, così da impadronirsi dell'Egitto, assicurarsi il controllo della rotta orientale e sferrare un decisivo attacco alle colonie inglesi in India.

Ruotò, quindi, il timone verso Alessandria, dove giunse il 29 giugno 1798, senza trovarvi la flotta nemica. Era, infatti, arrivato prima dei francesi. Decise, allora, di proseguire l'inseguimento nel Mediterraneo orientale, veleggiando verso il Bosforo.

Poche ore dopo che gli inglesi erano salpati da Alessandria, lo stesso 29 giugno, vi giunsero i francesi e Nelson li mancò per un soffio.

Non avendo trovato traccia della flotta nemica neppure nel Bosforo, Nelson tornò indietro e si diresse a Siracusa. Fu proprio nella città siciliana che, il 29 luglio 1798, esattamente un mese dopo che le due flotte, a poche ore di distanza l'una dall'altra, erano attraccate ad Alessandria, venne a sapere che Napoleone Bonaparte era arrivato in Egitto. Diede, quindi, ordine di navigare verso est, di nuovo in direzione di Alessandria, per acciuffare l'inafferrabile e fortunato nemico che pareva sfuggirgli di mano come un'anguilla.

Fu durante la traversata da Siracusa ad Alessandria che la Royal Navy avvistò la nave dello Sfregiato del Mediterraneo che, invece, veleggiava verso nord ovest, dall'Egitto alla Francia. Desiderando interrogare l'equipaggio, Nelson ingiunse alla nave di accostarsi e, quando questa non ottemperò, pensò che si trattasse di una fregata della regia marina francese camuffata da mercantile e diede ordine di fare fuoco.

I contrabbandieri furono, così, sconfitti e i superstiti catturati mentre André fu tratto in arresto con l'accusa di spionaggio.

– Vi giuro, Signore, che è la verità! – disse André mentre era sottoposto a interrogatorio nel cassero della HMS Vanguard – Ho trovato delle missive nella tenda del Generale Bonaparte che provano il coinvolgimento del Duca d'Orléans nello scoppio delle ostilità fra la Gran Bretagna e la Francia. Il Duca d'Orléans, insieme a un suo complice, il Conte di Compiègne, con lettere falsificate e un'infinità di calunnie, ha fatto credere a Re Giorgio III che la Regina Maria Antonietta era intenzionata a invadere la Gran Bretagna e che il Conte di Canterbury, un congiunto di mia moglie, è un traditore. Non pago di tutto ciò, il Duca d'Orléans, ha anche tentato di agganciare il Generale Bonaparte per manovrarlo.

– In poche parole, Conte di Lille, Voi stareste accusando il cugino del Vostro Re, un Principe di sangue reale, di essere un sobillatore e il mio Re di essere uno sciocco – lo interruppe Sir Horatio Nelson.

– Il Duca d'Orléans è un manipolatore e un maestro nell'arte degli intrighi – si schermì André – Chi cede alle lusinghe di lui non è uno sciocco.

– Conte di Lille, tagliamo corto – sbottò il Contrammiraglio con impazienza – Quello che avete finora detto mi dimostra soltanto che un congiunto di Vostra moglie è un traditore e che Voi siete un ladro di corrispondenza altrui.

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