Siria amara

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Siria amara

Il 5 febbraio 1799, un esercito di tredicimila uomini lasciò l'Egitto alla volta della Siria.

Oscar si unì ai soldati, fedele ai suoi propositi di portare a termine la missione, affidatale dalla Regina, di pedinare Bonaparte e di capire, una volta per tutte, cosa fosse successo ad André.

L'umore degli uomini, da quando, sei mesi prima, erano sbarcati in Egitto, era altalenante. Le lunghe marce nel deserto, inasprite dal clima torrido e funestate dalle sortite omicide dei combattenti nemici, avevano spesso portato alla disperazione i soldati, spingendoli, più di una volta, sull'orlo dell'ammutinamento. Le battaglie vinte, da cui erano conseguiti i bottini e le prospettive di futuri, ulteriori saccheggi, li avevano, invece, esaltati. Napoleone fronteggiava quegli opposti stati d'animo minacciando – e, talvolta, mettendo in atto – punizioni esemplari per scoraggiare i tentativi di ribellione e infervorando i cuori, con spirito patriotico e miraggi di arricchimento e di scalata sociale, quando le cose volgevano al meglio.

La marcia in Sinai e in Siria si rivelò subito foriera di patimenti e di difficoltà. Il caldo torrido fiaccava la resistenza di quei nordeuropei avvezzi a climi molto più miti. Il sole bruciava la pelle e abbacinava la vista mentre la sabbia irritava gli occhi di quei disgraziati e si insinuava nelle loro gole già riarse dalla sete, graffiandole crudelmente. L'acqua, così come i rifornimenti, scarseggiava e gli ufficiali superiori imponevano di usare le scorte con parsimonia. Il terreno sabbioso, nel quale affondavano gli stivali dei soldati, offriva una resistenza molto maggiore delle normali strade europee e le cose non miglioravano nelle rare occasioni in cui cadeva la pioggia, perché la sabbia si tramutava in fango, facendo sprofondare carriaggi e cammelli.

Napoleone si rese ben presto conto dell'impossibilità di trasportare l'artiglieria pesante per quei sentieri, dato che, con la sabbia o col fango, i cannoni sarebbero inesorabilmente affondati. Diede, quindi, ordine di imbarcarla, in modo da farla arrivare in Siria via mare.

Le truppe di Ahmad al-Jazzār, tristemente noto per la sua efferatezza (Jazzār, in arabo, vuol dire macellaio), compivano dei frequenti blitz, durante i quali mutilavano e uccidevano i soldati esausti che rimanevano indietro.

Oscar, in tutto ciò, si manteneva stoicamente in sella al cavallo, ma, data la sua costituzione esile, soffriva le avversità climatiche in modo molto accentuato. Ora, poi, che non viaggiava più in barca, ma via terra insieme all'Armata d'Oriente, avvertiva tutto il peso della campagna militare. Anni prima, aveva proclamato a gran voce di voler vivere da uomo, come un vero soldato e, finalmente, era stata esaudita. A sorreggerla, c'erano la naturale fierezza, il sollievo di sapere i figli e Bernadette al sicuro, in viaggio verso la Francia insieme al Conte di Fersen e la ferma determinazione di setacciare ogni singolo granello di sabbia finché non avesse ritrovato André, l'amore della sua vita. Malgrado il dolore fisico, la spossatezza, gli occhi che le bruciavano, la gola riarsa e l'incessante tormento psicologico dato dall'incertezza sulle sorti di André, trovava ancora la forza di compatire i soldati di fanteria che, a differenza di lei, neppure avevano un cavallo. Coglieva ogni occasione utile per indagare su ciò che era successo al marito, avvicinando i soldati e ponendo loro frequenti domande. Si era accorta che uno degli attendenti di Napoleone, lo stesso che aveva inseguito André ad Alessandria con l'ordine di farlo uccidere, era sempre molto a disagio quando lei gli si avvicinava e tentava di evitarla più che poteva. Si era riproposta, quindi, di approfondire la questione.

La maggior parte dei soldati non accettava la presenza di Oscar. Non sopportavano che fosse nobile, donna ed eccentrica. Si sentivano a disagio perché era diversa da tutte le altre persone e per le continue domande che poneva loro. Mal tolleravano che quella quarantenne balzana giocasse a fare la guerra, consumando le loro scorte di cibo e di acqua mentre loro pativano e crepavano per davvero in quella fornace di sabbia e di morte. Quando la vedevano, blateravano di giorno in giorno più forte e Alain, che si era accorto di tutto, tentava di distrarli e di spostare i loro discorsi su altri argomenti.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now