La battaglia di Trafalgar

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La battaglia di Trafalgar

Mar Mediterraneo, 20 ottobre 1805

Oscar e André si trovavano sul ponte di prua della fregata che riportava a casa il Re, dopo cinque anni di prigionia. Le altre due fregate, che facevano da scorta al Sovrano, navigavano a poca distanza da loro. Il cielo era nuvoloso e ciò rendeva ancora più grigie le vele e più scure le corde che pendevano dagli alberi.

Malgrado le condizioni di salute ancora precarie di Luigi XVII, Oscar aveva deciso di partire ugualmente, in quanto le era stato riferito che la Royal Navy continuava a bloccare le navi napoleoniche e spagnole nei porti del Mediterraneo e dello Stretto di Gibilterra e che l'insolito via vai della flotta napoleonica a largo di Brest era recentemente venuto meno. Il mare e l'oceano erano sgombri e bisognava approfittarne.

Indossavano due pesanti redingote per proteggersi dal fresco mattutino di un autunno ormai inoltrato, accresciuto dall'umidità del mare. Il vento scompigliava i loro capelli e li riempiva di salsedine, rendendoli stopposi, permanentemente umidi e ancora più indocili di quanto già non fossero naturalmente.

Oscar distolse lo sguardo dal sartiame e lo diresse verso il Re che, seduto su una poltrona portatagli sul ponte, con una coperta sulle gambe, ascoltava i racconti di Honoré, Antigone e Bernadette che avevano preso posto vicino a lui. Nelle tre settimane seguite alla liberazione, si era un po' ripreso e, ora, camminava da solo e senza supporto, ma era sempre molto magro, debole e oppresso da un forte esaurimento. Alto, allampanato e privo di muscolatura, a Oscar sembrava uno di quei ragni lunghi e filiformi, tutti zampe, che vedeva spesso nelle campagne di Arras.

Da madre, provava una forte stretta al cuore mentre, da soldato, era consapevole che la guida della Francia sarebbe stata incerta. Chi era quel giovane uomo che stavano riportando a casa? Sarebbe stato idoneo a governare? Era mentalmente stabile? Come aveva gestito il passaggio dall'adolescenza all'età adulta in condizioni di aspra prigionia? Il Re era stato strappato ai suoi affetti nell'età più delicata, la vita di lui si era bruscamente interrotta nella fase formativa e, adesso, era un giovane adulto approdato ai venti anni nel corso di una lunga parentesi di sospensione. Oscar se lo immaginava come una piantina cui avessero impedito di crescere o come i piedi delle donne giapponesi fasciati e deformati, a causa di un impedimento contro natura imposto al fluire della vita. Chi aveva davanti a lei? Un adolescente bloccato? Un adulto per saltum? Natura non facit saltus...

– Che cosa Vi è piaciuto di più di Roma? – domandò il Re ai tre ragazzi, di poco più giovani d lui – Sarei stato felice di visitarla insieme a Voi!

– Io ho adorato passeggiare per il Bosco Sacro di Bomarzo e calarmi nelle grotte del Colle Oppio con le funi e l'asse di legno, ammirando a lume di torcia quel mondo sotterraneo – si affrettò a rispondere per prima Antigone – e anche le locande di Trastevere!

– Le locande di Trastevere?! – domandò, stupito, il Re, reputandole un luogo poco consono a una fanciulla.

– Ci siamo andati in pieno giorno, accompagnati dalla scorta e sempre in luoghi rispettabili – precisò, subito, Honoré.

– E non dimentichiamo la rivalità di Don Paolo per Antonio Canova! – aggiunse Antigone con aria sbarazzina – E' stato l'aspetto più esilarante che, da solo, è valso tutto il viaggio!

– Povero Don Paolo! – esclamò, ridendo, il Re.

– Povero Canova! – puntualizzò, con le lacrime agli occhi, Antigone e tutti la seguirono nella risata.

– A me, invece, sono piaciuti gli antichi manoscritti e quelle enormi carte geografiche nella galleria dei palazzi vaticani – disse Honoré – e la Cappella Sistina, naturalmente.

La leonessa di FranciaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant