La sorpresa, l'angoscia, la foga e il dolore

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La sorpresa, l'angoscia, la foga e il dolore

Si guardarono sorpresi in volto Oscar e quel soldato, con gli occhi sgranati e le bocche semisocchiuse, scossi dallo sparo cupo che era echeggiato in lontananza, interrompendo le loro azioni e congelandole in alcuni istanti di assoluta immobilità. Accanto a loro, la Senna continuava a scorrere lenta e placida mentre la luce del sole al tramonto diventava sempre più rossa.

Si voltarono, subito dopo, d'istinto, verso la parte della città opposta alla riva del fiume, dalla quale era provenuta la deflagrazione.

La mente di Oscar fu attraversata da un oscuro presentimento mentre il sangue le si gelava nelle vene e il cuore perdeva più di un battito.

– Il Palazzo delle Tuileries.... Lo sparo proveniva da là..... Ma no, sono soltanto la stanchezza e l'estrema sospettosità.... E se fosse provenuto proprio da lì? La direzione era quella.... C'è soltanto un modo per accertarsene....

– Soldato, restate qui di guardia e, se vedete un uomo giovane, con i capelli biondo pallido, gli occhi celesti, le lentiggini e una cicatrice a stella sulla guancia sinistra, traetelo immediatamente in arresto, perché è estremamente pericoloso! Avete capito?

– Sì, Signore, devo trarre in arresto un uomo pericolosissimo. Capelli biondo pallido, occhi celesti, lentiggini e cicatrice a stella sulla guancia sinistra.

– Torniamo immediatamente al Palazzo delle Tuileries! – urlò, subito dopo, la donna soldato al suo seguito – Lo sparo sembrava provenire da lì!

Iniziò a correre come una saetta verso il palazzo, seguita da André e dalle Guardie Reali e Metropolitane, mentre mille pensieri le si agitavano nella mente, confusi come quell'intricato dedalo di viuzze che stava divorando.

Una trappola.... Sono caduta in una trappola....

Correva, correva e correva, come una furia, come una belva feroce, come un cavallo selvaggio e, più accelerava, più le pareva di essere in ritardo.

Che pessima idea è stata allontanarmi dal palazzo insieme a tutti gli Ufficiali superiori....

Attraversavano quello scorcio di strade immerse in una sera sempre più buia che sopraggiungeva per coprire, col suo manto, una città sfregiata dalla guerriglia che stava per trasformarsi in una guerra civile vera e propria. Aleggiava un'atmosfera irreale, avvolta da una calma vespertina menzognera che offriva ricettacolo ad agitatori eversivi e a riunioni ormai poco clandestine.

Correvano, ansimavano, a volte incespicavano, ma continuavano a correre.

Mi sono fatta giocare come una recluta....

Il cielo aveva perso quasi del tutto ogni residuo bagliore di raggi solari e Oscar e gli altri continuavano a correre col cuore impazzito, i polmoni prossimi al collasso e il sudore che imperlava i loro volti e imbeveva i loro vestiti, ma quelli di nulla si accorgevano e proseguivano la corsa.

Mancano due isolati.... Superato quel caseggiato, bisogna svoltare a destra.... Manca un isolato....

Giunsero, infine, trafelati, col fiato spezzato, le gambe indolenzite e in piena concitazione, davanti ai cancelli del Palazzo delle Tuileries.

– Sono Oscar François de Jarjayes, fatemi passare!

I cancelli si spalancarono e Oscar e gli altri entrarono nel cortile del palazzo.

Furono subito travolti da una calca di soldati, di cortigiani e di servitori che correvano in lungo e in largo, come trottole impazzite, senza un'apparente meta, urtandosi l'uno con l'altro e vociando senza posa.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now