Tower Hill

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Tower Hill

Torre di Londra, Devereaux Tower, agosto 1799

Il periodo che seguì alla condanna a morte fu, per André, molto doloroso. Dopo il primo, comprensibile smarrimento, seguirono delle settimane solitarie e angustianti, durante le quali il condannato non poté godere della vicinanza della famiglia né beneficiare dei conforti religiosi. Un sacerdote cattolico non gli fu concesso mentre gli offrirono un pastore anglicano che egli, però, rifiutò.

Dopo il tentativo di fuga, il regime carcerario era stato inasprito e ad André non era consentito passeggiare nei cortili della fortezza e, essendo terminato il processo, neppure lo venivano a prendere per tradurlo da una torre all'altra e sottoporlo agli interrogatori. I pochi carcerieri o inservienti che avevano compassione di lui non potevano manifestargliela, essendo tassativamente proibito rivolgergli la parola. Si limitavano a svolgere i loro servigi con maggiore zelo e accuratezza, ma stando sempre bene attenti a non farsi scoprire per evitare guai.

Libri da leggere, invece, gliene portavano quanti ne chiedeva e un breviario di preghiere era sempre aperto sullo scrittoio.

Subito dopo la condanna, per la verità, il Conestabile della Torre aveva lasciato intendere ad André che il Re, nella sua magnanimità, avrebbe potuto commutare la sentenza di morte nel carcere a vita, a patto che egli svelasse i nomi di coloro che lo avevano aiutato nel tentativo di fuga. André, però, aveva immediatamente declinato l'offerta, non volendo in alcun modo barattare la sua salvezza con la rovina di altre persone. Sir Percy Blakeney lo aveva aiutato disinteressatamente e non meritava di essere tradito né lui sarebbe riuscito a vivere con quel peso sulla coscienza o a guardare in faccia Oscar dopo essersi comportato con tanta slealtà. I fatti recenti e la sorte toccata allo Sfregiato del Mediterraneo e agli altri contrabbandieri avevano, poi, mostrato quanto valevano i patti che gli inglesi stipulavano con coloro che consideravano dei criminali da patibolo. Il risultato fu che il Conestabile lasciò la Torre Devereaux dicendo: "Peccato..." e che André tornò alla sua solitudine, contando alla rovescia i giorni che lo separavano dall'appuntamento con il boia.

Quando non leggeva, passava le giornate guardando fuori dalla finestra e l'attenzione di lui si concentrava, di volta in volta, su un cespuglio di bocche di leone cresciuto fra i merli della Torre Devereaux, su uno stormo di uccelli che fendeva l'aria in lontananza o sui soldati di ronda che, però, evitavano accuratamente di incrociare lo sguardo con quello dello scomodo prigioniero. Si rifiutava, invece, di guardare in direzione della Cappella Reale di San Pietro ad Vincula, dove aveva il timore che lo avrebbero seppellito. Aveva chiesto al Conestabile di restituire le spoglie di lui alla famiglia, ma questi, un po' per il perdurante rancore nascente dai rimproveri e dallo smacco subiti in conseguenza del tentativo di fuga e un po' per l'oggettiva difficoltà della cosa, era stato evasivo e, rispondendo, aveva evitato di guardarlo in volto.

Nessuna speranza di sopravvivenza aveva conservato. Sapeva bene che i Giudici avevano scritto la sentenza già prima dell'inizio del processo e che il fallito tentativo di fuga aveva calato la pietra tombale su ogni possibilità di ribaltamento di quella farsa legalizzata. Uno struggente dolore lo assaliva, quando pensava che i figli sarebbero diventati adulti senza che lui potesse consigliarli e seguirne la crescita e che Oscar sarebbe invecchiata in solitudine. Privata della compagnia e dell'incoraggiamento di chi riusciva a comprenderla, il carattere, già tanto spigoloso, le si sarebbe incupito e il cuore si sarebbe ricoperto di spine. Il pensiero di non poterla rivedere era una morte amara e progressiva quasi più straziante di quella fisica che lo attendeva ed egli fremeva di disperazione di fronte a un destino così avverso e quasi imprecava quando non gli riusciva di ritrovare in quel cielo sempre così dannatamente caliginoso il blu profondo degli occhi di lei.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now