Lille

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Lille

André aprì le persiane della sua stanza e fu piacevolmente raggiunto dall'aria frizzante e fresca del mattino. Dopo avere inspirato profondamente e riempito i polmoni di quella brezza benefica e rinfrescante, rivolse lo sguardo alla Grande Place di Lille, ai turriti edifici svettanti che la circondavano, ai tetti dei palazzi che sorgevano dietro quelli e alle candide nuvole che screziavano il blu.

Il cielo, nelle terre del nord della Francia, aveva una tonalità azzurra alquanto tenue ed era spesso solcato da grandi nubi che ne stemperavano ancora di più il colore. Le tinte pastello, le frequenti nebbie, le caligini rosate e la luce soffusa, quasi mai brillante e vigorosa, predominavano nei paesaggi nordici e permeavano di sé le albe, i tramonti, i campi, i panorami e le marine, conferendo loro quell'aspetto sfumato e rarefatto che, qualche decennio più tardi, sarebbe stato immortalato nei celebri dipinti di Claude Oscar Monet. Vivo era il contrasto fra quelle vedute soavi e delicate e i paesaggi soleggiati, animati da colori accesi e decisi, del meridione d'Europa.

Lille era una bella città dell'Alta Francia, sorta su un'isola in mezzo al fiume Deûle, dove il gotico della Chiesa di San Maurizio si alternava al barocco fiammingo del complesso della Vecchia Borsa e allo stile rinascimentale degli eleganti palazzi patrizi, in gran parte edificati nel diciottesimo secolo e nel precedente. Alla signorilità delle piazze e delle vie principali faceva da contraltare la pittoresca vivacità delle stradine che si diramavano per il borgo medievale, brulicanti di caffè, cioccolaterie, taverne, vinerie, botteghe e spezierie.

Dopo essersi completamente svegliato, grazie all'esposizione al fresco tonificante del mattino, l'uomo ripassò mentalmente gli impegni della giornata. Nel corso della mattina e del primo pomeriggio, avrebbe dovuto continuare la visita delle sue nuove terre e conoscere i contadini in esse stanziati, parlare con alcuni braccianti a ore da poco reclutati e continuare la discussione, già intavolata nei giorni precedenti, con l'amministratore delle sue proprietà, al fine di vagliarne l'affidabilità e di definire le colture e le tecniche per svilupparle. Nel tardo pomeriggio, invece, avrebbe incontrato alcune persone che si sarebbero presentate a lui per un colloquio conoscitivo, finalizzato a un'eventuale assunzione come domestici.

Sebbene il giovane sapesse fare praticamente di tutto, non avrebbe, di certo, potuto gestire da solo un grande palazzo di tre piani, ai quali si aggiungevano il sottotetto mansardato, destinato agli alloggi della servitù, il solaio e le cantine. Pur non essendo intenzione di André spendere il denaro messo da parte in stipendi per la servitù e in spese di rappresentanza, neppure voleva essere considerato strano dai suoi nuovi concittadini. Avrebbe, perciò, assunto un maggiordomo, cinque fra valletti e sguatteri, un paio di cameriere destinate alla cura delle stanze, un cuoco e altre tre persone addette alle cucine. Un cameriere personale non gli serviva e, essendo uno scapolo privo di prole, avrebbe fatto a meno anche della governante e dei conforti più voluttuari, limitando il personale allo stretto indispensabile per vivere in condizioni di decoro.

André si era messo in viaggio, per raggiungere il feudo di Lille, il giorno stesso del suo genetliaco, dopo avere ottenuto rassicurazioni dal medico circa la compatibilità di quella tratta medio lunga con le condizioni di salute in cui versava. D'accordo con la nonna, troppo anziana per affrontare i disagi di un viaggio e i rigori degli inverni della Francia del nord, fatti di venti gelidi e di nevicate, aveva stabilito che sarebbe partito da solo e che si sarebbe sistemato a Lille per circa un anno, al fine di avviare la coltivazione delle terre e di definire le linee da seguire per l'amministrazione delle proprietà. Successivamente, sarebbe tornato nella capitale e avrebbe preso in locazione una casa a Parigi o a Versailles, dove avrebbe abitato con la nonna, tornando periodicamente a Lille per seguire le fasi più significative del ciclo colturale o quando ce ne fosse stato bisogno.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now