Il matrimonio segreto

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Il matrimonio segreto

A Palazzo Jarjayes, i festeggiamenti natalizi furono particolarmente gioiosi, giacché il 1790 aveva portato con sé ben due nascite e, anzi, addirittura tre, se si teneva conto anche della piccola Bernadette.

La secondogenita di Oscar e di André, forte e sana sebbene prematura, era nata il diciotto dicembre, esattamente una settimana prima di Natale e del genetliaco della madre. Era stata battezzata coi nomi di Antigone Auguste Marie Antoinette Marguerite Mahaut e aveva avuto gli stessi padrini e le stesse madrine del fratello. L'analogia, però, si arrestava qui, perché Antigone era fisicamente e caratterialmente molto diversa da Honoré François. Bionda e con gli occhi azzurri, la bambina faceva già mostra di un'indole nervosa, prepotente, impaziente e volitiva e piangeva spesso, soprattutto quando non era tenuta in braccio. Il vocione di lei si estendeva ben oltre i confini della nursery, tanto che i genitori avevano deciso di alloggiarla in una stanza diversa da quella del fratello, per evitare che ne disturbasse il sonno e la quiete. Madame de Jarjayes sperava che l'ultimo nome dato alla bambina che, poi, era lo stesso appartenuto alla Contessa Mahaut di Artois, non fosse il presagio di un carattere egemonico e autoritario.

Rosalie, che allattava personalmente Bernadette, si era offerta di fare da nutrice ad Antigone e di farlo, per giunta, gratuitamente, ma Oscar e André si erano rifiutati, per non approfittare della generosità della donna e per non moltiplicarne gli sforzi a ridosso di una vedovanza traumatica. Avevano, pertanto, assunto una seconda balia oltre a quella destinata al piccolo Honoré.

Fra ghirlande di aghi di pino, pigne, rametti di vischio e di agrifoglio, muschio e bacche rosse, i festeggiamenti si erano protratti per due settimane e ciò aveva offerto l'opportunità ai Signori de Jarjayes di celebrare le nascite e di dimenticare, almeno per un po', i problemi che assillavano la Francia.

I giacobini, dopo il primo entusiasmo per l'avvio delle riforme, avevano ricominciato a premere affinché fosse promulgata la Costituzione che la Regina, invece, osteggiava mentre Robespierre e Saint Just facevano a gara a chi formulava la proposta più balzana al solo fine di mettersi in mostra. Questa situazione, secondo il Generale de Jarjayes, non era un male, perché mostrava alla Francia e al mondo la vera indole di quegli uomini nuovi, ma Oscar e André erano preoccupati per l'instabilità che ne sarebbe conseguita. Come aveva previsto Mirabeau, la nomina di Robespierre a Ministro di Giustizia aveva sortito l'effetto di scavare un baratro fra l'Avvocato di Arras e Saint Just che, ora, biasimava l'antico compagno di lotte per l'eccessiva vicinanza al potere, se non, addirittura, per essersi venduto ad esso. Robespierre, dal canto suo, rimproverava a Saint Just di non apprezzare l'acume politico e gli sforzi di lui. Mirabeau, in mezzo a loro, se la rideva di cuore, ostentando indifferenza. L'affare Lavoisier aveva, per breve tempo, riunito i due uomini, ma, poi, Saint Just non aveva gradito che Robespierre si fosse schierato dalla parte dello scienziato contro lui e Marat e che, per giunta, non si fosse recato di persona ai piedi della Grande Force a tenere il discorso, mandandoci, invece, il suo segretario personale, come avrebbe fatto un qualsiasi nobile vanesio e svogliato.

Sul fronte estero, invece, il nuovo Sacro Romano Imperatore, Leopoldo II, deprecava il trattato stipulato dalla Francia e dall'Austria, reputandolo svantaggioso per sé e pretendendo che la sorella gli cedesse l'Alsazia e la Lorena, come era previsto nei patti originari o che, in alternativa, gli restituisse il contingente militare di cinquantamila uomini. Maria Antonietta non voleva saperne di fare l'una o l'altra cosa, considerando il trattato regolarmente stipulato, valido ed efficace. Il nuovo Imperatore scalpitava e mordeva il freno e, a quanto si diceva, aveva avviato delle indagini per appurare la giustificazione dei poteri dell'Arciduchessa Maria Cristina di Sassonia Teschen.

La situazione non era, quindi, rassicurante, ma, a ben vedere, mai lo era stata. Era Natale e tutti volevano festeggiare allegramente, dimenticandosi, per un attimo, i problemi personali, familiari, nazionali e internazionali.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now