L'assedio di Lille

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L'assedio di Lille

Il 1792 non iniziò felicemente per i de Jarjayes e per la Francia.

A febbraio di quell'anno, quando il freddo si era fatto più intenso e pungente e una fitta coltre di neve si era posata sui campi e sui bordi delle strade, Marie Grandier, ormai novantaduenne, ma ancora arzilla e lucida, contrasse un forte raffreddore e, malgrado le preghiere del nipote e di Rosalie, si rifiutò di riguardarsi, continuando a impartire ordini e a lavorare alacremente. L'infreddatura raggiunse, quindi, i polmoni e portò la donna alla tomba nel giro di due giorni. Spirò come era sempre vissuta, dando, fino all'ultimo, disposizioni alle cameriere e quasi rimproverando il medico che le aveva prescritto dei rimedi, secondo lei, tropo costosi. Munita dei conforti religiosi e circondata dall'affetto dei suoi cari, ringraziò Dio per averle concesso di raddrizzare il nipote e di conoscere due bisnipoti e, senza perdere il suo spirito battagliero, chiuse per sempre gli occhi.

Il primo marzo dello stesso anno, tre settimane prima che sopraggiungesse la primavera, anche l'Imperatore Leopoldo II, fratello di Maria Antonietta, morì improvvisamente dopo una brevissima malattia che i medici non seppero diagnosticare. Gli successe il ventiquattrenne figlio Francesco II che non vedeva la zia da quando era un bambino e che non aveva mai sentito il padre parlare con affetto di lei. Superati gli ultimi scrupoli che avevano frenato il genitore, il nuovo Imperatore dichiarò radicalmente nullo il trattato del settembre del 1789 e richiamò in Austria il contingente militare di cinquantamila uomini, chiedendo, per quei due anni e mezzo di stanza in suolo francese, un indennizzo che la Francia non era in grado di corrispondere. Con l'animo colmo di angoscia, Oscar guardò andare via il contingente militare che troppo aveva appreso dei pregi e dei difetti dell'esercito francese, domandandosi quanto sarebbe stata svantaggiata la Francia quando fosse scoppiata la guerra. Questa non tardò ad arrivare, perché fu dichiarata dall'Austria il 20 aprile 1792.

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Nei primi giorni di marzo, poco dopo la morte dell'Imperatore Leopoldo II, fu celebrata, nella Cappella Palatina di San Luigi IX, una solenne messa in suffragio dell'anima di Mirabeau, nella ricorrenza dei sei mesi dalla morte di lui.

L'autopsia condotta sul corpo del Conte aveva rivelato la presenza di un potente veleno e, sebbene non fossero stati identificati i responsabili materiali e i mandanti dell'omicidio, gli inquirenti si erano concentrati sul club dei giacobini la cui attività, a tratti, s'intersecava con quella di una rete di agitatori provenienti, quasi tutti, da Nevers che sembravano, invece, maggiormente coinvolti nell'omicidio di Luigi XVI. A lasciare molto perplessi gli investigatori fu la circostanza che gli indizi raccolti erano estremamente confusi e molti dubbi si insinuarono sul fatto che Mirabeau fosse la vittima effettivamente designata.

Nella cappella, avevano preso posto i componenti del Consiglio di Reggenza e vari notabili della corte di Versailles. Da un lato, si notavano Oscar e André, affiancati dal Generale de Jarjayes e dalla moglie mentre, poco più in là, sedevano i coniugi Girodel con accanto il Conte di Fersen e la Principessa di Lamballe. Nel settore riservato alla famiglia reale, c'erano Maria Antonietta, i fratelli e le zie di Luigi XVI e, in un seggio meno importante, il Duca d'Orléans.

Nei banchi sistemati più indietro, avevano preso posto il Duca di Germain e, dall'altro lato, la Contessa di Polignac e la Duchessa de Gramont et de Guiche con i rispettivi mariti. Le due donne erano irritate per la collocazione meno prestigiosa di quella spettante alle famiglie de Jarjayes e de Lille e anche piuttosto annoiate, in quanto a loro ben poco interessava di Mirabeau. Alla Contessa e alla figlia, del resto, importava soltanto di se stesse e, quindi, era tutto nella norma.

D'un tratto, il silenzio fu interrotto dal tintinnio di una campanella e dalla melodia grave e solenne dei canti liturgici mentre nell'aria si espandevano odorose nuvole di incenso, sprigionate dai bracieri che i chierichetti facevano oscillare. I sacerdoti celebranti uscirono dalla sagrestia e si avviarono, in processione, verso l'altare.

La leonessa di FranciaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon