L'ombra dell'ambiguità

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L'ombra dell'ambiguità

Nei giorni che seguirono alla cooptazione di Oscar, André e Girodel nel Consiglio di Reggenza, la situazione, sia alla reggia sia nella capitale, divenne instabile ed effervescente.

Alla reggia, soltanto Madame Élisabeth era stata contenta della composizione del Consiglio di Reggenza mentre il Conte di Provenza e il Conte di Artois – in particolar modo il secondo che, dei due, era quello con le idee più reazionarie – non avevano gradito che Oscar, Girodel e soprattutto André, pur essendo del tutto privi di sangue reale, ne facessero parte. La presenza del Duca d'Orléans, poi, aveva scontentato tutti, ma Maria Antonietta, pur detestandolo, in considerazione della stretta parentela che lo legava al Re, era stata costretta a invitarlo e quello non se lo era fatto ripetere due volte.

– E' davvero un'ironia della sorte che, dopo tutto quello che il Duca d'Orléans ha fatto alla famiglia reale e a noi, adesso, dovremo sedere tutti intorno a uno stesso tavolo! – aveva commentato André, al culmine dell'incredulità.

– Forse, non tutto il male viene per nuocere – gli aveva risposto Oscar, sorridendogli divertita – Bisogna tenersi stretti gli amici e ancora di più i nemici. Lavorandoci gomito a gomito, avremo più possibilità di tenerlo d'occhio, di studiarne i comportamenti e di intuirne le mosse.

– E lo stesso farà lui con noi....

– Noi, però, a differenza di lui, non abbiamo scheletri nell'armadio.

Negli ambienti rivoluzionari e in quelli dell'Assemblea Nazionale, invece, Bernard Châtelet, dietro suggerimento di Oscar e di André e nel tentativo di mettere pace, aveva diffuso la notizia che la Reggente aveva accondisceso a promulgare la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e a creare una commissione con l'incarico di redigere la Costituzione. La notizia aveva scontentato i componenti delle frange più estremiste, fra cui Saint Just e Théroigne de Méricourt, che avrebbero preferito arrivare a quel risultato a seguito di una lotta armata e non per gentile concessione di Maria Antonietta. La promessa spontanea di una Costituzione da parte di un Sovrano che non era stato messo con le spalle al muro a loro neanche sembrava un traguardo. Robespierre, in tutto ciò, osservava e taceva.

Il popolo, in quei giorni, era felicissimo e ciò riempiva di frustrazione Saint Just e Théroigne de Méricourt. La notizia della prossima emanazione della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e dell'inizio dei lavori dell'Assemblea Costituente aveva riempito tutti di giubilo, come se bastasse la proclamazione di qualche principio, necessariamente formulato in modo generale e astratto, a riportare il mondo a una leggendaria età dell'oro. Oltre a quel motivo, ce ne era uno molto più concreto e immediato che aveva scatenato la gioia dei francesi: André aveva deciso di devolvere la metà del suo raccolto di grano per sfamare la popolazione e l'esempio di lui era subito stato seguito dal Generale de Jarjayes e dalla famiglia de Saint Quentin. In breve, tutti i proprietari terrieri della Francia del nord avevano imitato i loro illustri concittadini e, poiché, negli ambienti che contavano, sembrava che, se uno non devolveva metà del suo grano, non era nessuno, la famiglia dei Marchesi d'Amiens si era dovuta adeguare e ciò aveva accresciuto l'acredine della taccagna Marchesa nei confronti di André, reo di averla costretta a privarsi del suo prezioso frumento oltre che di avere sdegnato quella perla della figlia. Ai donanti si aggiunsero il vecchio Conte de Girodel, vittima di un raro accesso di generosità, la Principessa di Lamballe e tanti altri nobili della capitale e del regno. Ben presto, anche i ricchi borghesi, che volevano sempre imitare gli aristocratici in tutto, fecero altrettanto e tutte queste elargizioni compressero il prezzo del grano. Fu così che all'ampia schiera dei nemici di André si aggiunsero gli speculatori.

Non senza fatica, Oscar, André e Girodel convinsero Maria Antonietta ad avviare una riforma del sistema tributario che sarebbe stato nazionalizzato e dell'ordine giudiziario, da affidare a Magistrati professionisti e imparziali. I titoli nobiliari sarebbero stati conservati, ma i feudi si sarebbero trasformati in proprietà private e le corvées gratuite non sarebbero più state ammesse.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now