La dama velata

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La dama velata

Oscar si stava recando al Palazzo delle Tuileries dove, quella mattina, era stata improvvisamente convocata.

Era la metà di giugno, due settimane erano trascorse dall'operazione di André e la convalescenza di lui procedeva tranquilla, fra medicazioni e riposo.

Oscar non era entusiasta di quella convocazione che le faceva presagire nuovi inconvenienti e, quando arrivò a destinazione, i sospetti di lei trovarono piena conferma.

La Regina, giunta nella capitale in gran segreto, l'aspettava in piedi, al centro di una delle sale del piccolo appartamento che si era fatta allestire al Palazzo delle Tuileries, come punto d'appoggio per le visite parigine. Era abbigliata con un semplice e disadorno abito nero di foggia borghese e, sulla testa, indossava un copricapo a tricorno dello stesso colore del vestito e altrettanto modesto, completato da un fitto velo, anch'esso nero, destinato a nasconderle i lineamenti del viso.

– Sono lieta di vederVi, Madamigella Oscar. L'incarico che ho da affidarVi è di estrema delicatezza.

– Sono a Vostra disposizione, Maestà – rispose Oscar, perplessa, pur senza darlo a vedere, per l'inusuale abbigliamento della Regina e, in genere, per le circostanze.

– Dovrete scortarmi in una mia visita a Parigi.

– Capisco.

I dubbi di Oscar stavano aumentando. Non era la prima volta che la Regina le chiedeva di essere accompagnata in un'uscita in incognito. Soprattutto all'epoca della loro gioventù, la Delfina si era avvalsa della protezione di lei per recarsi, mascherata, a qualche ballo e, in uno di questi intrattenimenti mondani, avevano conosciuto il Conte di Fersen. Non erano, però, quelli l'abbigliamento, l'orario, l'età e, soprattutto, le contingenze economico-politiche per partecipare, di nascosto, a un ballo in maschera.

– Madamigella Oscar, desidero che Voi e alcuni dei Vostri uomini mi accompagnate, vestiti in borghese, per i quartieri più poveri di Parigi. Sono tanti, troppi, i libelli scandalistici che mi vedono protagonista. Sono tante, troppe, le voci che girano sulla mia persona. Desidero capire cosa la gente più umile pensa di me. Voglio andare nei vicoli e nei ritrovi malfamati per sentire qual è l'opinione dei parigini sul mio conto.

– Maestà, scusate l'estrema franchezza, ma quest'idea mi pare, a dir poco, azzardata. Ci sono delle strade – e sono tante – nelle quali le stesse guardie hanno remore ad addentrarsi. Un gruppo di persone sconosciute, sebbene vestite in borghese, in compagnia di una dama, per giunta velata e, quindi, misteriosa, attirerebbe sicuramente l'attenzione degli abitanti dei quartieri popolari che si conoscono tutti fra loro. Senza contare che quest'avventura potrebbe rivelarsi inutile, oltre che estremamente pericolosa, dal momento che non è detto che le persone parlerebbero di Voi proprio in Vostra presenza né Voi potreste interrogarle al riguardo.

– Madamigella Oscar, è dal nostro ultimo incontro di due settimane fa che non mi do pace. Non riesco a capire perché il Duca d'Orléans è così popolare mentre io sono invisa a tutti. La provenienza straniera è una spiegazione soltanto parziale, perché tutte le regine sono straniere.

– Maestà, Voi sapete perfettamente che grande dispiegamento di mezzi e di denaro ha messo in campo il Duca d'Orléans per diffondere e consolidare la sua reputazione di uomo illuminato.

Il Duca d'Orléans era, infatti, estremamente ricco e usava il suo denaro per finanziare delle stampe clandestine, per patrocinare giovani intellettuali e per fare elargizioni ai bisognosi. L'iniziativa di aprire i giardini del Palais Royal alla gente comune gli aveva, poi, fruttato un ulteriore incremento di popolarità. Faceva tutto ciò al fine di diffondere le sue idee, di screditare gli avversari e di pubblicizzare la propria immagine di uomo liberale.

La leonessa di FranciaWhere stories live. Discover now