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Ammetto che non sono riuscita a guardare il GP d'Australia.
È la prima volta, da quando ho ripreso a guardare la formula 1, che salto una gara. Neanche quando è venuto a mancare nonno mi è successo.
Non voglio perdere questo sport, non per un motivo così.

So solo che Charles è arrivato 2° e così ho deciso di congratularmi con un piccolo messaggio. Non mi aspettavo una risposta del genere però...

Charles: grazie Ludo!♥️ Vieni a Imola? Porta tuo padre, fagli questo regalo.
Ludo: no Charles, non credo. Sarebbe strano...
Charles: dai Ludo, fallo per tuo padre. Tu pensa a venire giù, al resto ci penso io. Porta anche Samuele, Luca e Anna.
Ludo: ti faccio sapere dai
Charles: non accetto un no.

Dopo aver discusso sia con il quartetto magico che con mio padre raggiungo una conclusione: non è una storia d'amore ad allontanarmi dalla formula 1, non lo permetterò un'altra volta.

Ludo: Charles veniamo in 5 a una sola condizione: niente imboscate, niente gite, niente cene con altri, niente di niente. Veniamo in Ferrari e rimaniamo lì e possibilmente nascosti.
Charles: Charlotte non vede l'ora di riabbracciarvi e io di sentire le battute di tuo padre. E stai tranquilla, niente casini.

Luca è su di giri: pensava che non avrebbe mai più avuto occasione di parlare con Max e invece ha di nuovo una chance.
Anna e Samu sono trepidanti, la rossa rimane la rossa e questa volta saremo lì per lei, con tutto il cuore.
Mio papà probabilmente non ha ancora realizzato: mi ha confessato che sarà difficile per lui non far ravvivare nella mente le immagini di quel maledetto 1° Maggio del 1994. Aveva gli occhi incollati alla TV quando è successo il fatale incidente e nonostante fosse già adulto, fu un evento che lo segnò molto.

Io invece, sto solo pregando di non incrociare nessuno sguardo, nessun nome o di non finire nel mirino di fotografi o giornalisti.
Se mi dovessero vedere nel box Ferrari sarebbe chiaro agli occhi di tutti ciò che è successo e l'ultima cosa che voglio è che la stampa faccia pressioni.

Sto ritrovando un equilibrio in questo ultimo periodo e per quanto ancora faccia fatica a non pensarlo, la mia vita va avanti e anche dignitosamente.
Al lavoro mi hanno rinnovata fino a giugno, ho i miei amici e ho iniziato un corso di chitarra: finalmente posso dedicarmi a un mio sogno nel cassetto.
Luca in questo periodo è diventato più affettuoso con me, non so se sia senso di protezione o un tentativo di cercare qualcosa in più. Di sicuro da parte mia non c'è niente se non amicizia. Non voglio ulteriori drama nella mia vita, semplicemente ora sono un'anima libera. (Più o meno).

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Se anni fa mi avessero detto che mio padre mi avrebbe portata a Imola insieme alla mia migliore amica e a due ragazzi conosciuti 7 mesi fa, probabilmente mi sarei sbellicata dalle risate, eppure ora siamo al circuito.
Siamo vestiti come dei Ferraristi qualsiasi, per non dare nell'occhio.
All'ingresso del paddock c'è Silvia che ci aspetta con i nostri pass e nascondendomi il viso corro verso il box.
Abbraccio Charles e Carlos, i meccanici riconoscono mio padre e gli battono il cinque. È tutto surreale.

Supplico i miei amici di salire in hospitality, così da essere notati ancora meno.
Disgrazia vuole che, casualmente, un omino arancione biondo e con gli occhi verdi smeraldo passi davanti al muretto Ferrari mentre io urlo a mio padre di sbrigarsi.

"Riconoscerei la tua voce ovunque" esordisce toccandomi il braccio.
"Oddio Bert ciao!" Esclamo.
"Quando pensavi di salutarmi?"
"Hai ragione, ma sono in incognito..."
"Ho capito, ho capito. Come stai? Ti vedo in forma"
"In cerca di un equilibrio! Sto. Tu come stai?"
"Eh dopo la batosta in Australia siamo in ansia..."
Sorrido confusa. Cosa è successo in questo gp?
"Non lo hai visto?" Aggiunge.
"No..." Affermo timidamente.
"A Lando è scoppiata una gomma a 3 giri dalla fine, era secondo".
"Ah cavolo, mi spiace ragazzi. Magari un difetto?"
"Non sappiamo... Era abbattuto come poche volte"
"Bert porta i saluti a tutti in garage" cerco di deviare il discorso.
"A tutti?" Indaga maliziosamente.
"No, non deve sapere che sono qui"
"Va bene principessa, ci rivediamo eh"

Mancano 4 ore alla gara e sono contenta di essere di nuovo ad un circuito, dal vivo.
Mio papà mi racconta dei gran premi visti da un televisore che era più profondo che largo, in cucina dai nonni.
Io ero troppo piccola per ricordarmi poi i gran premi che ci sono stati fino al 2006. Forse qualcosa vaga nelle mie memorie, ma non ne sono sicura.

Luca è sparito, probabilmente è in Red Bull, la coppietta innamorata è andata a prendersi un caffè, mentre mio padre in bagno.
Io sono qui, sola. Osservo la gente che cammina nel paddock: come corrono! Tutti presi da mille compiti, pezzi di squadra che si riuniscono e altre persone che fanno avanti e indietro.
Sento una mano sulla spalla. Penso che la mia faccia diventi rossa in un secondo, gli occhi non sbattono più e il mio respiro si fa corto.
"Cabron, sono io" ecco il Carlo spagnolo che mi tranquillizza.
"Per fortuna" esclamo.
"È più agitato del solito, come se sentisse che sei qui. E se per caso lo salutassi?"
"No Carlos non esiste. Come non esiste nessun caso e poi si agiterebbe il doppio"
"Ludovica guarda che non smette di parlare di te, sta facendo dei piani assurdi per capire come sistemare"
"Mi spiace. Io sto voltando pagina, non volevo essere qui oggi, ma Charles ha insistito e ho voluto fare un regalo a mio padre, che mi ha sopportato abbastanza in questo periodo".
"Se stai voltando pagina allora non dovresti avere problemi. Siete due stupidi. Lui non insiste e tu hai solo paura. Entrambi non volete essere felici, ecco perché vi siete trovati".

Vedo mio padre tornare e corre incontro al pilota.
"Forza Matador, oggi facci sognare" strilla.
"Signor Riccardo lo spero davvero, sono carico"
"Bene bene, ora immagino tu abbia da fare".
"Sì in realtà sì. Ci vediamo e tu Ludovica, pensaci" mi dice con sguardo intimidatorio.

Ci risediamo sulle poltrone: meglio mettersi comodi e tenessi i posti migliori.

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