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Non rimaniamo molto nel locale, purtroppo le luci e le conversazioni in inglese potrebbero attirare l'attenzione di chiunque e non vogliamo correre il rischio.

"Ho un'idea" si rivolge a noi Samuele.
"Ho delle coperte in macchina, se ci mettessimo in un parcheggio o vicino a un bosco a parlare? Non voglio che la serata finisca ora"
"Perché no?" Risponde subito Anna.
"Ma in che senso vai in giro con delle coperte in macchina?" Gli chiede Luca.
"Eh possono tornare sempre utili" risponde.
"È un'idea assurda, ma potrebbe andar bene. Non sembra far freddissimo questa sera" dico io.
"Da me in Inghilterra è un'idea che non ci verrebbe mai in mente, probabilmente perché piove quasi sempre" ironizza Lando.

Ci appartiamo in un parco e ci mettiamo a guardare le stelle. La mia testa è sulle gambe di Lando e lui mi accarezza i capelli. Anna ha la testa sulla spalla di Samu e Luca è subito di fianco a lui.
Vorrei che il tempo si fermasse. Il mio cuore sta esplodendo e i miei occhi non guardano più le stelle, ma lui.
Il sorriso è involontario, non riesco a trattenermi.

Quanto ho dovuto pensare per questa serenità? Questa relazione è delicata ma travolgente e io sento di non riuscire più a frenare i miei sentimenti.

Qualcuno spezza il silenzio magico:" ma quindi sono diventato il quinto incomodo e nessuno mi dice niente?" È Luca. A quanto pare Anna e Samuele si stavano scambiando piccole effusioni e Luca se n'è accorto, anche se hanno cercato di ricomporsi immediatamente, ormai sono saltati allo scoperto.
"Ma non pensarlo nemmeno!" Gli rispondo. "Senza di te il gruppo non andrebbe avanti, non sei un incomodo, non cambia proprio niente." Continuo.
"In realtà io e Samuele non sappiamo bene cosa sta succedendo... Seguiamo l'istinto"
"Siete proprio migliori amiche voi due" controbatte Lando
"In che senso?" Chiede Anna
"Anche la signorina qui diceva lo stesso, poi si è ritrovata a Woking e Monaco"
Gli tiro una pacca sulla spalla e aggiungo: "ma non ti permettere! A Woking non sapevo neanche chi fossi"
"Ma se mi ha baciato!"
"Mi hai baciato tu!"
"Ok ragazzi." Luca riprende le redini.
"Solo che capisco se sarò un peso nelle vostre uscite, non fatevi problemi a dirmelo"
"Ma non pensarlo nemmeno. Usciremo sempre insieme e poi quando Lando non ci sarà come pensi che usciremo? Non ti preoccupare Luca"
"Sì Luca, non ti preoccupare. Sai che sei mio amico e niente può mettersi in mezzo"
Un coro di "awww" si fa alto nel cielo. Samuele deve essere proprio cotto per non essere più così burbero.

Non rimaniamo ancora molto, anche perché sta arrivando il freddo e forse è meglio andare a casa.
Mentre siamo in macchina Lando mette la mano sulla mia coscia e il mio istinto è quella di toglierla.
"Mi distrai alla guida"
"Ah sì? Allora forse è far meglio guidare qualcuno di esperto"
"Forse devi solo stare zitto e fermo"
"Dai Ludiiii!"
Gli prendo la mano e la metto sulla mia guancia.
"Ecco, qui va bene"

Mi fermo ad uno stop e lui la riporta sulla guancia. Faccio qualche curva e parcheggio davanti a casa. Lo guardo con la faccia arrabbiata, ma la verità è che riesco a tenerla per qualche secondo prima di scoppiare a ridergli in faccia.
Mi bacia. Questa volta la passione ci travolge, lui mi slaccia la cintura e io, dopo aver tirato un paio di calci al volante, mi ritrovo seduta su di lui. Slaccio la sua di cintura e le sue mani fanno su e giù dai miei fianchi, alzandomi la maglia. Il mio cervello è su di giri, non capisco più niente, ma la paura prende il sopravvento e lo fermo.

"Potrebbe uscire mio padre"
"Dici che ci aspetta svegli?"
"Potrebbe, lo fa sempre quando rientro a casa"
"Vuoi entrare?"
"Penso che sarebbe meglio"
"Va bene, allora entriamo" e apre la portiera.

Ecco, adesso penserà che non lo voglio. Si stancherà e quando ripartirà non lo sentirò più.

Mentre apro il cancello gli chiedo solo scusa, ma lui mi dà una carezza sulla testa bisbigliando che non è successo niente.

Sì lo so che non è successo niente, appunto.

"Siete tornati!" Ecco Ricky sul divano che ci aspetta.
"Sì, andiamo a letto. È stata una bella serata, ma siamo stanchi".

Entriamo in camera: che stupida, non ho pensato che io ho solo un letto.
"Ci facciamo piccoli?" Mi chiede.
"Se te la senti..." Gli rispondo.
Prima di spegnere la luce e di sdraiarmi prendo coraggio e gli confesso: "Non mi sento pronta. Credo che i piccoli passi si riferiscano anche a questo. Non ho grandi esperienze e sai che ciò che non ho in controllo mi spaventa".
"Nessun problema, per me va benissimo aspettare. Faremo un passo alla volta, insieme faremo esperienza"
"Non so cosa avevi in mente, spero non ti pesi. Scusami se non sono all'altezza"
"Non sei un peso, non pensarlo mai. Non c'è fretta, faremo con calma."
Spengo la luce e mi sdraio sul suo petto.
"E poi mi sa che mi sto innamorando delle tue fragilità" mormora.

A piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora