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Non so che fare. Vorrei cercarlo, ma ho paura solo di peggiorare le cose e allo stesso tempo vorrei parlare con Luca.

È Samuele che, entrando in camera, rompe l'abbraccio tra me e Anna.
"Anna dobbiamo andare a comprare le ultime cose, siamo stati incaricati in quanto soggetti meno a rischio" dice, senza rendersi conto di quello che sta succedendo.
"Va bene, dammi cinque minuti" risponde lei.
"Ludo?" Mi guarda attonito.
"Tutto ok Samu. Hai visto Luca?"
"Sì, è seduto sul divano a cercare di capire come cambiare la lingua alla TV"
"Ok grazie" tiro un sospiro di sollievo.
"Piuttosto, sai perchè Lando è uscito fuori dalla porta correndo?" Mi chiede.
"Correndo? Fuori?" Ripeto terrorizzata
"Sì..." Ribatte confuso.
Senza dare spiegazioni prendo la giacca ed esco a cercarlo.

Ho paura ad urlare il suo nome, così inizio a balbettare un "straniero? Dove sei?".
La montagna in inverno è estremamente fredda, non so se se ne sia reso conto, il sole sta iniziando a calare e in poco tempo sarà molto buio e molto freddo. L'idea che sia in giro da solo mi spaventa.

Dopo aver girovagato per una decina di minuti lo vedo: seduto su una panchina a fissare il cielo.

"Lando" sussurro.
"Ludovica" ribatte, voltandosi verso di me.
"Se mi chiami così sei davvero arrabbiato" mormoro co lo sguardo abbassato.
"Vorrei non esserlo. Più che altro che anche Luke pensavo fosse mio amico e ora invece temo di aver problemi di fiducia... E sai, dopo le mie esperienze passate che ti ho raccontato, speravo che questo non sarebbe più accaduto"

Lo stringo forte a me. Lui però rimane rigido, non si lascia andare.
Prendo il suo volto tra le mani e lo fisso negli occhi: dentro le sue iridi si riflettono le ultime luci del giorno, è bellissimo.

"Tu per me sei l'unico. Non importa se ci sono persone che posso vedere tutti i giorni ogni volta che voglio, tu hai fatto più di tutti gli altri e non potrei chiedere di meglio"
I suoi occhi sono lucidi, ma non risponde alle mie parole.
Lentamente le mie mani lasciano la presa e scivolano lungo i miei fianchi.

Sta iniziando a mancarmi l'aria, perché non mi considera?

Rimango lì in silenzio qualche secondo, poi muovo il primo passo verso casa. Non faccio in tempo a girarmi completamente che sento la mia mano tirare e una forza tirarmi verso il basso, facendomi sedere sulle sue gambe.

"Ludi io non sono arrabbiato. Per un attimo ho avuto il timore di perderti e mi è mancato il respiro. Mi è dispiaciuto che tu non ti sia sentita di parlarmene, immagino che anche a te questa situazione abbia messo in difficoltà"
"Lando perdonami. Non volevo ferirti o darti preoccupazioni inutili. Già un mese fa sentivo tutto l'amore per te dentro di me e le parole di Luca non mi hanno toccata minimamente, io pensavo solo ed esclusivamente a te"
Avrei voluto continuare a scusarmi, ma le sue labbra toccano le mie, le sue braccia mi stringono sul suo petto e ci scambiamo un bacio così intenso che mi vengono i brividi.

Si sbottona la giacca e cerca di avvolgermi dentro, probabilmente pensa che io stia tremando dal freddo.
"Lando... non sono brividi di freddo, ma di eccitazione" confesso.
"Allora troveremo il modo di rimediare" sospira facendomi l'occhiolino.
"Scusami" ripeto un'altra volta.
"Tutto sistemato, ora sto meglio" mi risponde.

Rimaniamo abbracciati per qualche minuto, ma il freddo ci sta entrando nelle ossa, così lo prendo per mano e ci dirigiamo verso la baita.

Apro la porta e corriamo direttamente di fronte al camino.
Noto che Carlos dà un'occhiata preoccupata al mio ragazzo, ma deve avergli risposto di non preoccuparsi. Forse anche in casa si sono accorti della nostra scenata.

Andiamo a cena e noto che Lando rimane un po' freddo e schivo nei confronti del mio amico ingegnere, ma non posso biasimarlo: è una ferita ancora fresca e ci vuole qualche giorno prima che si rimargini.
I piatti preparati dalla coppia spagnola sono squisiti, ma non avevo dubbi sulla loro dedizione e cura.

Aiuto a sparecchiare e nel mentre si avvicina Charlotte, la mora monegasca, che mi bisbiglia un semplice "guai in paradiso?"
"Quasi, ma ora tutto risolto" replico.
"Mi spiace cherie" borbotta
"Ve ne siete accorti in tanti?"
"Solo noi ragazze e Carlos"
"Mi spiace avervi fatti preoccupare. Non badate a queste cose, abbiamo due caratteracci"
"Dovete ancora trovare bene un equilibrio, siete si primi mesi della relazione e l'avete passata maggiormente a distanza. Andrà meglio".
Le stringo la mano in segno di ringraziamento, quasi di nascosto, come se avessimo confessato un segreto di stato.

Da lontano osservo Lando che parlotta anche lui con il monegasco, probabilmente a parlare dello stesso argomento.

Sono contenta sia perché lui, nonostante siano in competizione sulle piste, abbia degli amici all'interno dell'ambiente di lavoro e sia perché anche loro si stanno affezionando a me.
L'unione dei nostri mondi.

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