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Prima di imbarcarmi chiamo papà.
"Ricky arrivo per le 22.15"
"Ehi signorina, sparisci un weekend e pensi che ti faccia da tassista?"
"Papà"
"Sarò lì a prenderti Ludo, ordino le pizze"
"Sei il migliore papà del mondo"
"E tu sei una lecchina".

Salgo in macchina.
"Mi sei mancato" esclamo.
"Si può sapere cosa succede?"
"Niente, tutto ok"
"Ludovica sono 22 anni che mi menti, cosa c'è?"
"Non voglio andare in Inghilterra, ma tutti me la propongono come soluzione"
"Non andarci"
"Certo, diglielo tu al pilota numero 4"
"Che venga lui in Italia allora"
"La McLaren non vede l'ora di questa decisione, ci regalano anche la casa" ribatto con tono ironico.
"Se non ti rende felice allora non ne vale la pena"
"Ma io sono felice quando sono con lui"
"Sì ma il mondo non si ferma alla vostra bolla, cara".

La discussione con mio padre va avanti per quasi tutto il viaggio di ritorno. Poi, per fortuna devio il discorso sui test.

Mangiamo la pizza, sbatto il cartone nel cestino della carta e salgo in camera. Domani lavoro e non ho preparato il materiale.

È lunedì. Entro in classe e Gabriele mi abbraccia.
"Ciao Maestra! Questo weekend sono andato a vedere la partita di calcio di mio fratello e mi sono divertito tantissimo!" Mi dice entusiasta.
"Ah sì Gabri? E dimmi, che squadra ha vinto?"
"Non quella di mio fratello..." Risponde deluso.
"Oh che peccato! Sarà per la prossima volta!"
"Maestra tu cosa hai fatto?"

Cosa ho fatto io questo weekend? Ah sì, ho passato due giorni a riflettere sulla mia vita. A piangere. A parlare. A guardare macchine.

"Sono stata con il mio fidanzato, ci siamo visti dopo qualche tempo".
"Vi volete bene maestra?"
"Sì Gabri, ci vogliamo bene"
"E cosa avete fatto? Perché non vi siete visti? La mia mamma e il mio papà sono fidanzati e si vedono tutti i giorni"

Maledetta sincerità e curiosità infantile.

"Il mio fidanzato fa un lavoro che lo fa stare in giro per il mondo, per questo ci vediamo poco. Abbiamo chiacchierato e fatto passeggiate.
Ora Gabri siediti, dobbiamo fare la lezione".
"Che strano maestra, in giro per il mondo" risponde il piccolo mentre si dirige al banco.

Svolgiamo la lezione e al suono dell'intervallo, Federica si avvicina a me. "Allora Ludovica... Tutto bene con il pilota?"
"Fede sì, va bene. Però poi non lo so."
"Dimmi di più".
"Complicanze e decisioni da prendere."
"Segui il tuo cuore piccola Ludovica. Anche se è una scelta sofferta."

Federica è la collega che non ti aspetti: più grande di me, ma in gamba. In questi mesi mi ha fatto da consigliera, è stata una figura importante. Sono contenta di averla incontrata.

I giorni che mi separano dalla laurea passano velocemente e così mi ritrovo davanti a una commissione che mi proclama dottoressa in scienze e tecniche psicologiche.
All'uscita dall'aula i miei amici: Anna, Luca, Samuele. Le mie compagne di corso: Emma e Beatrice. Qualche parente, mio padre e in un angolo anche mia madre.
Sono felice.

Papà mi porta un mazzo di fiori, mentre il magico terzetto mi spara i coriandoli.
Finisce così il mio primo percorso all'università.

Anna mi passa il suo telefono in mano.
"Ehiii" sento dall'altra parte dello schermo.
"Ehi!" Rispondo con un sorriso a 32 denti.
"Congratulazioni straniera! Scusa, ma sono appena atterrato e ho fatto il prima possibile".
"Ma figurati! Grazie, sono felice!"
"Allora adesso dovrò chiamarti dottoressa eh?"
"Assolutamente sì, ma non si preoccupi signor Norris, la degnerò ancora del mio saluto" mi allontano un attimo dal gruppo.
"Come stai?" Mi chiede.
"Bene... Ho finalmente finito questo percorso. Ho chiuso una porta"
"Amore sono così fiero di te!"
Arrossisco.
"Tu come stai?"
"Gasato. La prima gara dell'anno: nuove auto, nuove sfide. Tutto da zero. Poi però penso che avrei voluto essere con te."
"Non importa. Recupereremo"
"Certo, il prima possibile"
"Torno dai miei amici ora... Tu non fare impazzire Charlotte."
"Va bene. Ti amo".
"Anche io, ciao Lando".

Torno dai miei amici, Luca e Samu mi prendono in spalletta, mi fanno fare il giro intorno alla statua e mi rimettono a terra.

Ricevo un sacco di messaggi di congratulazioni.
Una smorfia si compone sul mio viso: ricevo messaggi da molti, anche da chi non sento da tanto.

Mi si avvicina mia madre, con una piccola scatoletta. "Tieni tesoro, questo è per te".
Io tento di apprezzare la sua tenacia, ma quando la guardo ho solo rabbia.
"Grazie mamma" abbozzo.
"Vorrei che la aprissi".
"E va bene." Rispondo scocciata.
Scoperchio il tutto e ci trovo un anello. Sono sorpresa, mi piace moltissimo.
"Era della nonna. Me lo ha dato anni fa, ma io non sono mai stata in grado di portarlo, spero tu possa fare meglio" mi confessa.
"Grazie! È davvero bello. Lo metterò sicuramente".
"Sono fiera di te tesoro".
La guardo, non riesco a dirle niente.

"Ludo!" Mi chiama Samu.
"Devo andare ma', scusa" mi dileguo.

La festa continua, siamo in pochi intimi ma è così che mi piace.

Luca posta una foto

"Ludo dottora, Ludo laureata, Ludo sorridente e i suoi bodyguard sempre presenti"

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"Ludo dottora, Ludo laureata, Ludo sorridente e i suoi bodyguard sempre presenti"

Gliela commento: sembrate dei dodicenni di periferia! Grazie raga💕

Anche Lando aggiunge un commento: bella la mia ragazza 🧡

Che imbarazzo.

Ricevo un messaggio:

Carlos: Cabron! Ma ti sei laureata?!
Ludo: così pare🙈
Carlos: Ma che bello! Festeggerai anche con noi?
Ludo: appena riusciremo a vederci.
Carlos: a proposito, quando?
Ludo: non lo so... Non mi sono ancora organizzata.
Carlos: non fare la loca, a Imola ci sarai sicuramente.
Ludo: sì, ma sarà fine aprile. Altri due mesi😔.
Carlos: iniziamo a fissare questo, poi se ci vedremo prima sarà ancora meglio.
Ludo: speriamo Carlos, la vedo grigia.
Carlos: divertiti ora, io ti tengo d'occhio il Muppet.
Ludo: 😚💕

Si aggiungono Charles, Isa, Charlotte e persino Bert e Johnny. Ormai fanno parte della famiglia.
Un sorriso amaro compare sul mio volto: una famiglia? Non so neanche se ci rimarrò dentro...

Appoggio il telefono: non voglio pensare ad altro. Questa è la mia festa ed è il momento di celebrare il mio traguardo.
Non importa con chi, sono la mia unica risorsa.

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