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È tempo di metterci da parte e lasciarli lavorare.
Lando prende dei fogli in mano e si dirige verso un tavolo, pronto a parlare con la squadra.

Ne approfittiamo per farci un giro sulle tribune centrali e vedere tutte le squadre all'opera.

Mando un messaggio a papà: "non puoi capire cosa mi è appena successo, se te lo raccontassi non mi crederesti mai"
Mi risponde: "😨🤣🤣"
Mi fa troppo ridere.

Stiamo camminando lungo i box quando sento "Luke, Ludi???"
Un po' spaesati io e Luca ci voltiamo: è Lando che ci sta chiamando.
Samuele: "Guarda che sono Luca e Ludovica, non Luke e Ludi" la sfacciataggine con cui lo dice è assurda, però l'inglese si mette a ridere e ribatte "ma io sono anglofono, non riesco ad imparare i vostri nomi".
Ci fa cenno con la testa di seguirlo.
Prende i suoi guanti e li passa ad Anna, ma lei, terrorizzata, li lancia a me. Lui mi guarda negli occhi ed esclama "a quanto pare tocca a te".

È come se il mondo si fosse fermato.
24 ore fa ero seduta sugli spalti con la bocca spalancata perché non pensavo che mi sarei mai avvicinata più di così ad una macchina di formula 1 e ora ho in mano i guanti di un pilota.
Il mio sguardo è perso sullo schermo dietro Lando, sto pensando a quanta fortuna in una botta sola.
"Ludi?" È Lando che ricerca il mio sguardo.
Mi infilo i guanti senza pensarci e in tempo zero mi ritrovo seduta nella monoposto.
Ci raggiunge Bert e guardandomi sorridendo mi dice "ovviamente non potrai guidarla, ma ti faremo provare solo la sensazione di usare il volante, un po' come un simulatore, ma senza gara".
Rimango perplessa e prendo dalle sue mani il volante.

Lando imita i suoni del motore e ad ogni mio movimento accompagna un suono diverso, come se stessi curvando o frenando davvero. "Sai, alla fine sono ancora un ragazzino". In quelle parole c'è tutto l'orgoglio di chi è si è trovato catapultato in un mondo di adulti.

Lo guardo negli occhi. Sembrano di acquamarina, ma a tratti si nota più una sfumatura verde. Luccicano tantissimo, forse sono le luci al neon, oppure sono le parole appena dette che gli suscitano grandi emozioni.

Se ci penso non deve essere facile, alla fine io ho da poco fatto i 22 anni e non capisco come stare al mondo, mi sento una bambina anche se devo comportarmi da adulta; non oso immaginare come possa sentirsi lui, che ha sicuramente molte più responsabilità e molte più paure rispetto alle mie. Alla fine io sto ancora studiando e ogni tanto lavoro, ma il mio lavoro non mette a rischio la mia vita ogni giorno, il massimo che possa succedere a prendere un pugno da un bambino di 6 anni.

Bert mi guarda e mi dice che è il caso di andare, manca un'ora alle qualifiche e devono prepararsi al meglio.
Monza è una gara estremamente stressante e interessante, la più amata da noi tifosi italiani e per quanto vorrei vedere una Ferrari sul podio, spero tanto che Norris riesca ad ottenere un'ottima posizione.

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