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I giorni passano qui nella provincia di Monza e mentre io mi metto sotto con lo studio per gli ultimi esami alla laurea, Lando passa ore al simulatore a testare la nuova macchina.
Ci sentiamo, ci sfoghiamo e ci distraiamo dal fatto che ci dividano svariati km, terre, fiumi e mari.

A gennaio vedersi è impossibile: l'università mi sta risucchiando quelle poche energie lasciate dalle piccole pesti a scuola e sicuramente non ho tempo di prendere un aereo e dirigermi in territorio inglese.
Lo stesso vale per il mio pilotino: test, riunioni, progetti di Quadrant, la famiglia che giustamente lo reclama.

Mi pesa? Forse un po', ma stiamo facendo il nostro meglio per il nostro futuro, quindi cerco di rimanere concentrata e non pensare al fatto che mi manca tantissimo essere stretta tra le sue braccia. Mi mancano tantissimo i suoi piccoli baci sulla fronte, la sua risata e il suo essere incredibilmente impacciato.

Ogni tanto al venerdì sera mi concedo una pausa e il quartetto magico si riunisce: il solito. Una birra, una risata e qualche discussione e poi si torna a casa.

Crescere mi sta mettendo altamente alla prova, ma la mia ex psicologa sarebbe fiera di me.
Quando ho iniziato ad andare da lei in quarta liceo, ero indifesa e avevo paura del mondo, così mi rifiutavo di affrontarlo. Ora invece il mondo mi fa ancora paura, ma provo a buttarmi un po' di più nelle nuove esperienze.

Non è sempre facile, delle volte vado in crisi, ma la dottoressa mi ha lasciato gli strumenti per poter far fronte a qualsiasi (o quasi) cosa.
Da qualche mese abbiamo interrotto la terapia, o meglio... L'abbiamo terminata.
Siamo rimaste d'accordo che per qualunque cosa non devo esitare a chiamarla, ma al momento non ne sento il bisogno.
Certo, ogni tanto vorrei tornare lì e raccontarle come mi destreggio tra un compito e l'altro, tra il mio istinto da bambina e il mio voler stupire il mondo da adulta. Ma so che non ho elementi sufficienti per potermi sedere lì nel suo studio e parlare di quale nodo dovrei sciogliere.
Sono in equilibrio, anche se sono alla continua ricerca di esso.

Febbraio: consegno la tesi.
Un'emozione in descrivibile: mettere il punto a un percorso. Tre anni di università che passano con un click su "consegna tesi".
C'era Anna con me, a stringermi la mano in un momento così importante della mia vita, ma avrei tanto voluto che ci fosse anche Lando.
Mi aveva promesso che ci saremmo videochiamati, ma alla fine è rimasto bloccato di nuovo a dei test.

Ogni tanto ho sentito Carlos e Charles. Il primo per chiedermi del suo fratellino inglese, mentre Charles si preoccupa che mio padre non perda le speranze con la Ferrari.
Ma di questo non si deve preoccupare, ama il cavallino forse più di me.
Ed è proprio in una di queste chiacchierate che lo spagnolo mi invita di nuovo a Maranello: saranno lì per qualche giorno e vedersi dopo un paio di mesi davanti a un piatto di pasta può essere un'idea allettante.
Così un paio di giorni dopo mi ritrovo in territorio modenese, seguita solo dal mitico Riccardo, che ormai ha conquistato gli uomini in divisa rossa.

Vedere di nuovo sfrecciare le rosse mi riempie il cuore. La pausa invernale è sempre difficile gestirla: le ansie della nuova stagione e le problematiche della precedente non ti abbandonano mai.

Mentre mio papà tartassa ogni meccanico, ingegnere o qualsiasi altro membro del team, io mi permetto di offrire un caffè a Isa, ormai la mia confidente segreta di ogni mio problema.
Le chiedo della distanza, del non vedersi per tanto tempo e lei mi rassicura su ogni mia paura.
Certo, loro hanno qualche anno più di me e il pilota inglese, esperienze diverse e almeno appartengono alla stessa nazione che vuol dire stessa lingua e stessa cultura, anche se poi Carlos è un uomo di mondo.

Finalmente la seconda sessione di test a Barcellona: dopo quasi due mesi posso rivedere il mio fidanzato.
Come per il weekend ad Abu Dhabi parto il venerdì pomeriggio, ma questa volta per fortuna il volo dura molto meno e posso godermi di più le giornate.

Appena scendo dall'aereo chiamo un taxi, sono disposta a pagare anche il mio intero stipendio pur di volare in pista e abbracciarlo.

Non ho il vip pass al collo e non so come entrare. Inizio a sbuffare, vorrei solo infilarmi nel box McLaren e attendere l'arrivo di Lando, che sta ancora girando in pista.
Cerco di persuadere i bodyguard ai tornelli, mostrando foto e chat, ma niente.
Questa volta è Charlotte a salvarmi: vedendomi alle prese con uomini spagnoli, corre in mio soccorso mettendomi al collo il mio amatissimo pass ed entro nel paddock.

Ne approfitto per parlare con la pr...
"Ciao Charlotte! Allora? Come va?"
"Ludo! Agitatissimi per questa nuova stagione, i test ci stanno mettendo a dura prova e non vediamo l'ora del primo gran premio"
"Penso un po' tutti... Però a parte le gare tu come stai? Ti sei riposata? Hai visto la famiglia?" Cerco di allacciare un rapporto.
"Oh cara, sì sto bene. Sai, mi è mancato un po' il piccolo Lando. Anche se nelle interviste lo riprendo sempre, in realtà sono molto affezionata a lui e tornare a lavorarci insieme mi rallegra, mi fa sempre sorridere. Siete fortunati ad esservi trovati"
Il mio cuore si scalda e con un po' di imbarazzo rispondo: "sì è proprio un ragazzo d'oro. Non ci vediamo da un po' e sono agitatissima, ma non ho mai sentito la sua mancanza nonostante i km e i lavori diversi. Sono contenta che lavori in un team che ha saputo accogliere la sua personalità"
Istintivamente la abbraccio. Non ho idea del perché lo stia facendo e nemmeno perché non mi sia fermata, ma sento che anche la biondina si lascia andare e le sue braccia si incastrano perfettamente sul mio corpo.

I meccanici escono: le macchine rientrano nei box, ci siamo.
L'auto numero 4 viene parcheggiata e un simpatico ragazzo scende togliendosi il casco.
I nostri occhi si incrociano e il tempo sembra fermarsi. Nel mio stomaco ci sono farfalle, sento le mie ciglia umide e i miei zigomi si alzano così tanto quasi da non farmi più vedere. Rimango immobile, come se fossi bloccata, ma per fortuna la tuta blu mi corre incontro e mi stringe tra le sue braccia.
Le nostre fronti una attaccata all'altra, i nostri nasi che si sfiorano e le sue mani tra i miei capelli
"Ciao straniero" gli sussurro.

Spazio autrice
Ciao ragaa, scusate l'attesa, ma è davvero un periodo impegnativo.
A una settimana di distanza vi chiedo: contenti per la vittoria di Max? Io sì, moltissimo! Se la meritava davvero, anche se la gestione della gara è stata pessima.

A piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora