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LANDO'S POV

Domani parto per gli Emirati Arabi e ancora non mi arrendo all'idea che lei non sarà con me. In questi giorni abbiamo discusso tanto, so che non le devo vietare di vivere la sua vita e che è lei a doversi subire 14 ore di volo in due giorni, ma almeno mi sembrava corretto metterla al corrente dei miei sentimenti.
Poi ora è anche arrabbiata dal fatto che probabilmente io non sarò in grado di passare dei giorni a casa sua a gennaio e febbraio, perché Zak ha ordinato categoricamente che io devo stare al simulatore e non ha tutti i torti, la nuova auto mi spaventa ed è davvero utile che io mi alleni il più possibile, per poi avere meno difficoltà possibile ai test.

Invece il 27 dicembre la raggiungerò in Italia e dopo un paio di giorni raggiungeremo Carlos, Charles, Pierre e George a Madonna di Campiglio, poi Nicholas e Mick  forse verranno qualche giorno dopo.
Abbiamo deciso di passare il Capodanno insieme, giusto per mantenere alto l'umore in griglia e non farci schiacciare dalla competizione.
Abbiamo chiesto anche a Daniel e Yuki, ma preferiscono tornare a casa loro dall'altra parte del mondo e non possiamo dar loro torto, mentre Max sarà a Cuba con Kelly.
Verranno anche le fidanzate dei miei amici e gli amici di Ludi, quindi la compagnia sarà tanta, spero di ritagliarci qualche spazio solo per noi due.

Passo la giornata a fare le valigie e il giorno della partenza è arrivato in un batter d'occhio.
Io e il mio team saliamo sull'aereo, ma al contrario di ogni volo, questa volta non riesco a dormire. Mi si avvicina Bert, l'uomo che ha avuto in mano il mio destino.
"Lando come stai?"
"Bert... Da quanto tempo non chiacchieriamo così profondamente? Comunque sto... Sono un po' triste perché come saprai il quartetto magico non ci sarà questo weekend e avrei voluto festeggiare"
"Sì, ho saputo. Mi spiace, ma così sembra quasi che tu non abbia voglia di festeggiare con la squadra che ti sopporta da tutto l'anno" risponde ridendo.
"No hai assolutamente ragione, in realtà sono contento, ma mi sarebbe piaciuto essere al completo"
"Lo so piccolo Inglesino. La chiamerai, ok? Piuttosto... Hai in mente qualcosa per domenica sera?"
"Io e Daniel pensavamo di portarvi da qualche parte a festeggiare, magari in un locale simile a quello del mio compleanno"
"Ci sta! Mi raccomando però, dateci un limite, altrimenti ci vendicheremo del duro lavoro fatto quest'anno eh"
"Mi sa che sarete voi a dovermi controllare, ma soprattutto ho paura di Dani. Lui è LA festa e sappiamo come andrà a finire"
"Hai ragione... Non fateci preoccupare eh"
"Ci proverò Bert"
Poi lui viene chiamato, non si smette di lavorare neanche durante la trasferta e io vado tra le braccia di Morfeo. Sarà una settimana lunga e forse è meglio che mi riposi, così non ho neanche tempo di pensare.

Fine LANDO'S POV.

È giovedì e la mia valigia è già pronta. Starò via circa 48 ore, ma voglio essere pronta a qualsiasi occasione, non ho idea di come sarà ad Abu Dhabi.
Per fortuna la mia collega mi ha chiesto un cambio turno e lunedì inizierò alle 14.10, così domenica sera potrò prendere il volo delle 23 e avere la mattina del lunedì per riposarmi.

La giornata di venerdì sembra interminabile e appena suona la campanella esco dal cancello: c'è Luca alla guida ad aspettarmi. Ci dirigiamo verso Bergamo e voliamo a Londra e al nostro arrivo, proprio come mi aveva preannunciato Bert, c'è Phebe ad aspettarci insieme ad altre persone, così tempo 45 minuti e siamo sul secondo aereo.
Atterriamo alle 9.35 di mattina e per le 11 siamo al paddock.  Stanno terminando il secondo giro di prove libere quando arriviamo, così corriamo velocemente dentro il box.
Mi do una sistemata velocemente e mi metto nel suo stanzino, seduta sul suo letto con una rosa in mano.

Guardo lo schermo: sta rientrando. Ho il cuore che batte a mille, ho paura mi scoppi da un momento all'altro. Sento Daniel che schiamazza: "cambiati veloce che dobbiamo andare". Ci siamo, sta per entrare.
La maniglia si abbassa lentamente, sento che borbotta qualcosa, probabilmente sta rispondendo al compagno di squadra.
Apre la porta ma tiene lo sguardo abbassato, i suoi capelli sono tutti scompigliati e passa una mano tra di essi, come per volerli pettinare.
Alza lo sguardo e tira un urlo, per poi mettersi la mano sulla bocca. Rimane immobile per 10 secondi e io pure, solo i miei zigomi si alzano così tanto da chiudermi gli occhi.
"Straniera" fa uscire dalla sua bocca.
"Ciao Lando" sussurro.
L'inglesino si dirige verso di me e mi stringe così forte che smetto di respirare. Sentiamo la porta spalancarsi: è il suo coach che, probabilmente spaventato dall'urlo, è venuto a vedere se fosse tutto a posto. "Vi lascio soli" ci dice soltanto.

I suoi occhi non smettono di fissarmi, continua a toccarmi per capire se sono reale. Gli afferro il volto tra le mani e lo porto al mio. Ci baciamo. Mi solleva e accingo le mie gambe intorno al suo bacino, senza mai staccarci. I suoi occhi sono lucidi e le nostre fronti si sfiorano l'una con l'altra.
"Sei matta" mi mormora.
"Ti è piaciuta la sorpresa?"
"Devo ancora realizzare"
Ci abbracciamo di nuovo e mi riappoggia sul lettino.
Io sto tremando e lui non mi molla la mano. L'adrenalina nel nostro corpo è alle stelle e il mondo attorno a noi è completamente fermo.
"Io ora non ho organizzato niente, sai che questo weekend sarebbe stato impegnativo, io ora non sono concentrato, mi mandi fuori di testa"
"Lando. Respira. Ora che sono qui non cambia niente, anzi, puoi solo fare meglio perché il tuo porta fortuna lo hai direttamente al tuo fianco"
"Ma così non avrò-"
"Stai zitto. Ora vestiti che Ricciardo ti aspetta"
Non faccio in tempo a finire la frase che la porta viene di nuovo spalancata.
"Lando ti muo-" l'australiano si blocca non appena mi vede.
"Ludovica! Ciao! Ce l'hai fatta quindi! Che bello vederti. Allora vi lascio soli e non vi disturbo. Ma mi raccomando" ci fa l'occhiolino.
"No, ma figurati. Cosa dovete fare?" Gli domando.
"Andiamo a pranzo. Vuoi unirti?"
"Se posso sì! Ma non sono sola."
Lando inclina la testa e il suo sguardo si fa confuso.  Dalla porta si affacciano tre volti noti "ehilààà" urlano.
"Ragazzi!" Esclama Norris.
"Credevi che vi avremmo lasciati soli? Eh no caro, dovrai aspettare ancora un po'..." Dice Samuele.
"Venite qui" e abbraccia anche loro.
"Dai ragazzi, per presentarci bene venite in macchina con me, mentre lasciamo i piccioncini soli"

Così prendiamo le chiavi della macchina e andiamo verso il ristorante. Lando non mi lascia neanche un secondo.
"Tu mi vuoi fare morire" afferma
"Volevo solo sorprenderti... Sapevo quanto ci tenessi e ho provato a fare del mio meglio. Sappi che il merito però è di Bert e soprattutto che domani sera io devo ripartire, non posso fare di più"
"Cercherò di passare più tempo possibile con te."
"No, tu cercherai di fare il meglio in gara perché voglio quel terzo posto"
"Agli ordini capo" e mi bacia la mano proprio mentre parcheggia.

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