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Papà è a Malpensa ad attendermi.
Non appena riconosco la sua macchina inizio a correre, con la valigia che sbanda ovunque. Lo abbraccio e gli sorrido, dopotutto è bello essere a casa.

"Allora signorina, i Norris sono meglio di me?"
"No papà, nessuno ti può battere"
"Ah ecco, sono il papà preferito di tutti" scherza.
Gli racconto a grandi linee cosa ho fatto in questi giorni lontana da casa, ma l'umore cambia quando mi ricorda che la vita non è fatta solo di baite e boschi inglesi, ma anche di libri e lauree.

Mi preoccupa tantissimo la sessione e la scrittura della tesi, ma devo farlo se voglio diventare ciò che ho sempre sognato.

Dopo cena sento suonare il campanello. Sono in pigiama e con un asciugamano in testa, allarmata apro la porta.
Nulla di preoccupante, è Anna che ormai si autoinvita a casa mia senza preavviso.

"Tu pensavi che sarei riuscita ad aspettare domani per vederti?"
"Sai com'è, avrei dovuto finire di sistemarmi"
"Ma chissenefrega, tu ora mi racconti tutto".

Dopo averle fatto il riassunto di questi giorni inglesi inizio ad esporle i miei dubbi e le mie incognite.
Papà ci porta in camera due birre, ha già capito come finirà la serata.

"Vedi Anna, come farò a far conciliare tutto? Il lavoro, gli studi, le amicizie e la mia relazione?"
"Perché ti poni problemi ancora prima di affrontarli?"
"Perché quando c'è stato Matteo non mi sono fatta domande e guarda com'è finita".
"Sì ma avevi anche sedici anni e il contesto era completamente diverso"
"Appunto. Potevo vederlo tutti i giorni, non avevo mille impegni da gestire e la maggior parte delle mie amicizie erano in classe, mentre ora stanno tutte sparse"
"LUDOOOOO CALMATI" mi urla.
"Guarda che avere un luogo diverso da frequentare per ogni ramo della tua vita può giovare a tuo favore perché così non puoi mischiare il tutto" aggiunge.
"Non so.... E se non riuscissi a ritagliarmi del tempo? Se mi dimenticassi di qualcosa o qualcuno?"
"Le persone che ti vogliono ti cercano se si sentono messe da parte.
E poi non siamo più al liceo, siamo maturi abbastanza da capire che gestire le nostre vite diventa sempre più complicato e che non è necessario vedersi tutti i giorni per volersi bene".

La abbraccio. Parole più giuste di queste non credo avrei potuto sentire, è proprio quello di cui avevo bisogno.

Mettiamo su uno dei nostri film preferiti: Notting Hill. Io, come al solito, piango, mentre Anna (forse ormai influenzata dal carattere un po' burbero di Samuele) si lamenta di quanto ai suoi occhi William sia stupido per mollare sempre al primo colpo.
Inizia la nostra solita discussione sulla trama del film, un "litigio" che va avanti ormai da anni, ma di cui non riusciamo a trovare soluzione.

Da una parte il mio animo da inguaribile romantica, dall'altro la schiettezza di Anna che mi porta sempre alla realtà.

Andiamo a dormire, la obbligo a rimanere da me, non è il caso che prenda la macchina dopo tutta la birra che ci siamo bevute.

Faccio fatica a prendere sonno.

E se io fossi la sua Hugh Grant e lui la mia Julia Roberts? Cioè... Io la sua William e lui la mia Anna?
Chiaro, nessuno dei due è bello come loro, però la trama del film mi ricorda vagamente la nostra storia...
Ma se il nostro amore non bastasse? Se i nostri sentimenti non fossero abbastanza per portare avanti questa relazione?
Io d'altronde non ho ancora capito cosa lui ci trovi in me. All'inizio era l'entusiasmo di vivere una vita da ventenne qualsiasi, ma ora?
Io amo le sue fragilità e la determinazione, il suo volermi sempre spronare al meglio e al non farmi rinunciare a niente, il suo venirmi incontro quando non so più dove sbattere la testa, i suoi tentativi di comprendere l'inglese maccheronico di mio padre, l'essere rimasto calmo nell'incontro con mia madre e il chiedermi sempre di portare i miei amici con me.

Ma lui? Lui perché mi ama? Chi glielo fa fare di stare con una ragazza italiana che non sa ancora che piega prenderà la sua vita, che vuole fare tutto ma non riesce a fare niente. Una ragazza con i suoi fantasmi alle spalle, che non sa se è pronta a rinunciare a ciò che si è costruita negli ultimi 4 anni, dopo aver chiuso e demolito parti del passato, per andare incontro a qualcosa di ignoto.

E poi io lo so. Tutti pensano che io lo stia sfruttando per la visibilità, per i possibili guadagni che ne posso trarre, ma la verità è un'altra e lui la sa bene.

Maledico quasi il giorno in cui ho rivolto la parola a Luca e Samuele, che ci hanno fatto conoscere Bert e Johnny e tutto quello che ne è conseguito.
A settembre ero una ragazza con la vita a repentaglio, ma senza porsi il problema di quando avrebbe visto l'uomo della sua vita, senza doversi domandare quali aerei avrebbe dovuto prendere, quante ore insonni, adeguarsi a jet leg e dover parlare per la metà del tempo in inglese.

Io volevo un amore semplice. Nei film ti illudono che si possa fare tutto con uno schiocco di dita e invece non è così, cazzo.
Non mi sono mai piaciute le cose semplici, ma questa volta ho davvero esagerato.

Il mio respiro è pesante e delle lacrime rigano il mio volto. Non so se la bionda abbia super poteri o se fosse sveglia anche lei, ma mi stringe forte e mi bisbiglia "si sistemerà tutto, ora dormi e domani ne parliamo".

Non ho neanche sentito Lando. Gli mando un messaggio nella speranza che non gli venga un infarto a vedere una notifica a quest'ora.

Ludo: Per questa notte Anna ha riempito lo spazio vuoto di fianco a me, ma non è la stessa cosa. Mi manchi già tantissimo, ma so che la nostra distanza è per renderci persone soddisfatte e felici. Ti amo🧡"

Passano 10 minuti, in cui probabilmente sono arrivata a contare oltre mille pecore nella mia mente.

Lando: Sono più sereno a sapere che ci sia qualcuno a farti stare meglio. È difficile anche per me, ma sono sicuro che il destino prevede tante cose belle per noi. Ora riposa che quando non dormi diventi antipatica🤪🙃🧡"

È il solito burlone.

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