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Lando's pov

È passato qualche giorno da quando ho salutato Ludi in aeroporto.
Ho pianto? Sì, ma ho anche pensato tanto.
Isa e Carlos sembrano essere diventati i miei genitori: si preoccupano per me ogni secondo, non mi lasciano mai solo, ma in realtà è tutto quello che vorrei.

Siamo in Australia e io ci sono stato solo una volta da quando sono in F1.
È stata la mia gara di debutto nel 2019 e le emozioni che provavo erano molto diverse.
Chissà se quel ragazzino di 19 anni si sarebbe mai immaginato tutto questo.
Spengo i pensieri e accendo il motore, mi dirigo verso St. Kilda, Daniel mi ha detto che è una spiaggia spettacolare.

Non so se sia il destino avverso, ma caso vuole che ci sia Verstappen sul luogo e facciamo una passeggiata sul molo.

"Lando so di aver sbagliato a invadere la tua privacy, ma ho chiesto a Carlos ciò che ti è successo... Mi dispiace. Non voglio sentirmi in colpa"
Lo blocco prima che finisca la frase. "Max nessuna colpa. È un pensiero che aveva già, probabilmente Kelly l'ha aiutata a realizzare. Non avete colpe, non è successo a causa vostra. È andata così"
"E lasci che lei decida tutto così? Guarda che io me la sono sudata: prima di convincere Kelly ad uscire con me penso di aver penato molto".
"Ma comunque i problemi non si risolveranno"
"Se non parlate sicuramente no. Ci vorrà del tempo? Ok bene, attendila. Falle capire che tu non la vuoi perdere. Se è questo quello che vuoi, ovviamente"
"Dici?"
"Sono Max Verstappen, non ho mollato fino all'ultimo giro ad Abu Dhabi e guarda cosa ho ottenuto".

Lo abbraccio. Ci vogliamo veramente bene, anche se non ce lo diciamo e dimostriamo mai.
"Dai scrivile"
"Ma sei fuori?!"
"Non vuoi sapere come sta?"
"Sì ma ci siamo lasciati".
"L'affetto mica sparisce Lando. È importante per te?"
"Certo che lo è! Sono un uomo distrutto."
"E allora vai. Chiedile solo come sta, dille che la pensi".

Starò sbagliando? Sì. Ma il mio cuore mi dice che devo farlo e lo farò.

Lando: ehi ciao. Volevo solo chiederti come stai... Comunque non potrò dimenticarmi di te, probabilmente sto sbagliando, ma mi manchi Ludi. Mi manchi e voglio solo dirti che capisco la tua decisione, ma se dovessi aver bisogno di me io sono qui.

Passano le ore prima che mi risponda. La notifica mi arriva a cena e Bert la nota.
"Lando ma che fai? Così non la dimenticherai mai"
"Io non voglio dimenticarla"
"Che dice?"

Apro il messaggio:

Ludo: Ciao Lando. Sto cercando di stare bene. Credo che per ora sia meglio non sentirci, renderemmo tutto ancora più difficile. Dobbiamo andare avanti con le nostre vite, spero stia bene anche tu.
Magari un giorno ci rincontreremo...

Lando: Ludi io non voglio andare avanti se tu non ci sei. È vero, ci sono le gare, il mondiale... Ma vorrei ci fossi anche tu. Possiamo parlare ancora una volta? Ti prego.

Ludo: mi spiace, credo che per il momento sia meglio così. Prenditi cura di te.

Sotto il disappunto di Bert lancio il telefono e in brevissimo tempo mi sento tirare uno scappellotto sulla testa: è Carlos.
"Pensi che non avrei chiesto di tenerti d'occhio prima che tu possa fare danni?"
"Carlos è stato Max a convincermi. Ho sentito anche Oliver e lui mi ha detto di cercarla."
"Ah Cabron, lasciale spazio ora. Tra un po' di tempo avrebbe avuto più senso. Non cercarla più, non finché c'è una vera motivazione"
"Ma Carlos la motivazione c'è"
"Basta Lando. Va a finire che peggiori le cose, lo pensa anche Isa e noi la conosciamo abbastanza."

Apro Instagram e noto una foto di Anna

"Anche la Ludo mi vuole bene🤪♥️(Grazie Samu per aver immortalato un secondo di tenerezza)"

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"Anche la Ludo mi vuole bene🤪♥️
(Grazie Samu per aver immortalato un secondo di tenerezza)"

Sorrido e penso che almeno è tra le braccia giuste.

Ma spero non cada tra quelle di Luca. Non credo lo farebbe mai, o almeno non nell'immediato. Sarebbe ipocrita da parte sua, anche se magari da cosa nasce cosa e... No, non succederà.
Mi convincerò che sia così e poi... Non saranno più problemi miei.
Ora le nostre vite si sono separate.

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Zak mi chiama, è ora di trovarci a parlare per il gran premio di Melbourne.
Ci troviamo nel suo ufficio, quello che usiamo quando siamo in giro per il mondo.
Si congratula con me per i risultati raggiunti nelle prime gare e mi augura di continuare in questo modo e poi finiamo a parlare di tecniche, strategie, gomme, possibili scenari. Insomma: parliamo di lavoro.

Zak per me è come un papà, mi ha preso sotto la sua ala protettrice e per me farebbe qualsiasi cosa. Mi vuole bene, più di un normale rapporto datore-dipendente, gli sto simpatico e ne sono fortemente grato.
Mentre ci congediamo mi dà una pacca sulla spalla.
"Forza ragazzo, sei davvero in gamba. Se hai bisogno di parlare, per quel che posso sono qui."
Ha capito senza che io dica nulla e apprezzo molto.

Torno in hotel e chiamo Oliver.
"Come va?" Mi chiede.
"Va. A casa? Mamma?"
"Oggi mi ha chiesto se ti avessi sentito. Guarda che quella capisce tutto, diglielo prima che lo faccia qualcun'altro"
"Me la passi?"
...
"Lando, bambino mio ciao! Come stai? Come va in Australia? Il jet leg?"
"Ciao mamma, ormai mi sono abituato al jet leg. Ascolta... Promettimi che non dirai niente di brutto o che non mi assillerai, ma tra me e Ludovica è finita. Le nostre vite al momento sono incompatibili e forse è meglio così"
"Ma come?! Tesoro, io vorrei tanto abbracciarti. È una ragazza d'oro però, non sento rancore nella tua voce. Sistemerete il tutto, vedrai"
"Mi dite tutti che sistemeremo, ma non ci parliamo già più. Non illudetemi, fatemi solo il piacere di non chiedere più niente, ok?
Ora vado mamma, mi devo allenare con Daniel. Ti voglio bene" ribatto con tono aggressivo.
"Va bene Lando, ti voglio bene anche io" risponde amareggiata.

In realtà spero di averla confusa, qua è quasi ora di andare a dormire, o almeno per me.

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