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Lando aveva ragione: è quasi inevitabile parlare di suo padre con Mick, però ci sono i giusti modi per farlo e dirgli che la mia passione per lo sport è dovuta a suo padre è uno di questi.
Mi ha chiesto come è stato vissuto il fenomeno in Italia, qual era la percezione di uno dei campioni di F1 più famoso.
A casa, appesa al muro, ho una foto di una piccola Ludovica con il cappellino della Ferrari. Lo stesso che ho portato con me in autodromo nel 2006 quando Michael ha annunciato il ritiro. Lo stesso che poi ho portato con me agli altri granpremi. Vorrei tanto mostrarla a Mick, vorrei tanto dirgli che sono sicura che suo padre è orgoglioso di lui così come noi italiani per anni lo siamo stati davanti allo schermo di una TV.

Mi faccio prendere dall'emozione e una lacrima scorre sul mio volto. Mi vergogno un po', non dovrei essere io quella commossa eppure eccomi qui.
Con la scusa di dover andare in bagno abbandono la conversazione, ma Lando mi segue immediatamente.
Non faccio in tempo a chiudere la porta che l'inglese è entrato dentro.
"Cos'hai?"
"È che lo trovo ingiusto. Dai suoi occhi si vede tutto l'amore per il padre e non lo può vivere al 100%. Non è giusto"
"Ludi..."
"No basta, fa niente. Non è il momento di essere tristi. Però non è giusto che ci sia gente che debba soffrire così quando non se lo merita"
"Ecco, quindi non sgridare più tuo papà quando ci sono io" dice con tono ironico, nella speranza di tirarmi su il morale.
"Ma è così che mostro il mio affetto!"
"Ah sì?!" Mi risponde abbracciandomi fortemente.
Mi asciugo le lacrime e torniamo in sala. Sono tutti svegli e ci mettiamo a programmare il resto delle giornate, anche se io e Lando stasera partiremo per Milano per prendere l'aereo e andare a Bristol, dai suoi.

La giornata scorre in fretta, cerco di passare più tempo possibile con i miei amici, mi mancano già.

Arriva presto la sera e ci tocca salutare tutti. Abbraccio Isa, ormai sta diventando come una sorella maggiore, quella che vedi raramente ma che ti sa dare ottimi consigli. Non credo lo ammetterò mai, ma credo sia la mia preferita.
Charles si stringe a me e mi bisbiglia all'orecchio "ci vediamo presto. Ci mettiamo d'accordo per Maranello". Saluto anche Mick: "è stato un piacere" accenno timidamente.
"Avremo altre occasioni per parlare, mi farebbe piacere" mi risponde.

Prendiamo le valigie e ci dirigiamo sulla macchina, direzione casa mia. Un piccolo saluto a mio papà e poi direzione aeroporto.

Il volo non lo percepisco minimamente, mi addormento non appena decolliamo, neanche l'ansia riesce a tenermi sveglia.

Eccoci a Bristol.
Una macchina ci attende fuori dall'aeroporto: è il padre di Lando, Adam.
Mi do una sistemata veloce, anche se non posso fare miracoli.
"Ciao papà!" Urla l'inglesino mentre gli corre incontro.
"Ehi campione!" Mi sembra una scena di un film.
Si abbracciano velocemente.
"Questa è Ludovica"
"Salve. Piacere" farfuglio tutta agitata.
"Ciao Ludovica, benvenuta. Sono Adam".
Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa.
"Allora, ti fa disperare il ragazzo?"
"No signore. È bravo, ha tanta pazienza ed è affettuoso".
"Non chiamarmi signore, ma per il resto sono contento. Ho aspettative su di lui. L'ho educato bene e vorrei si vedessero i frutti"
"Certamente! Non posso lamentarmi, anzi, spero di non avergli messo troppo a repentaglio la vita" affermo un po' imbarazzata.
"Non mi posso lamentare" risponde ironico e io sorrido.

Eccoci davanti alla porta di casa Norris. Ho il cuore in gola, non so come Lando sia riuscito a rimanere calmo il giorno che ha incontrato mio padre.
Mi stringe la mano e apre la porta.

"Amore mio!" Urla la madre
"Ciao mamma" risponde scocciato mentre viene riempito di baci.
"E questa dovrebbe essere la ragazza che ha rubato il cuore al mio piccolino! Piacere, io sono Cisca"
"Salve, sono Ludovica, spero di essere io la ragazza di cui parla" cerco di spezzare l'imbarazzo con del sarcasmo.
"Oh tesoro! Accomodati pure" mi risponde ridendo.

Non è di certo casa mia, è molto più grande e con uno stile completamente diverso. Non avrei saputo immaginarmela, ma penso che questo possa più o meno corrispondere a quello che ci si può aspettare.

Sì presentano anche le due sorelle e, infine, Oliver. Non so perché, ma temo tanto questo incontro. Per Lando il fratello ha un ruolo molto importante, ma allo stesso tempo è un po' ambiguo.
Il mio ragazzo è sempre rimasto molto sulle sue, non ne parla molto, un po' come me con la faccenda di mia madre.

La famiglia Norris cerca di mettermi a mio agio, mi fanno domande e complimenti. Ovviamente il dettaglio che più li incuriosisce è il mio essere italiana, diventa l'argomento principale della giornata.

Lando's pov

L'idea di farle conoscere i miei mi ha messo ansia. Mio papà è un po' rimasto sulle sue, mentre mamma sembra averla presa bene.
Flo e Cisca credo la stiano ancora studiando, ma lo stesso fecero con Savannah e ora invece la adorano.
Ho solo paura che Oliver possa dire qualcosa fuori luogo, ma di solito con gli ospiti non esagera.

Vederla così imbarazzata la rende ancora più bella, sembra così piccolina che vorrei proteggerla da ogni suo dubbio o timore.

"Lando, tesoro mio, mi accompagni in cucina?" Mi chiede mia madre.
Mi alzo senza troppe domande.
"È una ragazza molto carina" sussurra mentre muove su e giù piatti e bicchieri senza un senso.
"Sì, è anche a modo, come piace a te"
"È intimorita però, vero?"
"Credo di sì"
"Preferisci che si ambienti in casa senza di noi? Trovo una scusa per uscire"
"Ma no mamma, tranquilla. Credo sia proprio carattere"
"Beh però mi pare che in poco tempo con te abbia preso confidenza"
"È diverso. Sono stato io ad averla portata in un mondo in cui lei c'era già e inoltre era sempre affiancata dai suoi amici a vivere la solita routine. È la mia che è stata stravolta"
"A me non sembra. Lei si è fatta gare in giro per il mondo per la prima volta, ha preso aerei e conosciuto gente. Tu invece sei solo andato qualche volta in Italia".
"Sì mamma, è vero. Però non è questo il punto. Vedrai che tra un paio di giorni sarà come una sorella per Cisca e Flo"
"Lo spero tesoro. Più che altro perché mi farebbe davvero piacere averti qui più spesso e vederti così sereno, nonostante tutto".
"Ce la faremo. Dalle fiducia."
"Sai qual è il mio timore..."
"No mamma, non è come le altre" rispondo scocciato.
"Lo so che sei felice, si vede. So anche che è merito suo, siete innamorati. Era solo un suggerimento".
"Mamma una persona che vuole ottenere qualcosa da te non prende due aerei in meno di 48 ore per farti una sorpresa, per dirti che ti ama e per consolarti non appena hai un attacco di panico"
Un silenzio cala in cucina.
"Va bene tesoro. Allora prendi questi piatti che mangiamo la carrot cake"

Torno in sala e Ludi mi guarda come se avesse già capito che qualcosa non è andato come doveva.
Mi siedo vicino a lei e le stringo un braccio intorno al fianco, mentre lei mi stringe la mano.
È la mia forza.

A piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora