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"Dai smettila" le rispondo.
"Va bene, non sarai cotta, però non puoi dire che questo suo comportamento non ti lusinghi!"
"Questo lo posso ammettere"
"Oooh finalmente"

Ma d'altronde chi non si sentirebbe leggermente ammaliato da una situazione del genere? Un ragazzo che passa la vita a correre su una macchina a 300 km/h, che vive in una bolla tutta sua fatta di piloti, meccanici, ingegneri, addetti stampa, addetti social e chissà cos'altro, ti dedica delle attenzioni e sembra parte del tuo gruppo. Come ti sentiresti? Penso proprio che un sogghigno esca spontaneo un po' a chiunque.

Andiamo a letto, ma la mattina veniamo svegliate alle 8 dal telefono della camera.
Risponde Anna quasi grugnendo: "chi è?"
"Ciao, sono Lando vi chiamo dalla reception. O scendete tra 10 minuti oppure tra un'ora vi faccio venire a prendere da qualcuno e venite al paddock."
In sottofondo si sente una voce femminile esclamare "anche loro? Ti cacciano prima o poi".
"Facciamo che veniamo noi, niente macchine o cose strane. Ci vediamo il prima possibile" e mette giù.
La fisso preoccupata. "Chi è?"
"Il principe azzurro ha detto di raggiungerlo al paddock, ma mi sa che la sua mamma biondina non è molto d'accordo".
"Andiamo a chiamare i ragazzi".

Passiamo 10 minuti a bussare ininterrottamente, finché Luca si avvicina brontolando "ma cosa volete?".
Spieghiamo la situazione e dopo un'ora e mezza siamo quasi ai box.

Ecco il primo ostacolo: non abbiamo niente che ci possa far accedere ai box. La security non accenna a cedere, le abbiamo provate tutte e Lando non mi risponde ai messaggi.

Samuele viene colto da un lampo di genio a cui aggiunge la sua sfacciataggine: vede Sainz passare e inizia ad urlare "Carlooos", come se fossero amici di infanzia.
Il pilota spagnolo si avvicina con uno sguardo terrorizzato e Samu subito interviene "ehi ciao! Allora non sono pazzo e tu sei un bravissimo pilota, poi va be' guidi per la Ferrari che è un po' il sogno di tutti. Ecco, ora non è che ci chiameresti Lando? Lo conosciamo per davvero. Ludo fagli vedere i messaggi".
Lo fulmino con gli occhi. Non sappiamo se Lando vuole che questa nostra amicizia venga resa nota e anche se pensiamo che i due piloti siano ancora in buoni rapporti, non è detto che si dicano tutto.
Luca mi strappa il cellulare dalle mani e lo porge sotto il naso di Sainz.
"Che cabron. Vi mando qualcuno del suo team. Ciao ragazzi, magari ci rivediamo, ora devo andare."

Dopo un quarto d'ora arriva Johnny. "Siete dei disgraziati" sghignazza mentre ci porge il pass.

Ci accomodiamo nel garage e Anna si mette a preparare un po' di caffè per il team. Cerchiamo di sdebitarci per l'infinita accoglienza che riservano per noi ogni volta.

Arriva Charlotte: "ragazzi, una parola". Diventa seria: "Non è che non mi fidi di voi, semplicemente mi preoccupo seriamente per questo ragazzo. Per favore, non approfittatevi di lui, ultimamente lo vedo più sereno in vostra compagnia e vorrei che rimanesse sempre così. Quindi mi raccomando: niente uscite clamorose, profilo basso, poi per il resto potete continuare a ridere e scherzare".
"non ci permetteremmo mai di prendere in giro questo ragazzo, faremo di tutto per mantenere la situazione tale e se dovessimo renderci conto che stiamo diventando un elemento di disturbo nella sua vita ci allontaneremo. Teniamo molto alla sua carriera e non vorremmo mai essere la causa di qualcosa di brutto." Replico.

Ma ecco una voce da lontano: "stranieri!" . L'inglesino dagli occhi azzurri si avvicina a noi col pilota numero 55.
"Ho saputo che hai riconosciuto Carlos, finalmente ho tempo per presentarvi e farvi conoscere un mio amico. Questa volta sarò io a ridere a crepapelle per tutti i guai combinato i primi due anni in McLaren".
Risalutiamo Carlos con un certo disagio e iniziamo ad approfondire la conoscenza anche con questo pilota.

Compaiono gli inviati Sky che entrano al box . Fanno delle domande sull'amicizia che continua nonostante la competizione tra le due squadre, mentre il quartetto magico rimane sullo sfondo dell'inquadratura.
L'intervista dura circa una ventina di minuti e dopo un'altra mezz'ora mi arriva un messaggio.

Papi: "è possibile che tu abbia una sosia in Turchia?"
Ludo: "facciamo che stasera ti chiamo"
Papi: "facciamo che lo fai adesso"
Ludo" non arrabbiarti però"

Lo chiamo e gli spiego tutto. Ha un tono severo con me e non ha tutti i torti: la bugia detta è davvero grave, se mi fosse successo qualcosa penso non mi avrebbero mai perdonata. Però, nonostante questo, cerca di essere comprensivo e lo corrompo promettendogli un regalo al mio ritorno.

Arriva sera: questa volta cena in Hotel, a cui si uniscono George Russel e i due piloti Ferrari.
Sono ragazzi anche loro e ci divertiamo a sentire lati diversi dell'adolescenza. Chi non ha frequentato una scuola "normale" e si lamenta e poi c'è chi fa lo stesso perché invece la scuola l'ha fatta.

Questa sera si va a letto ancora più presto. Domani bisogna essere freschissimi per le qualifiche e Carlos ci ha promesso una visita veloce al box Ferrari.
Stesso copione della sera precedente per salutarci: le mie dita ancora tra le sue, ma questa volta il leggero tocco glielo porgo sulla guancia, che diventa rossa e calda immediatamente. Non mi sono mai sentita così, vorrei che questi secondi durassero per sempre.

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