CAPITOLO 10 - II

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Taoji non ricordava di essersi mai stancato tanto.

Le pesanti nevicate degli ultimi giorni avevano reso il campo di addestramento quasi impraticabile, ma i nuovi maestri non sembravano particolarmente disposti a mostrare clemenza nei loro confronti e imponevano loro pesanti addestramenti, corse e esercitazioni di lotta e combattimento da cui i ragazzi uscivano stremati e fradici fino al midollo.

Ogni sera, Taoji tornava alla qibao che a stento si reggeva in piedi, e una volta si era addirittura addormentato nella vasca mentre Zao gli faceva il bagno, per risvegliarsi nel bel mezzo della notte, con una fame spaventosa che restò insoddisfatta.

Quel mattino, la vista dei maestri che si allontanavano verso il baishi dietro gli alfieri per non fare più ritorno fu accolta da tutti i ragazzi con grande sollievo.

Durante il pranzo, Taoji pensò che poteva approfittare del tempo che gli restava per recarsi finalmente alla bao di suo padre per prendersi cura del cadavere di Yia, ma la fatica e la pancia piena l'avevano fatto precipitare in un torpore da cui non si era ripreso che quando il sole era ormai tramontato.

Domani, si era detto fissando con rammarico la notte che si chiudeva, gelida e violacea, attorno a lui.

Yulin era appena uscito dalla vasca quando una staffetta lo raggiunse con l'ordine di presentarsi alla bao di Haijin Shu prima di cena

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Yulin era appena uscito dalla vasca quando una staffetta lo raggiunse con l'ordine di presentarsi alla bao di Haijin Shu prima di cena.

– Che accidenti vuole? – domandò più a se stesso che al ragazzino, e lui non poté che fare spallucce.

Haijin sedeva su di una pelle d'orso stesa davanti al braciere, davanti a un magro cesto di datteri secchi. Accennò a Yulin di sedersi e servirsi e il ragazzo, per quanto non amasse quel cibo, accettò.

– Ti ho fatto convocare – disse Haijin senza preamboli, – perché sei il migliore arciere del mio baishi, e lo dico con l'orgoglio del shu, prima che del parente.

Yulin annuì, ma si sentiva seduto su un cuscino di ortiche. – Ti ringrazio, Haijin Shu, ma non credo che tu mi abbia convocato solo per comunicarmi questo.

– No, infatti. Volevo anche informarti che quanto ho detto a tuo padre e ai tuoi fratelli è vero, non ho sottoposto io i loro nomi a Tsundao Xianshu. La loro nomina è un'iniziativa esclusivamente sua.

Yulin era sempre più confuso, e le ortiche sotto il sedere divennero spine aguzze. – Probabilmente non approva il loro comportamento e vuole dare loro un qualche tipo di lezione, – commentò, – sebbene piuttosto... drastica.

Haijin annuì. – Lo penso anche io, ma non è solo questo. Credo invece che Tsundao Xianshu, con queste convocazioni, stia cercando di punire prima di tutti me. Se dovesse succedere qualcosa a uno di loro sarebbe prima di tutto il mio onore come Shu a venirne intaccato.

Nonostante le parole decisamente egoistiche, Haijin sembrava imbarazzato, e la cosa colpì molto Yulin, che non aveva mai visto suo nonno meno che granitico. Annuì, mentre il dattero che aveva in bocca si rifiutava categoricamente di farsi inghiottire.

Loth - parte terza: AriaWhere stories live. Discover now