CAPITOLO 21 - V

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Primo giorno di dicembre - mattina

Lopeng Tam, della casa dei Nove Anelli, della Tribù di Shé, come quasi tutti i suoi guerrieri, era nato e cresciuto nella Capitale, in una casa di mattoni e legno alle pendici di una collina verdeggiante. Aveva partecipato a qualche scaramuccia contro i Nugai, in gioventù, ma presto i servigi del suo baishi, come quelli di molti altri, erano diventati superflui. La pace regnava, sotto la mano di Shédong, e la maggior parte dei guerrieri, non solo della Tribù di Shé, aveva dovuto trovare nuove attività con cui occupare il tempo lasciato libero dalle esercitazioni.

Lopeng Tam, in particolare, aveva scoperto in sé una passione per l'acciaio e i segreti che nascondeva sotto il suo lucido, scintillante guscio metallico.

Per molti, lunghi anni aveva lavorato al fianco del suocero, a sua volta allievo di armaioli del passato, e quando l'uomo si era riunito con gli antenati ne aveva rilevato l'attività. Con gli anni la sua officina si era espansa e raffinata fino a ricevere l'onore di diventare fornitrice del baishi imperiale. Le sue spade, seppure non all'altezza delle armi prodotte nei tempi passati, erano oggetti splendidi, ornati di intricati intarsi di metalli preziosi e gemme scintillanti, che Lopeng disegnava e realizzava personalmente, con pazienza e perizia.

Il huilai era venuto a distruggere da un giorno all'altro quella pace così faticosamente ottenuta. Da un giorno all'altro, o quasi, la Capitale si era svuotata di tutti i suoi abitanti, dalle stanze più profonde del Palazzo Imperiale alle baracche di schiavi più periferiche, e tutta la tribù si era messa in marcia, verso sudest, verso il Valico e le Zuxien Dì.

Nulla di ciò che era stata la vita di Lopeng era partito con lui. Le forge, il materiale grezzo, i martelli e i bulini, tutto era stato lasciato indietro, in attesa del ritorno delle tribù, e lui come tutti si era dovuto adattare alla vita nomade dei suoi antenati, alla bao, ai pasti insoddisfacenti preparati con il minimo indispensabile dopo un'intera giornata trascorsa in sella, al pane di cenere che sapeva di sterco di yak.

Infine, quando la meta sembrava essere vicina, ecco che il fato si era messo ancora di mezzo, bloccando l'intero popolo in un luogo impervio e desolato.

Solo la prospettiva di una rapida conclusione del viaggio, e di un altrettanto rapido rientro alla sua casa, alle abitudini, alla normalità aveva spinto Lopeng Tam a dare il proprio sostegno alla causa di Hi Qijing, la donna che si era fatta Huang.

Quello che si trovava davanti ai suoi occhi, quella mattina, immerso nel turbine di neve e vento della bufera che imperversava, non era che l'ennesimo colpo di martello subito dalle sue aspettative dal giorno in cui una frana aveva spazzato via un intero baishi, e la salma di Shédong Huang con esso.

– Sappiamo chi è?

Il cadavere giaceva riverso al suolo, un piede incastrato in una staffa del cavallo che l'aveva trascinato a lungo prima di fermarsi. Gli abiti neri da incursore erano incrostati di ghiaccio, neve e di qualcosa di scuro che non poteva essere che sangue.

Molto sangue.

– No, Lopeng Shu. Non ha insegne.

Con la premonizione che gli pizzicava sulle dita, Lopeng ribaltò il cadavere, scoprendo ciò che già temeva. – Conosco quest'uomo. Aiutami a ricomporlo, poi recati alla bao di Daomai Xianshu, della tribù di Chéng, e dì alle mogli di venirselo a prendere.



La piccola delegazione della tribù di Chéng giunse al galoppo attraverso la tempesta, apparendo nello spiazzo davanti alla bao di Lopeng quasi come per magia.

Il corpo del loro congiunto era stato deposto su una lettiga, ripulito dalla neve e dal ghiaccio che incrostavano i suoi abiti. La donna che guidava il drappello, il velo rosso che le copriva il capo che sbatteva follemente nel vento forte, scese da cavallo che ancora la bestia non si era arrestata, e si precipitò verso la lettiga con un grido d'angoscia.

Più lentamente, dietro di lei smontarono un'altra donna e un giovane, mentre altri guerrieri restavano in sella, in disparte.

Lopeng, il baishi schierato in sella alle sue spalle, li attendeva in piedi, accanto alle bandiere, ma solo il giovane gli si avvicinò.

– Com'è successo? – domandò senza preamboli. Aveva occhi stretti, e le labbra tese lasciavano i denti scoperti.

– Non lo so – replicò Lopeng guardandolo fisso negli occhi. – Me lo sono trovato davanti alla tenda, questa mattina.

– Com'è morto?

– Dissanguato, credo. Ha una ferita alla gamba, non grande ma molto profonda, e slabbrata. Sicuramente è stato accoltellato.

– Sembri esperto.

– È ciò che il guaritore mi ha riferito. Se stai insinuando che potrei saperne di più perché sono stato io ad accoltellarlo, puoi anche esprimerlo apertamente. Non ho nulla da nascondere.

– Sei stato tu?

– No.

Il giovane sembrò soddisfatto. Si avvicinò alla donna velata, e quando le sfiorò la spalla, lei scattò come una molla.

– È stata lei! – sibilò, afferrando il giovane per la giacca. Il velo scarlatto era ormai zuppo di neve, e aderiva ai lineamenti del volto come una seconda pelle. – È stata lei! – ripeté scagliandosi su Lopeng. – Deve morire! Deve pagare per la sua arroganza! Lopeng aveva ragione, la sua casa di puttane deve bruciare in un unico rogo! – Biascicava le parole, colpendogli il petto con piccoli pugni, deboli come fiocchi di neve, finché l'altra donna non venne a trascinarla via.

Il giovane tornò a rivolgersi a Lopeng. – È così?

– Non ne ho idea – rispose Lopeng con un sospiro. – Io ho solo trovato il cadavere, non so chi l'abbia ammazzato.

Beh, – replicò lui facendosi tanto vicino che Lopeng poté sentire il calore del suo alito sulla pelle del viso nonostante il vento e la neve, – scoprilo. Portami il responsabile, ed io non scatenerò la mia casa sulla tua.

– La mia casa non ha nulla a che fare con questa storia, – replicò Lopeng, – e nemmeno vuole avercene. Indagherò. Chiunque abbia responsabilità in tutto questo, dovrà pagare.

Il giovane parve soddisfatto. – Quando scoprirai il suo nome, dovrò essere il primo a saperlo.

– Vedremo.

Il giovane richiamò i suoi guerrieri, restò a guardarli caricare il cadavere di traverso su una sella e, ultimo dopo le donne, si allontanò nella tormenta.

Lopeng Tam attese la loro scomparsa per sciogliere il baishi. Il tempo di sellare il cavallo e sarebbe andato direttamente da Hi Qijing, con una gran bella quantità di domande.

Loth - parte terza: AriaWhere stories live. Discover now