CAPITOLO 5 - II

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Mentre le altre donne uscivano all'aperto, Sun versò l'acqua tiepida nel bacile da bagno e senza pensare vi gettò un pizzico di sali profumati come era usa fare per Lishang. – È pronto – annunciò poi.

– Non è troppo calda, vero? – domandò Kai. – Mi sento la pelle bruciare, come al sole d'estate.

– No, ma se vuoi aggiungo della neve.

Kai non parve accorgersi del palese sarcasmo della battuta. Saggiò invece lei stessa la temperatura dell'acqua con la mano e, soddisfatta, si liberò rapidamente dei calzoni. La luce maliziosa nei suoi occhi sembrava essersi affievolita, ed ora non pareva altro che una ragazzina entusiasta. Scavalcò l'orlo e si inginocchiò con un sospiro nel basso bacile. Era alta, con lunghe gambe dai muscoli affusolati, insoliti per gli Shijiu-zi. Sarebbe diventata una bella donna, tra qualche anno, una sposa che avrebbe resto orgoglioso qualsiasi guerriero, se solo non avesse avuto quei tratti del volto così spigolosi, quasi mascolini.

Sun non l'aiutò: stava già facendo abbastanza, per quell'ospite del tutto sgradita. Strofinò la spugna sul sapone, poi la inzuppò e la strizzò sulla schiena inarcata della ragazzina, che represse un brivido e mugolò deliziata. – Che meraviglia – disse. – Ne avevo proprio bisogno.

Sun non rispose, continuando in silenzio a sfregare la spugna sulla pelle. Si rese conto che stava immaginando di annegarla in quello stesso bacile, e per non attirare l'attenzione del duji represse quel pensiero con tutta la forza che aveva.

– Quanto ho dormito? – domandò Kai dopo qualche momento. La sua voce suonava roca, come velata dal piacere che il bagno e la spugna le donavano. Il contrasto tra l'espressione estatica del volto, gli occhi e la bocca socchiusi ed il respiro profondo e le forme ancora acerbe del corpo era inquietante.

– Quasi due giorni interi. – Sun non osava portare la spugna al di sotto dell'ombelico, ma come se ne fosse accorta Kai si alzò sulle ginocchia e, le mani sulle reni, inarcò leggermente la schiena.

– E per tutto questo tempo siamo stati fermi? – domandò accarezzandosi l'interno delle cosce.

Sun abbassò gli occhi, avvampando. Deglutì un bolo di saliva. Che sta cercando di fare? – Sì – disse. – Quando ti hanno portato qui con Yulin, Xia ha immediatamente montato la bao, lì dove ci trovavamo, e non ci siamo più spostati. – Le strizzò la spugna sulle spalle, sperando che l'acqua fresca che colava lungo la schiena le calmasse qualsiasi cosa le bolliva dentro.

– Saremo molto distanti dal resto della casa, allora. – osservò Kai con uno strano tono civettuolo. – Un'intera giornata di cammino persa.

Quella conversazione infastidiva Sun, non capiva dove la ragazzina volesse arrivare e il suo atteggiamento era a dir poco imbarazzante. Se non fosse stato assurdo, avrebbe detto che stesse cercando di sedurla. Le sollevò un braccio e glielo strofinò badando a non gocciolare fuori dal bacile e si morse il labbro con forza prima di rispondere. – Sì, ma non credo sia un problema perché la colonna è ferma, mi han detto. – Sun aveva sentito i discorsi degli uomini, ma non era sicura di aver capito per bene di che cosa si trattasse.

Non credeva di essere stata sgarbata, ma Kai si ritrasse bruscamente. – In che senso, ferma? – La sua fronte si increspò di perplessità, e tutta la sensualità le scomparve dal viso in un attimo.

– Pare che non sia possibile scendere dalla Chén Ti. Non ho capito bene, ma ci deve essere una specie di costruzione sul...

– Cosa? – Il viso di Kai si illuminò di gioia e sorpresa. – Un edificio sull'orlo del Xuan Ya, proprio come avevo visto io!

– Che dici?

Kai quasi saltava nella vasca. – Io ho visto quella costruzione, prima di cadere nel lago, capisci? Tutti mi dicevano che ero matta, ma avevo ragione!

Loth - parte terza: AriaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz