CAPITOLO 23 - II

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– Yulin? – La voce sottile echeggiò sotto la volta di pietra scura strappando a Liu un brivido che non aveva nulla a che fare col freddo.

Non doveva essere lì, se l'avessero scoperta sarebbe stata punita severamente. Il giovane cui era promessa era caduto, travolto dalla valanga con il resto del baishi, così come suo padre e suo fratello. Lei e sua madre, come tutte le altre donne, erano così rimaste sole e quando si era manifestata la possibilità, piuttosto che vivere alle spalle della casa dei Due Sassi sua madre aveva accettato di diventare shaoqi di un guerriero della casa delle Sette Fiamme.

L'uomo, molto meno onorevole di come era stato loro presentato, aveva immediatamente stretto accordi con uno dei suoi danshi per dargli Lin in sposa, sfidando apertamente gli accordi stipulati con Hi Shaohuangqi. Tanto Lin quanto sua madre avevano protestato, chiesto udienza alla stessa Hi Shaohuangqi, ma lei stessa aveva dovuto arrendersi di fronte all'evidenza della legge: prendendo marito, la madre di Lin aveva accettato di sottoporsi alla volontà dell'uomo, e altrettanto era tenuta a fare Lin.

Il giovane guerriero non era più onorevole del veterano e, accompagnato da alcuni altri danshi, aveva affrontato Lin e la madre.

– Sei la mia chu, – le aveva detto prendendole il volto tra le mani senza alcuna dolcezza, – e sarai la mia qi. Voglio ciò che è mio.

– L'unione non è stata sancita – aveva cercato di protestare la madre, ma un paio di guerrieri l'aveva afferrata e trascinata via scalciante.

– Sarò tua – aveva detto Lin, – ma quando lo Shi ci unirà. – Erano parole coraggiose, pronunciate col cuore che pulsava nella gola. Troppo tardi Lin si era resa conto di essere rimasta sola con il giovane guerriero e i suoi amici. Lui l'aveva afferrata e trascinata, inutilmente scalciante, verso le tende degli schiavi. Qui, senza dire una parola, l'aveva gettata a terra e avrebbe potuto fare di lei ciò che desiderava, se non fossero arrivati gli arcieri.

Una decina di giovani aveva accerchiato il guerriero, e uno di loro l'aveva affrontato a viso aperto.

– Vattene tu, ragazzino. Non sono cose che ti riguardano.

– Hi Shaohuangqi ha affidato agli arcieri la sorveglianza del campo, e questo include anche te.

– Quel che decide quella baldracca non mi riguarda, ragazzino. Adesso vedete, tu e i tuoi amici di sparire, o se preferite restate a guardare e imparate qualcosa, ma fuori dai piedi.

L'arciere, quello che sembrava il capo della piccola banda, non era arretrato di un pollice, né l'avevano fatto i suoi amici. Alcuni, anzi, avevano sfoderato i coltelli, era spuntato persino un arco e i tre Dan, arroganti ma disarmati, avevano preferito farsi da parte.

– Non finirà qui, Yulin Shao – aveva ringhiato il guerriero.

– Sai dove trovarmi, Yazhu Ma.

Hi Shaohuangqi non aveva potuto fare altro che riconsegnare madre e figlia al loro nuovo fu, riuscendo però a strappare all'uomo la promessa che Lin non sarebbe stata data in sposa prima del compimento del suo sedicesimo anno. – Lin entrerà a far parte del mio seguito – aveva sentenziato.

Lin, dapprima rattristata dalla prospettiva di lasciare la bao e la famiglia, si era presto adattata alla vita della semplice corte di Hi Shaohuangqi, scoprendo che il suo giovane arciere ne era ospite frequente.

Yulin Zhong, infatti, oltre a guidare il servizio di sicurezza, istruiva alcune delle ragazze nell'uso dell'arco, pratica di cui era maestro indiscusso tra i suoi pari. Lin aveva iniziato a lasciare i suoi compiti da parte per sbirciare di nascosto le lezioni che teneva nel cortile, e infine trovando il coraggio per avvicinarsi e parlargli.

Loth - parte terza: AriaWhere stories live. Discover now