CAPITOLO 15 - I

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Terzo giorno di novembre

– Che hai da sorridere? – la voce di Xia era tagliente sotto le sopracciglia aggrottate. Si era aggirata nervosamente per la bao come un animale in gabbia per l'intera mattinata, incapace di dedicarsi a qualsiasi attività ma osservando tutto ciò che accadeva con occhi lampeggianti. Nel frattempo, aveva pronunciato a malapena una decina di parole, quasi tutte ancora più sgarbate del solito, e dispensato scudisciate gratuite sia alla schiava che a Sun.

Mei, impastando la farina e l'acqua per i pani di cenere, ripensava all'esperienza vissuta durante la veglia funebre e, per quanto fosse convinta di aver sognato, non riusciva a non trarne conforto. Naturalmente, non ne aveva parlato con nessuno: sapeva bene che la visione poteva benissimo essere un parto della sua mente, ma preferiva aggrapparsi a quel briciolo di speranza che cedere alla disperazione.

Xia le faceva pena ma non sentiva di condividere il suo dolore: dopo tutto, Weihan era un buon guerriero ma un pessimo soggetto, e le tribù non ne avrebbero sentito la mancanza. Mei ricompose i lineamenti in un'espressione seria, ma non fu sufficiente.

– A quanto pare, la morte di mio figlio, e del tuo, non ti hanno tolto il buonumore – proseguì Xia.

– Ti sbagli – obbiettò Mei senza alzare gli occhi. Aveva la netta impressione che Xia stesse facendo di tutto per provocarla, e non intendeva darle corda. – La perdita di Yulin mi distrugge, e sono molto dispiaciuta del dolore che la morte di Weihan ti procura. È un'ulteriore spina nel mio cuore, ferito tanto quanto il tuo. – Continuavano a non esserci notizie sulla sorte di Yulin, ma il suo ritardo non poteva avere che una sola spiegazione, nonostante le parole della donna del sogno.

– Non si direbbe. Questa famiglia è stata duramente colpita dalla malasorte, e non c'è nulla per cui ridere.

– Non ridevo – replicò Mei senza alzare gli occhi dalla pasta – Sorridevo ripensando all'infanzia di Yulin. Preferisco pensare ai momenti felici che a quelli dolorosi.

– È quel che mi auguro, Mei shao.

Mei riprese a impastare, con la speranza che Xia dedicasse la sua attenzione a qualcosa d'altro, ma il suo animo era inquieto. Tuo figlio è morto combattendo, Xia, pensò tra sé. Il mio potrebbe non avere nemmeno avuto questo onore.

Come le avesse letto nel pensiero, Xia si fermò a metà di un gesto, con gli occhi puntati verso il nulla. – Sì, Weihan è morto da guerriero, e come tale percorrerà i sentieri dell'aldilà a testa alta. Grazie al coraggio dei miei figli il nostro popolo potrà tornare alle Zuxién Di e scacciarne la feccia profanatrice. – Xia parlava a voce alta, gli occhi spalancati, gesticolando e ciancicando l'orlo del vestito. Somigliava ad uno di quegli anziani senza famiglia che dicevano di essere in grado di comunicare con gli antenati e vivevano chiedendo l'elemosina lungo le strade, solo ben vestita e pettinata.

– È ciò che ci auguriamo tutti – sussurrò Mei preoccupata. Si alzò e le si fece vicina. – Ora, Xia xian, ti prego, vieni a stenderti. Lascia che io e Sun ci prendiamo cura della bao. – Le posò una mano sulla spalla, ma Xia si rivoltò contro di lei come un cane rabbioso.

– Non toccarmi! – sibilò, spingendola sgarbatamente via. – Non ho bisogno della tua pietà. È dal giorno della nascita di tuo figlio che cerchi di manipolare mio marito per ottenere il mio posto! Non credere che non lo sappia, che non abbia visto come sussurravi nelle orecchie di Lishang per far entrare il tuo schifoso shaonan nelle sue grazie!

Mei era pietrificata. – Xia, io...

– Silenzio, lurida scimmia! – Xia aveva il fiato corto, la voce usciva rauca dalla gola e gli occhi bruciavano di una furia folle. – Il tuo piano era quasi riuscito, ma gli antenati hanno saputo rimettere le cose al loro posto. Tuo figlio è morto nell'ignominia, come uno schiavo, mentre il mio ora cammina con i grandi guerrieri del passato! Ora che il suo figlio prediletto è morto così indegnamente, Lishang dovrà cacciarvi da questa bao, tu e quell'altra xing sempre in calore. Ora che Wuhan è l'unico erede di questa famiglia, non tollererò che la vostra presenza ne insozzi il nome!

Loth - parte terza: AriaWhere stories live. Discover now