CAPITOLO 19 - I

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Ventisettesimogiorno di novembre

Si svegliò di soprassalto con la terribile sensazione che stesse per succedere qualcosa di spaventoso.

Nella bao era freddo, vedeva il fiato condensarsi in una nuvola bianca anche nel buio totale della notte, e sentiva il sudore cristallizzare in brina sul fiore della pelle. Eppure, al di sotto di quello strato ghiacciato, la carne bruciava della febbre dell'urgenza.

Balzò in ginocchio, provò a scuotere l'uomo che dormiva profondamente accanto a lei ma non riuscì a svegliarlo. Doveva lasciare quella tenda, allontanarsi, fuggire quanto più lontano possibile, perché era certa che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di orribile. Doveva svegliare Dao, prendere Lin dalla culla, svegliare le schiave, avvertire tutti che qualcosa stava per...

Un rumore sfiorò il limite delle sue percezioni. Una specie di tuono lento risuonava in sottofondo agli altri rumori della notte, il vento, il sussurro delle fronde. Dapprima debole, lo avvertì gonfiare, crescere di intensità ad ogni battito di cuore, fino a diventare un tuono assordante.

Un attimo dopo, una massa di neve sfondò la parete della bao e l'invase, trascinando con sé tutto il suo contenuto. La luce delle lune irruppe all'interno attraverso il tessuto lacerato, illuminando dettagli confusi subito sepolti.

Gridò mentre la neve le riempiva la bocca, sprofondava nella gola, ostruiva i polmoni, gelava il sangue.



Gridò mentre la neve le riempiva la bocca, sprofondava nella gola, ostruiva i polmoni, gelava il sangue

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Sun si svegliò boccheggiando.

Non aveva gridato, lo sapeva, ma sentiva la pelle increspata dalla paura e i capelli ritti sulla nuca.

Faceva freddo, nella bao, ma non tanto quanto nel suo sogno.

Wuhan, accanto a lei, si rigirò tra le coltri. – Che succede?

– Niente – rispose lei. L'aria della notte le si riversava nei polmoni a ogni respiro, gelida e densa quasi come la neve del sogno.

– Sei gelata – disse lui posandole una mano sulla schiena, come a volerla rassicurare. – Stai tremando.

Sun non rispose subito. Era vero, il suo intero corpo era scosso da un tremito incontrollabile che non aveva nulla a che fare con il freddo. – Ho fatto un sogno – ammise infine. – Una valanga ci travolgeva, ci uccideva tutti.

Wuhan sospirò, levandosi tra le coltri e stringendola a sé. – Sei rimasta impressionata da quel che è successo l'altro giorno a Zhuyao.

Lei scosse il capo, commossa dall'insolita dolcezza nel tono di Wuhan. – E se succedesse? – mormorò.

– Era un sogno – disse lui. Le scostò i capelli dal volto, poi le fece scivolare la punta delle dita lungo la curva della schiena e sorrise sentendola fremere.

– Non sogno mai, – disse Sun piano. – Ma quando capita – proseguì dopo una lunga pausa – il sogno si avvera. – Si vergognava di ammettere una cosa del genere, le sembrava fuori da qualsiasi ragione, e allo stesso tempo ne aveva una paura folle.

Loth - parte terza: AriaWhere stories live. Discover now