CAPITOLO 15 - 6

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Wuhan con Sun al fianco, Mei e Yulin un passo dietro a lei e Liao poco distante, tutti si ritrovarono a fissare con gli occhi sgranati le fiamme levarsi nuovamente alte nell'aria densa di neve. Faville scintillanti volavano tra i fiocchi densi e ricadevano spegnendosi immediatamente, mentre un odore intenso di olio e fibre combuste riempiva l'aria.

Dopo poco, della bao non restava nulla. Gli Shijiu-zi usavano da innumerevoli generazioni il feltro di lana di yak per la costruzione delle loro tende proprio per le sue capacità ignifughe, ma nonostante ciò il tessuto si era consumato, e prima ancora i sottili legni che lo sostenevano. Tutto ciò che si trovava all'interno, cibo, suppellettili, utensili, abiti, era irrimediabilmente distrutto.

Incapace di credere ai suoi occhi, Yulin restò a lungo immobile, lo sguardo fisso nel fuoco che si stava smorzando, lasciandosi alle spalle tetri moncherini bruciati e viscidi di neve sciolta. Ossa annerite e carni divorate dalle fiamme dalle forme solo più vagamente umane, si ammucchiavano scompostamente al centro della struttura devastata. L'olio combustibile aveva bruciato ogni cosa con la forza del respiro del vulcano, lasciando dietro di sé solo macerie.

Fu un lamento flebile, gonfio di dolore, a riscuotere lui e tutti gli altri. – Perché?

Tutti si voltarono verso Mei che, in ginocchio nella neve, fissava Wuhan con la stessa intensità con cui lui guardava il fuoco morente.

– Doveva sembrare un incidente.

– Perché hai ucciso Lishang?

Wuhan, per la prima volta da quando tutto era iniziato, pareva interdetto. – Non... non lo so – rispose lui dopo qualche momento. – Ho visto un uomo aggredire Xia tai, e ho reagito.

Yulin si voltò. I capelli zuppi per la neve gli si appiccicavano al volto come alghe. – Era nostro padre, Wuhan.

– Credi non lo sappia, ora? Non l'ho riconosciuto che quanto era troppo tardi.

– L'hai ucciso! Gli hai tagliato...

– Lo so! – Wuhan gridò, ma solo per far tacere il fratello. – Non volevo.

– Che intendi fare, ora?

Prima di rispondere, Wuhan fece girare lo sguardo su tutti loro, soffermandosi a lungo su Sun. – Ora, sarò Shu – disse semplicemente, come si trattasse di un incontrovertibile dato di fatto.

Shu?

– Sì, Yô, Shu. Sono zhenfu, l'ufficiale in carica più alto, e il nipote diretto di Haijin. Nessuno nella casa delle Sette Fiamme può contestare il mio insediamento al comando.

– Sei pazzo? Ci sarà un'indagine, finirai a processo, e sarai ammazzato. Tsundao non lascerà passare sotto silenzio tutto questo.

Wuhan avanzò minaccioso verso Yulin. – Ti piacerebbe, vero? – ringhiò rifilando al fratello un colpo a mano aperta al centro del petto. – Ti piacerebbe vedermi mettere la testa sul ceppo e crepare, vero? – Un altro colpo. – Potrai avere la biaozu tutta per te, allora! – Un terzo colpo. – Solo quella, però, perché la tenda di nostro padre è bruciata fino ai tappeti!

– Che accidente stai dicendo? Non voglio questo, non l'ho mai voluto.

– Non mentire! – Gli occhi di Wuhan brillavano come luci torbide. – Te la sei scopata la notte prima dell'attacco.

Yulin scoccò un'occhiata verso la ragazza che era rimasta qualche passo indietro, in cerca di solidarietà ma gli occhi di lei erano freddi e fissi, come spenti. In ogni caso, Wuhan sapeva, era inutile mentire. – È venuta da me di sua volontà.

Loth - parte terza: AriaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ