CAPITOLO 5 - V

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Nessuno si mosse.

Sun era crollata a terra, priva di sensi, le gambe solcate da una decina di strisce scarlatte, alcune delle quali sanguinavano. Xia incombeva su di lei, il pugno che stringeva il frustino contratto fino a sbiancare le nocche ed il fiato grosso. Le rifilò un calcio. – Stupida scimmia.

Mei l'afferrò per le spalle. – Ora basta, Xia.

Xia si scrollò con violenza le mani di Mei di dosso. I suoi occhi bruciavano di furia repressa. – Ci ha disonorati.

– L'onore non è tutto. La...

– Che ne sa dell'onore una Shaoqi? – sputò Xia. – Non sei stata nemmeno capace di trovarti un marito degno di onorare il rango di tuo padre.

– Forse, – replicò Mei senza alcun timore reverenziale, – ma almeno Lishang mi ha scelta, non gli sono stata imposta dal suo Shu. Tu invece sei sicura che Lishang fosse la scelta migliore, per te, o che tuo padre non l'abbia scelto perché nessun altro...

Uno schiaffo in pieno volto l'interruppe. – Non ti azzardare più a giudicare le scelte di mio padre, – ringhiò Xia, – o assaggerai anche tu la frusta.

Mei non abbassò di un pollice lo sguardo. – Ti preoccupi tanto dell'onore, Xia, – sussurrò a denti stretti, – e non ti rendi conto della figura da pescivendola che stai facendo davanti agli ospiti.

In fondo alla bao Shido, stretta a Kai, osservava la scena con gli occhi spalancati. La ragazzina invece sorrideva e sembrava divertirsi un mondo.

Xia le guardò per un attimo, poi appese il frustino alla cintura e sbatté le mani tra loro, come a volerle ripulire da chissà quale sporcizia. – Occupati di Sun – disse a Mei. – Io penserò alla cena.



Aiutata da Shido, Mei trascinò il corpo privo di sensi di Sun fino ad un giaciglio, cosparse di unguento e bendò le ferite alle gambe. La ragazza non riprese i sensi per l'intero processo, e fu necessario farle annusare il sale acido per riportarla alla coscienza.

Dopo un primo singulto annaspante, come fosse emersa da una lunga apnea, la ragazza riprese a respirare normalmente.

– Riposati qualche momento – le disse Mei carezzandole una guancia. – Poi vai da Xia. Avrà bisogno di aiuto per la cena.

Sun prese la mano di Mei tra le sue e ne baciò il palmo, inalando profondamente il profumo degli unguenti che ancora vi permaneva. – Grazie – sussurrò.



Lishang tornò poco prima dell'ora di cena.

Subito Xia interruppe il proprio lavoro per aiutarlo a liberarsi degli abiti. – Desideri fare il bagno? – domandò premurosa.

Lishang si guardò intorno. – Sì – sospirò. – Haijin Shu ci ha fatti manovrare tutto il giorno, e sono stremato.

– Ho già fatto portare il bacile nella nubao.

– Bene. Ho un gran bisogno delle mani di Sun.

Xia si irrigidì. – Mi occuperò personalmente del tuo bagno. Sun ha altro da fare, e devo parlarti.

Lishang sospirò ancora. – Tuo padre mi ha massacrato per tutto il giorno, non ti ci mettere anche tu.

– È importante. È l'onore della famiglia.

– Proprio quello che mi ci voleva. Come vuoi, ma fai del tuo meglio.

– Non c'è nulla di ciò che fa Sun che io non possa fare.

Lishang grugnì. Sotto quell'aspetto, Xia si sopravvalutava.

Più piccola e bassa della bao principale, la tenda degli schiavi era deserta. Lishang aveva perso due schiave in un crepaccio durante l'attraversamento del passo, e quando Weihan aveva ucciso lo yangyé che si occupava dei cavalli tutto il lavoro era piombato sulla schiena dell'ultima rimastagli. La ragazza, una Nugai dell'età di Sun, per quanto si impegnasse doveva sempre trovarsi da qualche altra parte a fare qualcosa d'altro e anche quella volta, quando Xia le ordinò di preparare la vasca mentre lei indossava il yufan, dovette lasciare Mei ad occuparsi della cena da sola.

Loth - parte terza: AriaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum