Nonostante la nevicata che non accennava a cessare, entro mezzogiorno i Maestri avevano individuato già quattro zhenbao. Tutti i ragazzi avevano dimostrato una notevole abilità, costruendo tende robuste in luoghi sicuri, e Haijin benedisse gli insegnamenti di Taipan. Purtroppo, nessuno ne avrebbe beneficiato mai più.
Per premiare il loro zelo, Haijin aveva deciso di porre fine all'esercitazione e una coppia dopo l'altra li aveva rispediti a casa. Col procedere della giornata, il vento era caduto e la bufera di neve si era trasformata in una placida nevicata che aveva reso le operazioni di recupero di gran lunga più semplici. Prima del tramonto, quasi tutti i ragazzi erano stati radunati e restituiti alle famiglie, tutti in perfetto stato di salute.
– Manca ancora qualcuno? – domandò Haijin mentre Weihan si allontanava con l'ultimo gruppo di staffette al seguito.
Wuhan aveva lo sguardo perso nel vuoto. – Credo di sì...
– Credi o lo sai? Quante staffette abbiamo radunato?
– Mi stai mettendo alla prova? – Wuhan era stremato e per nulla propenso ad accettare l'inquisizione di Haijin.
– Rispondi o no?
Ci pensò su. – Sedici, direi.
– E quante ne avevi in servizio, ieri?
Wuhan aveva la netta impressione che Haijin sapesse già la risposta. – Venti? – azzardò.
– È una domanda?
Wuhan implorò gli antenati che spalancassero un crepaccio sotto Haijin, così ché la terra lo inghiottisse per masticarlo ben bene. – No. Erano venti.
– E allora dove sono gli altri quattro?
– Il ragazzino e la sua amichetta di ieri sera... – Avevano ritrovato Taoji Na comodamente sistemato nella qibao, accudito dalle donne come un principino. – La sorella però non l'ho vista, e quindi mancano lei e il suo compagno.
– A chi era accoppiata?
– Al ragazzino grasso.
– Il nipote di Gulien. Dove accidente sono riusciti a cacciarsi?
Taoji aveva visto Haijin e i Maestri aggirarsi per il bosco, e vi si era tenuto a debita distanza. Acquattato dietro un albero, aveva atteso che il terzetto fosse fuori vista prima di muoversi, ed era tornato alla tenda delle donne.
– Dove sei stato? – Con fare materno, Dalya l'accolse al chandao per liberarlo del peso del mantello incrostato di neve.
– Dovevo tornare alla bao di mio padre – rispose lui vago. Non era certo che le baoqi fossero al corrente dei fatti della notte precedente, e di sicuro non voleva essere lui a rivelarli. – Ma la bufera è troppo fitta.
– Mangia qualcosa ora – disse lei levandogli gli stivali. – Se il tempo migliorerà, potrai tornare più tardi.
Taoji annuì, si sedette accanto al focolare e mangiò la zuppa densa che Dalya gli presentò. I maestri non erano ancora tornati, e a qualunque domanda riguardante Kai avrebbe ragionevolmente potuto rispondere di non saperne nulla.
Avevano battuto i boschi per l'intera giornata, girando in lungo e in largo tutto il territorio, esplorando ogni anfratto e controllando ogni vallone, ma la neve che continuava a cadere rendeva difficoltosa qualsiasi ricerca. Se anche i ragazzi avessero avuto un incidente, sarebbero potuti passare accanto ai loro corpi senza nemmeno accorgersene.
A complicare ulteriormente le cose, nel tardo pomeriggio le nubi si erano abbassate rapidamente, immergendo il fondovalle in una densa nebbia che limitava la visibilità a poche decine di passi.
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Loth - parte terza: Aria
FantasyUn popolo nomade, in viaggio verso una terra lontana. Un popolo guerriero che ha riposto le spade. Un popolo determinato a perseguire i propri obbiettivi, a qualunque costo. Perché le storie non hanno mai un solo punto di vista. Crediti per la cop...