CAPITOLO 1 - II

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Come Mei aveva previsto, il rapporto proseguì per diversi minuti, prendendo ritmo e intensità. La voce di Yulin si sovrappose in un crescendo a quella di Sun finché entrambi non raggiunsero il culmine, poi la notte tornò silenziosa.

Dopo pochi momenti, il passo un po' traballante, Yulin uscì nudo dalla bao, gli abiti e gli stivali tra le mani. Si frizionò prima il volto e il petto e poi il pube con una manciata di neve ed infine indossò in fretta il fan.

Lishang lo guardò con orgoglio: alto e muscoloso per i suoi sedici anni, portava i lunghi capelli neri legati alti sul capo, alla maniera dei più anziani. Era un ottimo arciere, in grado di centrare sette bersagli su otto dalla sella di un cavallo in corsa, e sarebbe diventato un buon guerriero.

Yulin lo vide e gli si avvicinò. – Padre – salutò giungendo le palme al petto ed inchinandosi come il dovere imponeva. Aveva ancora il fiato grosso, gli occhi luminosi e un sorriso estatico stampato sul volto.

– Figlio – rispose Lishang con lo stesso gesto, ma senza inchinarsi. Sapeva che Yulin non era più vergine da tempo, ma intendeva rispettare la tradizione anche nelle difficili condizioni in cui si trovavano. Aveva così deciso di premiare le sue qualità concedendogli di giacere con Sun, la propria Yuéqi, certo che Yulin non avrebbe provato un'esperienza altrettanto soddisfacente con nessun'altra donna, al di fuori del dianhua. Sorrise vedendolo annaspare in cerca di una frase di circostanza, la mente rivolta ovviamente altrove.

– È... finita – lo informò infine, come se ciò non fosse più che evidente.

Senza aggiungere altro, Lishang onorò il figlio di un breve inchino.

– Ora devo tornare alla gonbao – proseguì Yulin esibendo un gran sorriso. – Tocca a me, questa sera, riempire le mangiatoie.

– Certo, Yulin. Puoi tornare ai tuoi compiti, ora. – Lishang guardò il figlio correre via, fermarsi dopo due passi per voltarsi, inchinarsi e ricominciare a correre, certamente ansioso di raccontare l'esperienza agli amici.



Rimasto solo, Lishang girò attorno alla bao, scostò il chandao e scivolò all'interno. Il braciere era acceso e l'aria era calda e densa di profumi.

Sun giaceva supina sulle pellicce accanto al braciere, nuda e lucida di sudore, i lunghissimi capelli sparsi intorno come un sontuoso abito di seta nera. I due serpenti tatuati ai lati della spina dorsale spiccavano sinuosi contro la pelle chiara e parevano danzare alla luce del fuoco. – Sei tu, Li Fu? – domandò senza voltarsi. La voce era calda, roca, le natiche graziosamente sferiche leggermente protese verso l'alto.

Lishang le si accoccolò accanto. – Sì – rispose facendo scivolare un dito lungo l'incavo della schiena.

Yulin camminava con sicurezza, usando le bao della casa delle Sette Fiamme per orientarsi ma tenendovisi a distanza e godendosi la pace della notte

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Yulin camminava con sicurezza, usando le bao della casa delle Sette Fiamme per orientarsi ma tenendovisi a distanza e godendosi la pace della notte. Era raro, anche nelle praterie delle terre di Nugai o sui monti e gli altipiani di Han, che le famiglie erigessero le proprie bao troppo vicine l'una dall'altra, affinché ciascuna avesse la propria intimità e pascolo a sufficienza per le bestie.

Loth - parte terza: AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora