INTERLUDIO

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Altrove

Il fianco della montagna che svetta solitaria al centro della vasta piana è un pendio di roccia scura, lucida e levigata dal lavoro di vento e acqua nel corso dei millenni. Sulla sua superficie, come fili d'argento intrecciati da mani sapienti per dar forma ad un merletto scintillante, le acque di cento sorgenti precipitano a valle in cascatelle e rapide, fermandosi a riposare in vasche cristalline da cui riprendono subito la corsa, fino a confluire in un ribollente torrente, diverse decine di passi più in basso.

Sull'orlo di una di queste vasche, larga abbastanza per nuotarvi e tanto profonda da dipingere il fondale con ogni tono di verde e di azzurro immaginabile, due figure giacciono vicine, abbracciate, languide, i corpi sottili, aggraziati, di chi si è appena lasciato l'adolescenza alle spalle parzialmente immersi nell'acqua placida.

Lui è disteso sulla schiena, gli occhi rivolti al cielo limpido e con un braccio avvolge le spalle di lei, accoccolata col capo sul suo petto. Le lunghe gambe di entrambi galleggiano, dondolando delicatamente nella danza della corrente, mentre la luce del sole scintilla sulle mille gocce d'acqua di cui la loro pelle è cosparsa. I lunghi capelli neri di lui si mescolano a quelli quasi candidi di lei, come in una riproduzione in miniatura del luogo in cui si trovano.

Il piacere che hanno condiviso è stato intenso e caldo, vorace e delicato allo stesso tempo. Mentre le serpi, spinte dai fremiti del piacere, si avviluppavano e rivoltavano nel profondo dei loro ventri in cerca della libertà, i loro nuclei orbitavano l'uno attorno all'altro nel vuoto, in una comunione in cui i concetti di maschio e femmina perdevano ogni significato. Quando infine, sciolto ogni nodo, le serpi avevano trovato insieme la via per l'ascesa lungo l'albero, l'esplosione di energia si era riversata nel profondo della Fonte con la forza di una minuscola stella.

Sono felice, Morannis.

Lo vedo, Alyssia. Nemmeno la Fonte è stata in grado di assorbire per intero l'energia che abbiamo scatenato.

Che dici? Alyssia sorride, deliziata, e il suo respiro è brezza di primavera sulla pelle di lui.

Quel muschio cosparso di fiori non c'era, prima. È sicuramente opera tua. Anche Morannis sorride. Il peso del capo di Alyssia, sul suo petto, è appena percepibile. Sa che la Fonte non ha nulla a che fare con quella creazione, che si tratta invece di un retaggio antico di cui Alyssia non è ancora riuscita a liberarsi. Non gliene fa una colpa, si tratta di materia effimera, priva di consistenza, che presto si disperderà, ma avverte chiaramente in essa tutto il piacere e l'amore che Alyssia vi ha infuso e la sua vista è per lui fonte di una gioia immensa.

Devo confessarti il motivo. La voce mentale di Alyssia ha un leggero tremito. Non posso tenerlo ancora a lungo dentro di me.

Di che si tratta, Alyssia? Forse mi renderai un maschio felice donandomi un figlio?

Alyssia non risponde, non subito, e il sorriso le si spegne appena sulle labbra chiare e piene da bambina. No, Morannis. Non è questo.

E allora cosa? Gli occhi di Morannis scintillano di curiosità.

Dovrai promettere, Morannis. La voce nel vuoto di Alyssia da giocosa e sognante si è fatta improvvisamente seria.

Non mettermi a parte di un segreto, Alyssia. Potrei essere costretto a tradirti, ed è l'ultima cosa che vorrei.

Ti prego, Morannis. Sei mio fratello, il mio amore, non negarmi questa condivisione.

Loth - parte terza: AriaOnde histórias criam vida. Descubra agora