CAPITOLO 10 - V

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Yulin spalancò gli occhi. Assieme al piacere aveva sentito espandersi dal ventre come una scossa, una scarica di energia che aveva solcato per un secondo ogni suo nervo, scomparendo con la stessa rapidità con cui era comparsa e che, ne era certo, non aveva nulla a che fare con il sesso. Travolto dall'estasi aggrappato alla schiena di lei, il viso tuffato tra i seni lucidi di sudore, scuoteva il bacino ad ogni schizzo di seme mentre quell'energia rifluiva, si condensava alla base dello yang come un tizzone di brace, e si spegneva rapidamente, come non fosse mai esistita.

Sun non si sottrasse. Nel dianhua aveva imparato che non c'era cosa che gli uomini detestassero di più, una volta giunti al culmine, che perdere il contatto. Per quel motivo, per non essere fecondate ogni volta, le lan bruciavano il proprio ventre con il suàn. Sorrise a Yulin, carezzandogli i capelli. – Come ti senti?

– Meravigliosamente – rispose lui col fiato grosso.

Sun sorrise, chiuse gli occhi e si strinse a lui.



Altrove

Per Alyssia, unirsi con Morannis è come bagnarsi in un mare tropicale, dolce, caldo e tranquillo, ma a malapena emozionante.

Aldon, al contrario, era impetuoso, travolgente, assoluto come un torrente di primavera, e nulla eguagliava il sapore che la sua energia, come un limo fertile, lasciava in ogni cellula quando si ritirava.

Nel fluire ribollente delle spire della serpe della femmina, Alyssia percepisce chiaramente quel gusto, residuo dei lunghi anni di permanenza nel cristallo laggiù annidato, e si lascia travolgere dalla nostalgia e dal desiderio.

Incapace di resistere al richiamo dei sentimenti, lascia l'ipotalamo, discende lungo i nodi fino al più basso, dove la serpe freme nel risveglio dei sensi. Immersa in quel mare di energia grezza, percepisce ogni brivido, ogni sospiro, ogni movimento della femmina come fosse proprio, e in tutto ciò il respiro possente dell'energia di Aldon.

Avverte umori caldi fluire fin dai primi baci, il sangue spinto dai battiti possenti del giovane cuore infondere tensione e sensibilità, le mani e la bocca del maschio scatenare le più intense sensazioni, e infine si sente di nuovo riempire quando la femmina guida il maschio, caldo e fremente, dentro di lei.

Le serpi prendono a sciogliersi, una spira ad ogni ondulazione delle pelvi, e a illuminarsi dell'energia che nasce, priva di altra fonte che il desiderio, nel luogo della loro unione.

Quando, infine, la tensione diventa insopportabile e la luce che le serpi emettono è quella del nucleo di una stella, Alyssia si abbandona e l'onda la travolge, l'acceca, la stordisce,

Le pulsazioni del sesso della femmina giungono a lei come onde di tempesta sugli scogli di un mare immenso, dense della presenza di Aldon. L'orgasmo si abbatte su di lei come l'esplosione di un vulcano, non più acqua ma lava rovente e fuoco, un'energia che travolge e inonda di lampi e folgori ogni singolo nodo. Immersa nella sensazione di Aldon, Alyssia vi si abbandona, preda di sensazioni da troppo tempo assenti e ormai quasi dimenticate.

Accecata dal piacere che pare pulsare in lei come nel corpo materiale, ottusa dal vento di ricordi che la squassa inarrestabile, quando si accorge di ciò che sta succedendo, è troppo tardi per rimediare.



Il Valico

L'aria della notte lo aggredì col suo gelo e la sua pulizia, e Wuhan pensò che anche il suo animo era come quell'aria: un blocco di ghiaccio privo di emozioni. Non era paura, si disse. Ora ne era certo. Non aveva paura, né di combattere, né di morire. Non tanta quanta ne avesse Weihan, perlomeno, perché solo il timore di perderla poteva spingerlo ad una tale indigestione di vita.

Poggiò la mano sull'impugnatura della jian, e ricevette una scarica di emozione quasi fisica, e un lampo di comprensione gli si spalancò dietro gli occhi.

Non aveva paura di morire, e nemmeno di uccidere; anzi, ne aveva voglia. Cavalcare e combattere era sempre stato eccitante, ma in quel momento il pensiero di affondare la lama nel corpo di un uomo, di sentirne l'odore del sangue e il gemito della voce morente lo travolse. Strinse la mano attorno all'impugnatura e gli parve di udire un canto suadente, una voce di desiderio e vittoria, insinuarsi al di sotto della sua consapevolezza.

Si guardò intorno, ma non c'era nessuno. Doveva esserselo immaginato.

Il respiro si fece pesante. Un nodo di desiderio gli artigliò le viscere, montando come un'onda e piantandogli tra le gambe un'erezione improvvisa e quasi dolorosa. La mente annebbiata come dopo una lunga tirata di dama, si voltò verso la shibao: lì avrebbe trovato più d'una donna con cui sfogarsi. Si vide scegliere la prima che passava, gettarla a terra per montarla xing e intanto stringerle la gola tra le mani, piacere e morte insieme in un sublime, perfetto orgasmo.

– Ora devo andare – disse Sun dopo lunghi, interminabili momenti.

– Resta con me, dormi qui questa notte. – Gli occhi gli brillavano come stelle nel buio. – Non volevo disonorarti, ma avrei dato qualsiasi cosa per averti accanto a me, nel mio letto.

– Lo so, ma non posso restare. Devo tornare alla bao, Lishang non deve trovarmi qui. O Xia.

Lui quasi si accasciò tra le sue braccia. – Ti prego.

– Devi dormire, Yulin. Domani sarà una giornata lunga e difficile, ed avrai bisogno di tutta la tua energia.

– Mi sento forte come un orso, Sun.

Lei lo zittì con un dito sulle labbra. – Taci, non pensarci. Dormi, ora. Domani combatterai come l'orso che ti senti, e poi ritornerai da me.

Lui annuì, e sciolse il suo abbraccio per lasciarla andare.

Sun le posò un ultimo bacio sulle labbra, poi scivolò fuori dalle coltri e corse via.

Loth - parte terza: AriaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon