"Ci tieni perché sai che è tuo fratello."

"Può darsi."

"Ora asciugati queste lacrime bambinone, e vai a parlare con lei. Chissà cosa avrà pensato vedendoti scappare in quel modo"

"Però tu stai con me"

"No Zayn, è una cosa tra voi due, vai a parlare con lei e dopo se vuoi o hai bisogno io ci sarò, giuro che sarò a tua disposizione" dio mio, era troppo buona con me.

Tornammo sotto, Marisa era ancora sul divano, questa volta in lacrime. Vicky raggiunse gli altri in cucina ed io mi sedetti accanto a lei finendo per abbracciarla, magari quel gesto poteva farla stare meglio, almeno un po'.

Alzò gli occhi verso me e si asciugò le lacrime per poi ricambiare l'abbraccio.

"Perché hai pianto?" mi chiese. Avrei dovuto fargliela io quella domanda.

"Non ho pianto" mentii provando a crederci anche io, ma non ci riuscii.

"Non mentire, si vede lontano un miglio e poi tranquillo amore" Amore, mi aveva chiamato amore. Non riuscivo ancora credere a quella situazione "Chi piange è un uomo forte, e tu lo sei di sicuro, hai superato tanto."

"Posso chiederti una cosa?"

"Tutto quello che vuoi"

"Io ho sempre saputo che tu fossi morta. Questo fino alla vigilia di Natale. Per favore, mi dici come è andata veramente?" chiesi. È quello ciò di cui avevo bisogno di sapere. Ciò che mi serviva per riscrivere la mia storia.

"Se non fosse stato per Alex che mi ha trovata io sarei davvero morta. Tuo pa-"

"Quell'uomo non è più mio padre da quando mi ha abbandonato" scattai. Lo odiavo, non volevo sentirlo nominare sotto il nome di papà.

"OK.. Robert durante gli anni in cui siamo stati sposati è venuto fuori per quello che era veramente, ossia un malato pazzo psicopatico. Io non me ne ero mai resa conto finché tu non hai fatto tre anni. Da lì ho passato un anno di inferno e paura. Mi faceva del male e la paura più grande era che facesse del male anche a te. L'ultima volta mi ha accoltellato al fianco destro e buttata in un fiume, ho perso i sensi per via dell'emorragia e non ricordo nulla, solo che dopo oltre un anno mi sono risvegliata in un ospedale con un sacco di macchinari attaccati al mio corpo, sono stata in coma. Al mio risveglio c'era Alex e beh, mi ha raccontato di avermi vista mentre venivo trascinata dall'acqua ed ha cercato in tutti i modi di salvarmi, ce l'ha fatta ed eccomi qui oggi."

Restai sconvolto da tutta quella storia, e mi resi conto che come era successo a Vicky era successo a me: essere vivi per miracolo. Quel pazzo avrebbe potuto uccidermi senza pensarci due volte.

"Appena uscita dall'ospedale ho iniziato a fare ricerche su di te, senza alcun risultato. Nessuno ti aveva visto, ma non perché non fossi vivo, semplicemente cercavo in un paese in cui non c'eri. Quando è nato Blain per via del lavoro di Alex ci siamo trasferiti qui. Non nego che ormai avevo perso le speranze, ma poi ti ho visto molto tempo fa ed ho immaginato fossi tu quel ragazzo col mio stesso naso, e quegli occhi erano gli stessi che mi guardarono il giorno che nascesti." sorrise "Poi a quella cena quando ho avuto modo di guardarti meglio ed hai detto il tuo nome, lì ho capito che eri veramente tu. Che non eri frutto della mia immaginazione." Mi accarezzò il braccio. "Adesso puoi anche essere arrabbiato perché non te l'ho detto subito ma-"

"No, no tranquilla. Lo capisco, non è facile. Non farti una colpa, sono qui, siamo qui mamma e l'importante è questo no?!" la feci sorridere. Era uguale, come la ricordavo nei miei vaghi ricordi, solo con qualche ruga in più, qualche lineamento invecchiato.

"Hai ragione"

Avrei voluto chiederle che fine avesse fatto quel mostro, ma perché rovinarmi la serata? Che andasse a farsi fottere, bastardo. Ero felice di riavere mia madre, la mia vera madre.

-Pov. Vicky-

Mi ritrovai ad andare in cucina dagli altri. Sperai tanto che Zayn non andasse in tilt una volta rimasto solo con Marisa, ma pure se a dividerci era una sola parete io ero comunque con lui, lì a supportarlo.

Alex ci raccontò, o meglio a me, visto che con gli altri avevano parlato prima. Era una storia molto brutta dal mio punto di vista. Però il fatto che quel Robert si fosse ammazzato subito dopo dando fuoco alla casa con lui dentro, beh, la cosa un po' mi fece gioire. Era certo che non sarebbe più tornato a fare del male a loro, né nessun altro. Forse non era giusto pensarla in quel modo, ma il motivo che avesse fatto del male a due persone che non lo meritavano, e chissà a quante altre prima ancora, mi spingeva ad augurare del male a quella persona.

Blain era contento di avere un fratello, e la cosa buffa era vederlo convinto che io fossi anche sua sorella, guai chi gli dicesse il contrario. Era un bambino dolcissimo.

Zayn e Marisa ci raggiunsero dopo una buona mezzora. In entrambi i loro visi aleggiavano dei sorrisi, chiaro segno che tutto fosse andato nel verso giusto. Blain corse verso Zayn e gli saltò in braccio.

"Adesso ho un fratello e una sorella" affermò tutto contento. Mi faceva sorridere per la sua convinzione.

"Blain, ma ti ho già detto che non è così" lo riprese Marisa.

"Ma se loro sono.. Ehm.." iniziò a spiegare.

-ecco, cosa siamo noi due Zayn?- quel pensiero era fisso nella mia mente mentre osservavo la scena dei due fratelli insieme.

"Sono quei cosi che fanno quelle cose schifose con la bocca" scoppiarono tutti a ridere, tutti tranne io che accennai giusto un sorriso.

Era tale e quale a Zayn, il quale da piccolo appena vedeva qualcuno baciarsi diceva frasi come "quei due fanno bleah", con tanto di faccia schifata.

In quel periodo invece non gli facevano più schifo, no. Li usava anche con l'amica, perché noi eravamo amici, si certo, amici... Pff!

Giusto in quell'istante notai Zayn guardarmi e mordersi il labbro. Lo faceva di proposito per caso? Diamine, avrei voluto urlargli contro nuovamente.

"Sì Blain, ma lei non è tua sorella" ribadì Alex.

"Non mi interessa, io voglio lei come sorella quindi è mia sorella" si arrabbiò.

"Va bene Blain" gli sorrisi, "sarò tua sorella." sorridendo.

"Ecco, mamma e papà, lei è d'accordo con me, ho vinto io." Gli fece una linguaccia e finì per tirarmi in un abbraccio tra lui e suo fratello.

Finimmo col passare la serata tutti insieme, tra cena e chiacchiere in salotto. Io per lo più passai il mio tempo in disparte con Alice a parlare. In quel periodo terribile per me lei era la mia consulente numero uno, mi sopportava e consigliava come penso sia giusto che un'amica faccia. 

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Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora