Capitolo 2.

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Dopo quattro bellissimi giorni che erano già trascorsi, era arrivato finalmente il weekend, il che significava: divertimento assoluto. O almeno questo si sperava.

Che dire di quei giorni da poco passati: erano stati davvero rilassanti. I miei genitori come da manuale non si erano fatti vivi, ma mi andava bene così, ormai ero abituata, avevano sempre ragionato in quel modo. Non c'è una volta, che io ricordi, in cui si siano preoccupati per me, o si siano degnati di chiedere come stessi, se andasse tutto bene o se io avessi bisogno di qualcosa, no. Esistevano i soldi, c'erano loro se mi bisognava qualcosa. Secondo la loro mentalità si faceva tutto coi soldi. Per carità, non lo nego, si compra la qualunque ora come ora, ma l'amore, l'affetto? Potevo comprare anche quello con le due carte di credito che mi avevano affidato? No, non credo proprio. E questo loro non lo capivano.

In ogni caso essendo già consapevole dei loro metodi di vita stavo tranquilla pensando solo a me stessa e a divertirmi come meglio credevo.

«Scegli il programma per stasera» iniziò Alice mentre io ero intenta a passare il mio tempo con uno stupido gioco sul mio Iphone 5s bianco. «Festa al lago, serata tranquilla in pizzeria, oppure stiamo in giro per la città? Non so precisamente cosa ci sia, ma ho sentito che sarà una serata attiva anche in paese essendo venerdì sera.» mi elencò le varie opzioni.

«Tutti e tre no?» chiesi senza distogliere lo sguardo dall'aggeggio in mano, cercando di eliminare uno di quei maledetti maialini di angry birds.

«No. Dai scegli.»

«Vada per la prima, la adoro.» Cibo, alcol, e musica, tanta musica. Serata perfetta per staccare dal resto del mondo. Era così che la pensavo ai tempi, nulla di meglio.

«Magari incontriamo anche qualche bel maschietto.» sorrise lei. Per quanto potesse essere una ragazza dai sani principi, Alice, tra le due, era quella che amava la compagnia maschile. Ovviamente compagnia e basta, non andava mai oltre un ballo e due chiacchiere.

«Sempre lì hai la testa... alla fine i ragazzi non fanno mica la felicità.» dissi io che avrei preferito farmi suora piuttosto che combattere con certi individui che si vedevano in giro. Ero del parere che nessuno avesse rispetto per il sesso femminile.
Ed è una cosa che penso tutt'ora, il loro cervello è strettamente collegato al loro amichetto anziché al cuore, ed ovviamente questo vale anche per alcune ragazze.
Se mai un giorno avessi incontrato qualcuno di dolce, carino, e allo stesso tempo rispettoso, sicuramente lo avrei tenuto con me, anche a costo di sequestrarlo. Ma chi volevo prendere in giro, era una cosa che non sarebbe mai successa.

«Come fai a dirlo? Quando eri innamorata di mio fratello non la pensavi così.»

-Ecco... di quello stronzo doveva iniziare a parlare. Fanculo.- Sapeva quanto io non lo sopportassi, e lei me lo nominava, nell'ultimo periodo pure spesso.

«Infatti si è visto quanto è durata tanto.» lasciai cadere il telefono sulla superficie del letto, mandando al diavolo anche ai maialini che mi avevano sconfitta per l'ennesima volta a quel livello.

«Vi siete solo lasciati. Lo conoscevi meglio di me, sapevi che quello non è capace di amare nessuno oltre le sue sigarette e la sua auto -che poi sua non è visto che non ci ha messo nemmeno un centesimo-, ma comunque tu hai deciso di starci. E poi ovviamente ti è capitato un altro che ti ha presa in giro, ma non per questo devi fare di tutta l'erba un fascio.» Sì, ci eravamo solo lasciati... non sapeva il resto, non sapeva che il bastardo che mi aveva fatto del male e che aveva portato all'eliminazione della mia parte dolce era stato proprio lui. Ed io che credevo ci fosse arrivata da sola all'identità del misterioso ragazzo, mi sbagliavo.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora