Capitolo 7.

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Da quel giorno che forse poteva essere definito mediocre ne erano passati altri tre in cui avrei voluto davvero fare una denuncia per stalking. Tre giorni in cui Zayn non fece altro che seguirmi ovunque. Una persecuzione, soprattutto quando cercava di ricordarmi episodi riguardanti la misteriosa notte passata insieme, della quale preciso io non ricordassi nulla, solo lui sapeva cosa fosse successo realmente.
Mi dava enorme fastidio averlo sempre dietro, ma mi dava ancora maggior fastidio il fatto che io mi fossi fatta oltre un'ora di volo per stare con la mia amica e lei stranamente da quel dannato compleanno aveva sempre da fare il pomeriggio. Cose di cui non potevo esserne partecipe, né tanto meno potevo sapere. Ma di una cosa ero certa, queste uscite avevano a che fare con quel biondo. Di conseguenza ero costretta a restare tutto il giorno barricata in casa o uscire da sola, non che le due cose mi dispiacessero, solo che alla fine mi ritrovavo sempre quel pakistano tra i piedi sempre pronto all'assalto ed era questo il mio più grande problema.

In quel periodo più volevo stargli lontana e più lui si avvicinava. Cosa avevo fatto di male per meritarmi una simile condanna? Me lo chiedevo di continuo, ma non arrivavo mai ad una conclusione. Fino a quel giorno: lui voleva solo farmi soffrire. Sì, ancora una volta era riuscito a prendersi gioco di me e farmi soffrire.

Seppure era vero che non avevo dato molta importanza alla notte con lui, beh... credendo che fosse davvero successo qualcosa gli avevo comunque reso facile uno dei soliti giochini che era consueto fare con i suoi amici.

Era uno di quei momenti in cui ero in casa da sola, questo ovviamente prima che mi accorgessi della sua presenza, cosa non uguale per lui, che distratto e impegnato dal portare avanti il suo piano non si era accorto di me.

Erano le 17 del pomeriggio quando mi venne un attacco di fame improvvisa, così con la voglia di fare un bel spuntino scesi in cucina.
Iniziai a guardare degli stipi della cucina qualcosa di buono, cercai fin quando non mi imbattei in delle deliziose merendine al cioccolato. Il mio paradiso. Amavo tutto ciò che avesse a che fare col cioccolato, era come una droga a cui non sapevo resistere. Ricordo quante indigestioni mi beccai da piccola facendo il pieno di cibi cioccolatosi.

Una volta finito salì nuovamente al piano di sopra, decisa a passare il mio tempo al computer. Quel giorno non sapevo davvero come far passare le ore che sembravano scorrere lente come non mai, e la noia insieme alla voglia di non fare nulla avevano il primo posto nella mia classifica.

Lessi alcuni blog di moda, e quando mi stufai anche di quelli entrai su Facebook. Era un bel po' che non vi entravo. Avevo perfino disinstallato l'applicazione dal cellulare, occupava solo tanta memoria per quanto la usassi, praticamente mai. Infatti le tante notifiche e richieste d'amicizia erano la prova della mia frequenza. Queste ultime mi stranirono abbastanza, non mi cercava mai nessuno eppure quella volta trovai una ventina di amicizie in attesa di conferma. Erano tutti maschi e una ragazza, tutti mai visti prima d'ora.

Per non fare un uccisione di massa iniziai ad accettare i ragazzi carini ed eliminare quelli che consideravo brutti o che comunque avessero un'immagine di profilo da ragazzo poco raccomandabile. La ragazza sembrava solo un'oca giuliva, e quando tra le sue amicizie trovai la coda degli amici di Malik, lui compreso, la rifiutai.

E se io ero quella che non si collega da una vita, a quanto pare Alice era quella che non si scollega mai. Scorrendo trovai la home piena di cose sue, e post di conversazioni tra lei e un certo "Nello detto il bello". Era proprio scritto così, nessuna invenzione mia, anche perché io al massimo avrei detto "Nello il bidello", suonava molto meglio no?

Non ero mai stata una persona curiosa riguardo ai fatti altrui, ma quella volta lo fui, così diedi un'occhiata.

Alice Badeira:

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora