Capitolo 3.

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Dopo aver percorso qualche metro a piedi, io e Alice, ci ritrovammo al bivio in cui avremmo dovuto prendere la strada per andare al lago, ma ovviamente io non ero più intenzionata ad andare lì quella sera. Le ragioni erano più che ovvie, e avevano un solo nome: Zayn Malik.
Senza proferire parola la presi per il polso e la tirai con me prendendo una stradina opposta a quella che portava al lago.

«Capisco che ormai non vivi qui da un po', ma... da lì si va solo al centro, noi dobbiamo andare dalla parte opposta.»
-Magari se stavi zitta saremmo andate dalla parte opposta.-

«Cambio di programma!» sorrisi sfacciatamente «Non ti piace?»

«Sì, ma avevi...-»

«Alice cara... tu pensi davvero che io passi la serata a cercare di scappare da tuo fratello? Se è così ti sbagli di grosso.» la interruppi.

«Ma...-»

«Niente ma. Non voglio averlo tra i piedi, meno lo vedo e meglio è. Non vorrei accorciare la mia permanenza qui per causa sua. Quindi per favore collabora e aiutami.» dissi quest'ultima frase con un tono dolce e supplichevole, proprio come avrebbe fatto la vera ragazza che era sepolta da qualche parte dentro di me.

Arrivammo in centro dopo circa 5 minuti di camminata e altri tanti di proteste da parte della signorina Alice che avrebbe preferito la festa ad una serata tranquilla con me. Non riusciva a mettersi in testa il fatto che io non riuscissi proprio a condividere l'aria con quel tizio, né tanto meno avevo voglia di fare jogging per scappare da quel maniaco pervertito. Che poi avrei voluto tanto sapere cosa gli frullasse in quella testa. Non si era mai comportato da pervertito con me prima di allora, nonostante tutto. Ero sicura che volesse confondermi, voleva ingannarmi e far sì che io cadessi nella sua trappola, ma non sarebbe successo, non di nuovo.

Diedi un'occhiata in giro, e potei notare quanto le strade fossero piene. Gente che passeggiava lungo i viali, chi entrava e chi usciva dai locali lungo la strada, e chi stava semplicemente seduto sulle panchine. Camminammo ancora per qualche metro, fin quando non si iniziò a sentire un sottofondo di musica pop re-mixata nell'aria.

«Pure qui c'è abbastanza gente.» parlò Alice in wonderland.

«Sì. Secondo me stasera rimorchi più qui che altrove.» le dissi vedendo un bel po' di ragazzi attorno a noi.

Da stupida, quale era la mia amica, in risposta iniziò a cantare: «Mmmh Mmmh yeah yeah Mmmh Mmmh yeah yeah Mmmh Mmmh yeah yeah All that I could say.» (tutto quello che potrei dire)
Ed eccola che non aveva ancora bevuto e già cantava Austin Mahone in risposta, anche se a me sembrava più un "Pitbull".

«Was.» aggiunsi.

«Cosa?» chiese in totale confusione.

«La parte finisce: "All that I could say was".»

«Oh, vero...» si grattò la nuca a disagio. Era sempre la solita.

«Senti Alice Mahone Pitbull, le canzoni o le fai giuste o stai zitta.» dissi trattenendo una risata per la sua faccia inizialmente imbarazzata a causa della sua sbadataggine del cantare il testo, ma poi scoppiò a ridere, ed io la seguì.

«Sai che mi piace di più questa nuova te? Dovrei fare una statua d'oro a quel raga-... no scusa, non volevo dire proprio questo, scusa.»

Grazie al cielo si rese conto in tempo dell'enorme stupidaggine che stava per dire. La statua d'oro? Pff... gliel'avrei spaccata in testa una statua, dopo come mi aveva trattata in passato sarebbe stato il minimo.
Senza rendermene conto stavo iniziando a pensare a lui, ma mi fermai in tempo, dovevo distrarmi. Ero uscita per divertirmi e dovevo farlo. A quel paese il resto del mondo, dovevo sorridere, non deprimermi, ed era ciò che avrei fatto quella sera. Basta coi brutti ricordi, almeno per qualche ora.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora