Capitolo 8.

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Era più o meno passata una settimana e... udite udite: Zayn Malik era sparito dalla circolazione.
Nel vero senso della parola.

Quando quel pomeriggio se ne andò via sbattendo la porta, Alice, che stava rientrando, lo vide entrare in macchina e partire a grande velocità. Cosa che le sembrò alquanto strana visto che lui non la degnò nemmeno di uno sguardo. Ovviamente quella genia della mia amica capì subito che fosse successo qualcosa tra me e lui, e di conseguenza venne a chiedermi spiegazioni che però non le diedi, non avevo alcuna voglia di aprire l'argomento in quel momento. Ero furiosa e incazzata con me stessa oltre che con lui, l'unica cosa che feci fu quella di restare in camera a rimuginare sull'accaduto.

Quella sera lui non tornò a casa, così come non tornò la sera successiva e quella dopo ancora. Era sparito, nessuno sapeva dove fosse finito, ed erano tutti preoccupati, tutti tranne io. La rabbia superava il buonsenso.
Non chiamarono la polizia solo perché lui fece una chiamata dicendo di non preoccuparsi, e anche perché a detta della madre negli ultimi anni quelle scappatelle erano capitate spesso. Nonostante questo Alice continuava a pensare al peggio, non l'avevo mai vista preoccupata per il fratello come successe quella volta.
Purtroppo per me, dopo sei giorni il ragazzo fece il suo ritorno. Quando i genitori gli chiesero spiegazioni riguardo la sua fuga lui rispose un: «Ho sbagliato.», e non aggiunse nient'altro.

Non capii subito ciò che si nascondeva dietro alla sua risposta. Chi altro sano di mente avrebbe dato un risposta del genere? Nessuno. Ma lo capii il giorno stesso del suo ritorno, quando lo osservai a fondo durante il pranzo: lui aveva dei problemi. Problemi di cui non parlava con nessuno, né ne dimostrava l'esistenza. Preferiva tenerli per sé, e a questo se ne aggiunse uno più grande: un buco oscuro di cui lui non si rese conto.

Era come sempre seduto di fronte a me, quando scontrai i suoi gli occhi notando qualcosa di strano. Iniziai a guardarlo con insistenza aspettando che lui alzasse lo sguardo nuovamente, e fu lì che mi accorsi delle sue pupille arrossate e il suo sguardo spento e assente insieme alle sue occhiaie scure. Non era lui, non erano quelli gli occhi caramello che mi piacevano da matti nonostante tutto.

«Cos'hai?» chiesi ad Alice vedendola sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto da oltre dieci minuti.

«Penso» rispose senza cambiare di una virgola la sua espressione, né tanto meno la sua posizione.

«Dimmi tutto dai, non posso vederti così.» Prima stava così per Zayn, lui era tornato e lei continuava a stare in versione depressa h24. Doveva esserci qualcos'altro che la turbava.

«Se parlo ti verranno i nervi.» Lì per lì non compresi bene ciò a cui si riferiva.

«Alice smettila di fare la bambina, ci siamo sempre dette tutto e ora stiamo iniziando a tenerci all'oscuro di molte cose. Non era nei miei piani distruggere la nostra amicizia.»

«Lo so, ma... so che ti darebbe fastidio.»

«Parla o dico a quello che ti piace.» la minacciai dicendo una frase a caso, che però fece il suo effetto come lo faceva in passato. Quante volte la feci parlare in passato uscendo questa frase...

«Ok ok, ma tu prometti di non dire niente a quello.» si mise seduta.

«Ok promesso, vai.»

«Ecco io... Aspetta. Mi stai prendendo in giro, tu non sai chi mi piace.» se ne rese conto.

«Oh si che lo so, Facebook parla chiaro.»

«Ti sei collegata dopo un secolo?» Stava cercando di cambiare discorso.

«Parla.»

«Ok ma lui comunque già lo sa.»

«Sì, sì ok, non me ne frega. Poi magari ne parliamo di questo biondo che ti sta portando via dalla tua migliore amica, ora dimmi cosa hai.» la incitai a parlare, ma subito tornai indietro con un dubbio «Non è per caso che si tratta di lui?»

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora