Capitolo 4.

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Davvero, nonostante quel minchione di Zayn tra i piedi, in quel momento stavo passando dei giorni tranquilli, stavo proprio una pasqua. Meglio di una settimana rilassante ad una spa, meglio di una settimana alle Maldive, meglio di ...

Volete sapere la verità?

La verità è che lo odiavo sempre più, non stavo passando proprio dei giorni tranquilli. Con lui tra i piedi e sempre pronto all'assalto io non stavo per niente tranquilla, ma penso che nessuno lo sarebbe stato al mio posto.

Non vedevo l'ora che quei due mesi passassero in fretta, e che magari lui si decidesse ad andare qualche giorno lontano da lì, gliela avrei persino regalata io una vacanza, l'importante era che si togliesse dai piedi. Solo così sarei stata felice.

Mi trovavo sul divano con Alice ad aspettare che sua madre arrivasse per accompagnarci dall'estetista. E quando la vidi entrare in casa fui felice del fatto che avesse fatto più in fretta del previsto. Felicità che ovviamente durò solo pochi secondi.

«Ragazze vi accompagnerà Zayn questa volta. Io ho un sacco di cose da fare, e poi pure lui deve andarci.» Ed ecco che non poteva dare notizia migliore. Bellissima, davvero. Ero proprio sfigata quel giorno.

No, ma che solo quel giorno... da quando era tornato il cretino la sfiga non mi abbandonava mai. Non ne avevo mai vista tanta così prima di allora, possibilmente se avessi fatto una scommessa su qualcosa di già certo avrei perso pure l'ultimo calzino bucato che si era cacciato in fondo al cassetto.

«Ok mamma.» rispose quella fantastica amica che avevo. Non poteva rispondere: "Andiamo a piedi", no? Ultimamente sembrava essere contro di me pure questa qui. Ah... ma avrei scommesso che lui la pagava per questo. No ok, non avrei scommesso, ma avevo questa sensazione. «Dov'è adesso lui?» chiese.

«Eccolo lì.» Roberta indicò il pinguino che scendeva dalle scale. Quanto avrei voluto che scivolasse, quanto...

«Andiamo meraviglie.» disse lo struzzo avvicinandosi alla porta. Sì, struzzo forse gli si addiceva di più, i pinguini sono troppo carini per paragonarli a gente come lui.

Alice lo seguì, io no. Non ne avevo voglia.

«Vicky muoviti.» mi richiamò lei, e sbuffando mi alzai dal comodo divano.

Entrammo in macchina e lui partì sgommando velocemente, tanto da farmi aggrappare istintivamente alla maniglia della portiera per via dello spavento. Chi diamine era l'idiota che gli aveva dato la patente? Sperai davvero di arrivare integra a destinazione, viste certe frenate non ne avevo la sicurezza.

-Chissà cosa deve andare a farci dall'estetista... magari a darle una ripassatina.- Sì, era una cosa probabile

Arrivammo, sani e salvi per chissà quale suprema divinità.
Una volta davanti al portone del palazzo, il bastardo doc suonò al citofono facendosi aprire. Salimmo al terzo piano prendendo l'ascensore per far prima, ma quel cubicolo sembrava andare più lento di una vecchia lumaca. Quella lentezza rese il tutto un vero incubo se aggiungiamo anche il fatto che Zayn mi guardava e, cosa peggiore, mentre Alice fu distratta da un messaggio, lui si avvicinò allungando le mani sul mio povero sedere.

Non ci pensai mezza volta a colpirlo con una gomitata allo stomaco.

«Così impari, testa di cazzo.» dissi appena lo sentii lamentarsi. Gliene avevo date più negli ultimi giorni che in circa 15 anni che lo conoscevo, e nonostante si facesse pure male delle volte lui non mollava. O forse lo stronzo fingeva di provare dolore. Sì, qualche dubbio iniziavo ad averlo.

«Ma che fate?» chiese quell'altra appena tornata dal mondo dei sogni.

«Oh niente, gli ho fatto una carezza.» risposi io mentre lui mi lanciò occhiate come per dire: "me la pagherai.".

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora