Capitolo 29.

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Erano le sette di domenica sera, e noi stanchi per il lungo viaggio eravamo da pochi secondi arrivati davanti casa. Dal bacio della sera prima non avevamo parlato per niente. La causa era ben ovvia, ma nessuno dei due si azzardava ad aprire l'argomento e chiarire, troppo orgogliosi e troppo idioti per farlo.

Entrammo in casa lasciando tre valigie in macchina, evitando così di dover dare spiegazioni ai suoi genitori nel caso in cui si fossero trovati lì. Ma sembrava non esserci nessuno, c'era troppo silenzio, nonostante la porta non fosse chiusa a chiave.

E di fatti mi sbagliavo. Trovammo i due piccioncini in cucina, troppo impegnati a scambiarsi effusioni d'amore sul tavolo. Non che stessero andando oltre a dei baci focosi, ma se qualcuno non li avesse fermati sarebbero andati ben oltre.

«Io ci mangio lì sopra.» Zayn li fece trasalire.

I due si voltarono di scatto verso noi come se avessero visto chissà quale corpo celeste.

«Sì, siamo noi, nessun fantasma.» parlai io questa volta vedendo la loro faccia, che subito dopo si trasformò in colpevole. «Alice, ricomponiti!»

Forzarono entrambi un sorriso, e Alice tornò con i piedi sulle piastrelle del pavimento. Ero convinta che si usassero le camere da letto per fare certe cose, soprattutto quando condividi la casa con altre persone. Evidentemente i miei amici non erano dello stesso parere

«Ehm... io vado a fare una doccia.» Alice cercò di svignarsela, quando Zayn la fermò.

«Potresti aspettare un attimo? Serve a me il bagno cinque minuti.» Malik salì al piano di sopra, non aspettando nemmeno una risposta da parte della sorella.

Mi arrivò un messaggio. Corrucciai la fronte quando lessi il mittente.

Da Zay:

"Sali. Ora."

Lessi il testo con un velo di confusione. Non parlavamo da quasi ventiquattro ore e quando si decise a farlo fu tramite un messaggio.

«Io... vado un attimo in camera.» avvertii i due, ma quei due non ci fecero nemmeno caso.

Salii sopra e cercai Zayn in camera sua ma lo trovai in bagno come aveva accennato prima. Mi guardò con un sorrisino furbo che inizialmente non capii. Era una situazione leggermente anomala in quel momento.

«Che succede?» domandai, se aspettavo di capire dalla sua espressione sarei ancora chiusa in quel bagno con lui.

«Ieri mi hai detto che devi ancora vendicarti di Alice.»

«Quindi?» continuavo a non capire.

«Ho in mente uno scherzo.»

Si avvicinò al mio orecchio e spiegò cosa la sua mente avesse ingegnato. Sembrava un'idea divertente la sua, e senza pensare al resto accettai il suo piano.

«Ehm... ma io non ho nulla del genere, dovresti saperlo.» dissi quando tra il materiale per lo scherzo mi chiese degli indumenti che a me sembrarono poco casti per come ero fatta io.

«Non conosci qualcuno che potrebbe averli?»

Pensandoci qualcuno c'era.

Digitai il numero di Erika e feci partire la chiamata. Le spiegai ciò di cui avevamo bisogno, e fortunatamente lei rispose positivamente. Certo era tutta roba di sua madre, ma non era importante.

«Vai a casa sua a prenderli, io ti aspetto qui.» ordinai a Zayn cosa fare, qualcuno doveva pur controllare le cose in casa. Andò via senza farselo ripetere due volte.

Nell'attesa Alice salì di sopra. Andò in camera a preparare gli indumenti da mettere dopo la doccia, ed io uscii dal bagno rifugiandomi in camera di Zayn ad aspettarlo. Appena vidi da dietro uno spiraglio della porta che la mia amica si chiuse in bagno, andai nella nostra camera trovando la sua biancheria sul letto come era solita fare da un po' di tempo. Presi quei due pezzi di stoffa e li nascosi dentro al primo cassetto che mi capitò sott'occhio, e misi gli altri vestiti sulla sedia. Zayn fu velocissimo a tornare. Corse su per le scale, ed entrò in camera con in mano una busta contenente perizoma, reggicalze e babydoll, più il famoso reggiseno leopardato in mano. Li sistemò sul letto per bene senza il mio aiuto.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora