Sofia (3)

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"Non dirmi che sono già loro?" dice Zayn immaginando una possibile chiamata da parte di Alice, ne sarebbe capace quella.

Prendo il telefono dalla borsa e leggo il nome del chiamante: Papà.

"E' mio padre." dico confusa dal fatto che mi stia chiamando a quest'ora della notte. 

"Pà?" rispondo
"Vicky scusa ti ho svegliata?" sembra agitato
"No, non sono ancora andata a letto. Cosa succ-" non mi lascia nemmeno formulare la domanda.
"Sta nascendo... Sta nascendo!" è agitato nel dirlo.
"Non è uno scherzo vero?" chiedo un po' incredula.
"No, Vicky. Ci siamo. Merda! Ho paura." lo sento imprecare e resto per un attimo scioccata al sentire il suo 'Ho paura'
"Stiamo arrivando, rilassati."
"Fate presto." dice prima di chiudere.

"Zayn, dobbiamo andare in ospedale, Anna sta per partorire." dico.
Salutiamo in fretta gli altri e scendiamo giù. Do le chiavi a Zayn, così si mette alla guida e partiamo.

Si prevede una lunga nottata.

Arriviamo in ospedale e ci dirigiamo al piano interessato, e cerchiamo qualcuno per chiedere informazioni sul dove si possa trovare mio padre. 
Troviamo un'infermiera che ci guarda per un attimo confusa, ma poi parla.

"Scusi, da che parte si trova la sala parto?" chiedo

"Ogni quanto le contrazioni?" chiede guardandomi. Ed io ricambio lo sguardo in modo confuso.

"Scusi le che?" chiedo

"Le contrazioni, ogni quanto le ha?"

"Ma io non ho alcuna contrazione..." 

"Allora cosa?" 

"Stiamo cercando Anna Cupra, sta per partorire." 

"Oh, la signora che è entrata da poco. Ecco... sì, seguitemi" dice facendoci strada verso il lungo corridoio per poi svoltare a sinistra. Dopo alcuni passi vedo in lontananza che fa avanti e indietro nervosamente.

"Papà." lo chiamo e cerco di aumentare il passo per raggiungerlo, mentre lui inizia a camminare verso di noi. 

"L'hanno fatta entrare da più di quindici minuti. Io non so cosa fare, ho paura." parla ad una velocità assurda.

"Calmati intanto." lo trascino vicino alle sedute blu, per poi farlo sedere, ed io seguo lui. "Perché sei qui fuori e non con lei?" chiedo cercando di capire.

"Perché ho paura." dice portandosi le mani sul viso. 

"Non è nemmeno il primo figlio e te la stai facendo sotto. Ma dai.. Vai, sarà come quando sono nata io." cerco di farlo ragionare, ma dalla sua espressione sembra che non servano a nulla le mie parole.

"Io... io quando sei nata tu ero in condizioni peggiori di ora. Non sono entrato." ammette, ed io per un attimo resto sbalordita da questa verità, ma in realtà è una cosa che ho sempre immaginato.

"E allora cosa aspetti a rimediare? Vai, entra lì dentro." continuo cercando di convincerlo, ma sembra inutile.

"Non ce la faccio.."

"Pensa ad Anna." parla Zayn "Lei ha bisogno di te in questo momento. E poi vuoi fare gli stessi errori che hai fatto con Vicky?"

"No, non voglio essere un padre così schifoso come lo sono stato con lei." Forse qualcosa inizia a smuoversi in lui. 

"E allora vai papà. Inizia da subito a fare il padre perfetto. Fai tutto ciò che non hai fatto con me, ti prego." dico.

"Entra lì dentro, stringi la mano alla tua donna e dalle supporto." Zayn inizia a spingere mio padre verso la grande porta "Vogliamo vederti uscire da lì con il marmocchio in mano".

"Sì, vai papà." continuiamo ad incoraggiarlo finché lui non attraversa quella porta di sua spontanea volontà.

In attesa, io e Zayn, ci mettiamo seduti ad aspettare. Spero che nasca al più presto, non ho la forza di stare qui tutta la notte.

"Sei stanca eh!?" parla Zayn vedendomi sbadigliare. Allarga le braccia ed io mi ci fiondo dentro.

"Sì, tantissimo." Ormai è sempre più difficile essere attiva nelle mie condizioni come facevo prima. Poi oggi mi sono ridotta proprio all'estremo. 

"Perché non distendi un po' le gambe?" mi suggerisce.

"Lo farei, ma con questa pancia e queste sedie non mi viene per niente bene Zay." dico.
Lui scuote la testa accennando un lieve sorriso.

"Aspetta." lo vedo alzarsi. Dopo prende una sedia e la mette di fronte a me. "Forza, metti i piedi qui." dice trovando la soluzione a cui io non avevo pensato minimamente. Così faccio.

"Ogni tanto sei un genio." sorrido e, appena lui si risiede accanto a me, appoggio la testa sulla sua spalla, e lui mi stringe la mano mentre mi lascia un bacio dato di sbieco sui capelli.

 Dopo una calda cioccolata ed aver atteso circa 40 minuti, finalmente esce fuori mio padre con un fagottino tra le braccia e le lacrime agli occhi. E' forse la prima volta che vedo mio padre in lacrime, ed anche se di gioia fa comunque uno strano effetto.

Immediatamente Zayn si alza e aiuta anche me a rimettermi in piedi, e ci avviciniamo a mio padre. 

"Lei è Sofia." ce la presenta. E' così piccola e stringe i pugnetti mentre tiene gli occhi semi chiusi.

"Oddio! E' piccolissima!"  esclama Zayn.

"Ed è anche bellissima" aggiungo io. Ed entrambi abbracciamo mio padre facendogli gli auguri.

"Adesso devo portarla dentro, ma aspettatemi qui che esco di nuovo." dice e noi annuiamo. Lui entra e noi torniamo a sederci. 

"Non vedo l'ora che nascano le nostre principesse." dice Zayn prima di baciarmi. Mi fa sorridere il fatto che non vede l'ora che nascano. Ogni giorno ripete che vuole vederle al più presto, e che l'attesa sembra più lunga del dovuto. Come dargli torto... Sembra non arrivare mai quel giorno, eppure i giorni passano veloci.

Mio padre esce nuovamente e si siede accanto a noi. 

Aspettiamo un'altra decina di minuti e portano Anna e la bambina nella stanza. Andiamo anche noi con lei. E' pallida e si nota la stanchezza, però ha un sorriso che copre tutto il resto.

"Non mi sembra vero." dice mentre accarezza dolcemente il viso della piccola, e mio padre accanto a loro con gli occhi lucidi completa il quadretto. E così, senza pesarci più di tanto prendo il telefono e faccio una foto. 

"Dio mio, fra poco mi fate piangere." dico mentre guardo la foto appena scattata.

Andiamo a casa che sono le 5 del mattino, e appena arrivati mi sdraio sul letto con tutti i vestiti, per crollare subito dopo in un sonno pesante.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora