Capitolo 34.

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Erano passati esattamente due giorni da quando avevo iniziato il mio servizio al ELEM bar, e quel giorno era arrivata la vigilia di Natale. Stavo facendo il mio turno di mattina, ed essendo, appunto, la vigilia, mi sarebbe toccato il pomeriggio e la serata libera.

Quella sera era in programma la cena a casa dei miei, e a dir la verità non avevo ancora deciso se partecipare o meno. Sicuramente se lo avessi fatto non sarei andata lì in compagnia di me stessa. Ne avevo parlato con Zayn, e anche con la mia cara Alice, entrambi mi avevano consigliato di fare la scelta che più sentivo opportuna, nonostante né mio padre, né mia madre avrebbero meritato la mia presenza.

Lei in quelle quarantotto ore si era stranamente fatta sentire troppo. Stava, a modo suo, cercando di comportarsi bene, ma sinceramente ero consapevole che quella sua presenza sarebbe durata davvero poco, molto meno di quel che chiunque di voi immagina.

«Guarda che se non consumi devi andar via.» scherzosamente Theo, mentre asciugava i bicchieri, provò a cacciare via Zayn che stava seduto ad un tavolo situato proprio di fronte al bancone.

Diciamo che non aveva proprio nulla di meglio da fare che stare lì a controllarmi. Non gli andava giù che io lavorassi in un bar, specie quando i miei turni erano in coppia con Theo, il ché sembravano esserlo tutti i giorni. Sperava con tutto il cuore che non mi prendessero a lavorare lì, me lo aveva confidato la sera che era tornato dal giorno amorevole con Niall. E invece, per fortuna mia, era andata diversamente. Quel bar era uno dei più tranquilli che potessero esserci in quella zona. Era a conduzione familiare, e ciò creava un'aria decisamente piacevole, ed in più non era frequentato da cattiva gente, tutt'altro. Ma ovviamente a Malik non importavano questi pro, vedeva solo i contro, che in questo caso era solo uno: Theo. Che poi nemmeno ci provava quel poveretto, fossero stati tutti come lui i ragazzi. Certo, non era sicuramente un santo, ma nemmeno un ragazzo con insanità mentale che lo portasse ad allungare le mani. Stava sulla sua strada.

«Guarda che se mi mandi la cameriera io consumo.» gli rispose a tono Malik, facendomi di conseguenza scuotere la testa, rassegnata dal suo modo di buttare certe battute in luogo pubblico. Non vorrei ammetterlo, ma mi imbarazzavo spesso con i suoi doppi sensi, anche se altrettanto spesso non lo davo a vedere. Provai ad ignorarlo continuando a sistemare le tazzine al suo posto, nonostante la voglia di andare a spupazzarlo un po' mi allettava, ma in quel periodo non ero la tipa che dava tante dimostrazioni d'affetto in pubblico, o forse nemmeno nel privato.

«Forza Vicky, il tuo cliente preferito ti desidera. Vai e fai del tuo meglio.» Theo ci mise anche del suo, ma resistetti all'impulso di schiaffeggiarli entrambi.

«Siete due idioti.» confermai andando verso Zayn, il quale non perse tempo per farmi finire seduta sulle sue gambe. Gli diedi un bacio, con l'idea di essere a stampo, ma lui lo portò a livelli leggermente più alti, rimanendo, però, sempre sul casto, nulla di vietato ai minori di diciotto anni. Ovviamente me lo potevo permettere solo perché in quell'istante non c'erano clienti presenti, se non per due seduti all'angolo in fondo alla stanza: due ragazzine di circa sedici anni. Ma d'altronde, chi è che avrebbe passato la vigilia di Natale in un bar? Quel giorno è solito passarlo con la famiglia o a scegliere gli ultimi regali da fare rimasti sulla lista.

«Wow! Se trattate tutti i clienti così verrò più spesso.» la voce di Nello alle nostre spalle ci fece staccare. Immediatamente sentimmo pure un suo lamento di dolore, causato da uno schiaffo datogli da Alice.

«Così impari per la prossima volta.» lo avvisò lei prima di salutare insieme con un «Buongiorno!».

Si sedettero accanto a Zayn, e mentre io stavo ancora comoda presi gli ordini che consistevano in una abbuffata per il biondo e un semplice succo ACE per la mia amica.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora