«No Zayn, ma tu sei terribile, le tocchi il culo anche in riunione, povera Vicky.» disse Theo uscendo fuori e ricordando dove Zayn teneva le mani fino a pochi minuti prima.

«Bisogna sempre approfittarne.»

«Io sono qui e ci sento.» gli feci presente.

«Meglio così piccola.» mi diede una pacca, appunto, sul sedere, facendomi esasperare.

Salutammo il biondo ed entrammo in macchina, quando il telefono di Zayn prese a suonare.

«Sto arrivando coglione.» rispose staccando subito dopo

«Chi era?» chiesi non capendo chi lo stesse aspettando. Sapevo solo di dover tornare a casa, non di altri incontri.

«Marco.» rispose facendomi sbiancare. «è a piedi e avevo promesso che lo avrei accompagnato a casa, sono in leggero ritardo però.»
Non ero riuscita a raccontare nulla a Zayn, era all'oscuro di tutto ciò che era accaduto durante le feste, delle minacce. Sperai solo che Marco fosse tornato in sé.

Zayn notò che qualcosa non andasse in me, ma non fece domande, mi diede solo un bacio e poi mise in moto.

Dopo pochi metri arrivammo al luogo dove aspettava Marco, il quale entrò in auto tutto felice e sorridente, l'opposto di me. Arrivati ad un certo punto Zayn si fermò davanti ad un tabacchino ancora aperto per fare una ricarica al cellulare e guarda caso io rimasi in macchina con colui che non perse tempo per ricattarmi.

«Allora Vic...»

«Non chiamarmi così.»

«Oh giusto, solo lui può» rise «Che cazzata. Quando è che lo lasci?»

«Mai!» non lo avrei assecondato, non avrei perso l'unica persone che mi era accanto da sempre.

«Un giorno sarai costretta a lasciarlo.»

«Scordatelo bastardo.» risposi decisa. In tutto ciò lui rise in modo malvagio. Lo odiavo, ma odiavo ancora di più me stessa per non aver avuto il coraggio di parlarne con Zayn, che ancora si fidava di lui.

«Piccola c'è qualcosa che non va?» Quando tornò si accorse ancora di più che in me qualcosa non andava.

-tutto.- avrei voluto dire, ma avevo paura.

«No, tutto apposto, sono un po' stanca.» mentii, e lui finse di credermi.

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..Giorno dopo a scuola..

«Prof, non ho capito nulla.» ammise Erika. Ed in effetti nemmeno io avevo capito nulla della lezione. Due ore che il prof di matematica spiegava e nessuno pare avesse capito quell'argomento di algebra. Stava per iniziare da capo quando arrivò la mia salvezza: la campana della ricreazione.

Immediatamente la classe si svuotò lasciando il professore li fermo con un gessetto in mano.

Anche io ne approfittai per correre fuori dalla mia amata Alice che mi aspettava ansiosa.

«Pomeriggio sei libera vero?» mi chiese.

«Si, mi pare di avertelo già detto, smemorata.»

«E' che sono agitata, non so che fare.» ammise.

Fra qualche giorno sarebbe stato il compleanno di Niall e lei stava entrando in crisi solo per farle un regalo. Avevo promesso che l'avrei aiutata, non sono un genio a fare regali ma almeno avrei provato a darle una mano e non farla andare in panico come era capace di fare ormai da mesi. Lei non era così, ma da quando aveva conosciuto Niall, o meglio da quando aveva iniziato a frequentarlo, ecco, le si era fuso il cervello. Doveva fare qualcosa per lui o con lui ed eccola che si incasinava la vita facendosi problemi inesistenti e andando totalmente in crisi. Proprio vero che l'amore cambia le persone, ma con lei ha fatto un disastro mi sa.

«Lo troverai quello giusto scemina, sta tranquilla.» la incoraggiai vedendola sorridere.

«Prego principesse.» Zayn arrivò con tante barrette cioccolatose, aveva svaligiato la macchinetta della scuola.

«Io ti amo davvero.» lo baciai e ne presi due. Idem fa Ali. Cioè non lo baciò, quello è ovvio, ne prese due ringraziandolo. Poi il signorino andò verso la classe per ritornare pochi secondi dopo aver scaricato tutta la merce dentro allo zaino presumo.

Dopo averle mangiate, Alice ci lasciò soli per andar a parlare a telefono con il suo love.

Noi ne approfittammo per uscire in cortile dove un'aria primaverile ci attendeva. Ero stretta tra le sue braccia a scherzare, quando mi arrivò un'ondata di odore di sigaretta. Avrei voluto correre a fumare ma respinsi la mia voglia spostando l'attenzione sulle labbra di Malik baciandolo. Da quando stavo con lui fumavo meno, alcuni giorni ne toccavo a mala pena una, non ne sentivo più tanto il bisogno, ciò di cui avevo bisogno era lui e solo lui, niente più. Lui approfondì il bacio facendomi perdere la cognizione del tempo e tutto il resto, come sempre eravamo solo noi due nella nostra bolla, e nessun altro.

«Allora è proprio vero quello che si dice in giro di te.» Una voce starnazzante alle mie spalle ci interruppe. Lei, la regina delle oche, Katie.

-Che cazzo vuole mo?-

Ci staccammo osservandola scettici per un attimo, poi Zayn parlò. «E sentiamo, cosa si dice?»

«Che hai una nuova puttana. Credevo sarebbe stata solo per la festa invece ancora continuate. Però almeno potevi cercarti una migliore con cui spassartela, lei non credo sia all'altezza dell'altra, anche se non ho capito chi è quella troia che avevi prima»

-E' stupida, affermativo.-

Non nego però che mi stavano salendo i nervi e avrei voluto ucciderla all'istante. Se non fosse stato che Zayn mi stesse tenendo davvero stretta a lui senza lasciarmi muovere io già sarei stata con le mani tra i capelli di quella a farle pagare il modo in cui mi aveva appena definita.

«Lei è la mia ragazza non la mia puttana. E sei talmente ignorante che non ti rendi conto che la troia e puttana eri tu, e sai, non vorrei illudere le tue aspettative ma lei è migliore di te un'infinità di volte. Lei è vera, tu sei solo plastica e pure riuscita male.» Avrei voluto fargli un applauso solo per il discorso, aveva lasciato quell'oca a bocca aperta. E poi avrei voluto saltargli addosso e stringerlo forte per aver mi difeso, ma mi limitai solo a dargli un bacio.

«Vatti a fare un giro papera.» provai a cacciarla ma m'ignorò, le interessa solo il mio, e ripeto MIO, Zayn.

«Io non ti riconosco più Zayn, cosa ti ha fatto questa?»

«Tu non mi hai mai conosciuto, lei sì, da sempre.»

-già, da sempre Zay-

«Okay.» squittì «Poi non venire a lamentarti.» mi veniva da ridere dopo questa frase. Stavo per risponderle, ma lui mi tolse le parole di bocca.

«Tranquilla, non lo farò e di certo non con te.»

«E ricorda che chi nasce brutta muore cessa.» lei si rivolse a me.

-e tu ne sarai la prova, la chirurgia non fa né magie né miracoli.-

«E tu ricorda cara Katie, chi nasce troia muore puttana!» risposi

«Ma com-» stava per ribadire ma non le diedi il tempo.

«Occhio eh, non dimenticarlo troia plastificata, sono più vere le barbie in confronto a te.»

Restò un attimo scioccata, ma la lasciammo lì a sbattere le palpebre con la bocca spalancata di stupore per andare a ridere e ricreare il nostro mondo da un'altra parte, lontano dalla vipera.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora