«Non è vero, dobbiamo chiarire io e te.»

«Non dobbiamo chiarire nulla. Vattene da quella puttana di Katie, usa lei per i tuoi scopi e poi vai a fanculo, ma stavolta stacci per sempre.» ancora una volta la rabbia parlò per me. Le gambe e la testa volevano scappare, ma il cuore voleva restare piantato lì.

«Cazzo, quanto ti amo quando fai la stronza orgogliosa.» ecco che persi un battito e mi bloccai.

«Sei pazzo.» scossi la testa.

«Si è vero, pazzo di te.» mi prese per il polso e mi fece voltare verso di lui.

«Vattene.» provai a mandarlo via. Stava sicuramente delirando per l'alcol, o ancora meglio per l'erba che sicuramente circolava ancora nel suo corpo.

«Solo se torni a casa con me.» mi strinse la mano facendo intrecciare le nostre dita. Mi teneva così stretta da non permettermi di sciogliere quel legamento.

«Cosa diamine vuoi da me?»

Mi sollevò il volto con la sua mano libera, costringendomi così a guardarlo negli occhi. «Voglio baciarti come prima, sentire il tuo profumo e stare ore ed ore a guardarti, poterti proteggere ogni giorno da tutti. Voglio solo questo, non chiedo molto.»

«Che faccia tosta che hai. Potevi pensarci due anni fa, prima di fare cazzate.»

«Ti ho detto mille volte che non è andata come credi, non mi hai mai permesso di dirti tutta la verità dei fatti. E non hai idea di quanto ogni giorno rimpiango il fatto di non essere corso da te, di non averti seguita anche in capo al mondo per dimostrarti i miei sentimenti. Sono stato un coglione.»

«Vaffanculo.» riuscii a scappare dalla sua presa e mi voltai per andarmene, ma evidentemente non c'era verso di farlo. O con un gesto, o con una parola lui riusciva a fermarmi.

«Sei bellissima.»

«Certo, mi hai anche detto mille volte che sono il tuo sogno erotico proibito, ma sai caro, non me ne fotte un cazzo, non ci casco più.»

Ma chi volevo prendere in giro? Mi interessava. Le sue attenzioni mi attiravano come il miele per le api. Se per due maledetti anni che avrei immediatamente cancellato dalla mia memoria, se solo ne avessi avuto l'occasione, avevo cercato di ammettere a me stessa che io senza lui ce la potevo fare, che senza lui sarei stata meglio, beh, avevo solo mentito a me stessa. Io senza lui non ce la facevo, avevo solo sofferto, perché in realtà non era il ricordo di lui il problema che mi portava a bere, non era lui che mi faceva piangere ogni qualvolta restavo sola, no. Quella sera avevo capito che il mio problema erano solo i miei genitori, e se piangevo non era per ciò che mi aveva fatto Zayn, ma per il semplice fatto che senza la sua presenza mi sentivo sola, ero sola, e soprattutto vuota. Mi bastava la sua amicizia, e di fatti stavo meglio, ma per stare bene avevo bisogno di lui, completamente.

«Io la notte non riesco a dormire senza te. Ti penso continuamente, ogni volta che riesco a chiudere occhio ti sogno, sogno che sei lì con me, tra le mie braccia. Quando subito dopo mi sveglio e non ci sei è orrendo, non averti tra le mie braccia lo è. Io ho bisogno di te.» confessò dopo avermi preso ancora una volta per mano. «Io ti amo.» continuò prima di afferrarmi il volto tra le sue calde mani e far combaciare le nostre labbra. Sì, mi stava baciando.

Uno di quei baci dolci, dove ci sta anche un pizzico di passione. Uno di quelli che arriva all'improvviso, ti spiazza, e nonostante tutto non vuoi che finisca. Le sue labbra erano così morbide e umide, contornate da quella barbetta ispida che nel contesto faceva anche la sua parte.

Avvolse il suo braccio destro attorno alla mia schiena, cosicché potesse tenermi stretta a se mentre con la mano sinistra mi accarezzava il viso mandandomi in un'altra dimensione. Non capivo più nulla. Per un attimo mi passò per la mente di allontanarmi, ma mi impuntai a non farlo, volevo solo ricambiare quel gesto. Mi erano mancate le sue labbra, i suoi baci, le sue carezze. Lui mi era mancato. Avevo il cuore che non sapeva se battere a mille o fermarsi per l'emozione che stavo provando.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Where stories live. Discover now