Era da poco passato mezzogiorno, e me ne stavo sdraiata sul letto con i miei capogiri. Il medico aveva detto che era normale, ero debole e la febbre avuta per tutta la notte mi aveva abbattuto parecchio. Avevo bisogno di mangiare qualcosa di sostanzioso per recuperare le forze, la colazione a base di latte mi era sembrata acqua, e il pranzo composto da una pastina scotta e annacquata in un brodo insipido era finita dentro al gabinetto. L'appetito era poco, ma questi menù da ospedale lo portavano sotto zero.

Il brontolio del mio stomaco venne interrotto dall'entrata nella stanza di Alice e il suo ragazzo, insieme ad un sacchetto con su il marchio di una rosticceria/panineria molto conosciuta della zona. Erano i miei salvatori.

«Ma cosa ci combini Vicky? Sai che oggi ci siamo annoiati senza te che ci minacci per il tempo?» scherzò Niall salutandomi.

«Beh dovreste ringraziarmi allora, sicuramente avrete passato più tempo a sbaciucchiarvi.»

«Zayn ha detto che hai il telefono morto e che non hai mangiato.»

Zayn era stato con me fino all'arrivo del pranzo, poi era tornato a casa per una rinfrescata.

«Ha detto bene. Cosa mi avete portato?»

«Guarda tu stessa.» la mia amica mi porse il sacchetto, essermi seduta lo scartai alla velocità della luce per trovare un bel cheeseburger ipercalorico. Lo guardai con occhi a cuoricino.

«Grazie mille, vi amo giuro.» dissi prima di iniziare a divorare il panino, facendoli ridere per l'eccessiva contentezza.

«Sapevo lo avresti adorato.» la mia amica rise ancora per il modo affrettato in cui mangiavo, in quell'istante dovevo sembrare Niall alle prese con una montagna di dolci.

La porta si aprì ancora una volta, e questa volta era Zayn, di ritorno con una tavoletta di cioccolato in mano, che chiuse la porta in faccia a qualcuno che la riaprì subito dopo. Era Theo con un peluche in mano.

«Diamine amico, potevi evitarlo.» si lamentò Theo per il comportamento di Zayn.

«E tu potevi evitare certe parole.»

Li ignorai accartocciando la carta alluminio e pulendomi le labbra con una tovagliolo, poi iniziai a fissare il peluche tra le mani del biondo.

«Ti prego, dimmi che quello non è per me.» posai le cartacce sul comodino.

«Ciao anche a te malata. Immaginavo odiassi i pupazzi, ma questo lo amerai, e poi ti ho portato anche qualcosa di meglio, ma non è solo per te cara.» mi porse un piccolo vassoio incartato. Lo aprii trovando sei piccoli pezzi di torta al cioccolato.

«Io sto male quindi e tutta per me.»

«Eh no cara, tu la dividi con me quella.» Niall si fece spazio tra Theo e Zayn, parandosi davanti al letto in cui stavo. Era un caso perso, quasi quanto me.

«Al massimo te ne do un pezzo solo.»

«E io che sono merda?» si lamentò Zayn.

«Volevi dire noi.» si intromise anche Alice.

«Zayn, tu hai il cioccolato, e poi sono io l'ammalata non voi.»

«Il cioccolato è tutto tuo piccola, quindi mi merito un pezzettino di quello.»

«Devi dividerla con noi, poi l'orso qui te lo puoi tenere tutto per te.» continuò Theo

«Che me ne faccio dell'orso? Mica si mangia quello.»

«Fidati che non tutto è come sembra.»

Amaramente finii per dividerla con tutti, era davvero buona. Il sesto pezzo che avanzava fu motivo di guerra tra me e Niall, ma finì nello stomaco della mora Alice, che furtivamente lo sottrasse e lo mangiò sotto i nostri sguardi omicidi. Come si dice: tra i due litiganti il terzo gode.

«Allora Vicky, tieni questo benedetto orso, giralo e apri la cerniera.» istruì Theo.

Mi chiesi che razza di cosa fosse mai quella, e titubante seguii le istruzioni. Sorrisi alla vista di tanti cioccolatini di vari tipi. Sì, fu decisamente il peluche più bello che avessi mai avuto, l'unico non odiato.

«Forte! Un orso che caga cioccolati.» esclamai felice.

L'orario delle visite era appena finito, così come i miei capogiri. Era rimasto solo Zayn, perché mi avrebbe accompagnata a casa. Andai in bagno per togliere il pigiama e mettere i vestiti, tornando poi in camera ad aspettare che il medico mi desse l'ok per andare via.

Guardai Zayn furiosa, trattenendo l'istinto assassino nei suoi confronti.

«Li hai presi di proposito questi vestiti?» mi indicai.

Mi aveva preso dei leggins aderenti e un maglioncino scollato che metteva in mostra parte del mio seno. Di solito mettevo quel tipo di pantaloni solo con magliette lunghe che coprissero il sedere, mentre quella volta ero più che certa che si vedessero tutte le mie forme. Grazie al cielo aveva pure portato una sciarpa con cui riuscii a coprirmi.

«No, ho preso le prime cose che mi sono capitate sotto mano, ma vedo che ho preso bene.» mi squadrò dalla testa ai piedi. «Girati.»

«No caro, te lo scordi.» camminai all'indietro verso il letto senza dargliela vinta.

Mi afferrò per un braccio facendo fermare i miei passi. Per un attimo mi mise paura.

«Senti splendore, avrei una proposta da farti.» parlò seriamente.

«Dimmi.» risposi con poca voglia, mi aveva fatto venire su i nervi con le sue scelte "casuali".

«Ti andrebbe di stare da me?» fu diretto, che per un attimo pensai di star immaginando quella proposta. «Cioè: ho parlato a mia madre di tutta la situazione, anche se in realtà glielo aveva accennato già Alice il comportamento che hanno avuto ieri i tuoi genitori, comunque se vuoi puoi venire a stare da noi tutto il tempo che ti va, per i miei va bene.»

Pensai che fosse uno scherzo, ma vidi che non scherzava affatto.

«Ne sei sicuro? Non voglio disturbare.»

«Sicurissimo, mia madre è affezionata a te e le dispiace, quindi sei la benvenuta se vuoi.»

«Grazie! Grazie! Grazie!» gli saltai con le braccia al collo. «È una notizia magnifica, certo che vengo, così potrò tornare a torturarti come prima.» scherzai.

«Certo, come no... stavolta pagherai tu per tutto ciò che mi hai fatto passare.»

«Ma va va...» gli diedi una spallata giocosa.

«Ti voglio bene piccola.» mi strinse a se.

«Anche io Zaynetto.» sciolsi l'abbraccio scampando in tempo il solletico che stava per mettere in atto Malik.

Tornai verso il letto per sedermi, e solo appena sentii un fischio mi ricordai che non avrei dovuto girarmi, ma continuare a camminare come i gamberi.

«Quanta bella roba che sto vedendo oggi.»

«Ma porca puttana, sei davvero un maniaco Zayn, smettila!»

«Sapessi baby malik come si sta svegliando.» arrossii per la sua volgarità.

«Oddio, ma che schifo, pure un nome gli hai dato. No, ti prego vai a curarti da qualche parte.»

«E che ci stai a fare tu? Forza, curami baby.» disse con una voce stupida, mordendosi poi il labbro inferiore e roteando contemporaneamente gli occhi. Era un caso perso.

Mi tolsi una scarpa e alzandola in alto gli dissi: «Vuoi vedere come te la ficco su per il culo fino a farla uscire da quella boccaccia che hai?»

in tutta risposta lui mi rise in faccia. «Stavo scherzando.»

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora