Non potei fare niente, quindi la salutai e la lasciai andare da quel figlio di... ladro biondo(?).

Noi altri continuammo a stare in giro facendoci quattro risate con Louis. Era davvero un tipo simpatico, e sembrava non avere freno, era logorroico in poche parole. Trovava sempre qualcosa su cui parlare, su cui scherzare e fare battute. Non ci si annoiava mai.

Ad un tratto mi arrivò un messaggio da parte di mister Malik. Non nascondo che mi stupii parecchio, non mi arrivavano mai messaggi da parte sua.

Da Zay:

"Che fai? Con chi stai? E dove stai?"

Da Vicky:

"Sto con della gente civile. Che c'è? Ti manco così tanto?? Eh piccolino de nonna.. cosa cazzo vuoi?"

Il signorino non tardò a rispondere.

Da zay:

"Girati ;) "

Mi voltai come aveva detto, e vidi che verso noi sta camminando quel gnocco del pakistano. Avrei voluto lasciarlo lì e scappare via, ma per educazione mi fermai facendo fermare di conseguenza anche gli altri due che all'inizio non capirono.

Lui velocizzò il passo e ci raggiunse.

«Nonna se proprio lo vuoi sapere Marco mi ha lasciato solo per un imprevisto e non volevo tornare a casa, quindi l'unica scelta era stressare te.» disse senza nemmeno salutare. Ovviamente mi stupii del fatto che giusto giusto Marco lo avesse lasciato solo, e che guarda caso aveva visto me da metri di distanza. Mi sembrava più una cosa organizzata, con tanto di stalkeraggio, ma sorvolai.

«L'educazione l'hai lasciata a casa, eh Malik?» lo rimproverai.

«Oh scusa tesoro se non ti ho dato il bacino» mi prese in giro ridendo. «Ciao a voi altri. Tu sei nuovo, io sono Zayn.» si presentò, ma senza alcuna stratta di mano. Quello gli saltò addosso abbracciandolo. E qui io mi domandai cosa diamine gli prendesse a quell'altro. Era forse un altro nome da aggiungere alla lista dei pazzi da spedire in manicomio?

«Amico, quanto tempo... Sarà passato un annetto dall'ultima volta che ci siamo visti in carcere, come va?» E qui io strabuzzai gli occhi.

«Ma che cazzo stai dicendo? Ci sei andato pesante col fumo oggi. Scusa Vicky, dove sta la gente civile che mi dicevi?» Si lamentò il moro cercando di staccarsi da quel abbraccio. Dopo diversi tentativi ci riuscì, mentre io in risposta feci spallucce. Sicuramente questo Louis era tutto tranne che civile o normale.

«Dai amico ti sei già dimenticato di me? Eravamo compagni di cella, ne combinavamo tante insieme, ti ricordi il tatuaggio che ti ho fatto? E' proprio quello.» ne indicò uno sul polso di Zayn al quale io non avevo mai fatto caso prima d'ora. Era una scritta, sicuramente in inglese, che immediatamente Zayn coprì ai miei occhi, mutando anche la sua espressione in triste.

«E quando abbiamo ucciso e squartato quel tizio perché ti ha chiamato per nome? Quanto era bello tutto il sangue che colava quando lo abbiamo appeso come un maiale.» Era davvero disgustoso. «Poi tutta quella cocaina..» urlò ancora Louis, al ché vidi Zayn irrigidirsi.

«Che merda urli coglione? Qui mi conoscono tutti.»

«Allora non ti sei dimenticato...» E se prima mi sembrava tutto uno scherzo, dopo questo ultimo scambio di battute la cosa mi sembrò veritiera. Cascai come un pera cotta nella trappola di Louis.

«Zayn mi spieghi che cazzo hai combinato e perché non mi hai detto nulla?» Ero parecchio arrabbiata. Nonostante non mi capacitassi del perché ero stata tenuta all'oscura di quell'episodio, continuai a crederci.

«Vic non è come credi.» si difese il moro.

«Zayn voglio la verità, che cazzo hai combinato?»

«Non gli hai detto nulla alla tua ragazza? Male amico, bisogna sempre dire la verità a chi si ama.» continuò Lou, mettendo brace sul fuoco.

«Non è la mia ragazza.»

«Non è il mio ragazzo.» dicemmo insieme.

«Io a questo non l'ho mai visto. È un pazzo folle psicopatico che si sta inventando tutto, Vic credimi.»

«Amico non mentirle.»

Non sapevo più a chi dar orecchio. Ero come paralizzata, con Zayn davanti che continuava a supplicarmi di credere a lui e non al folle dagli occhi azzurri.

Poi ad un tratto sentii gli altri due ridere, e non capii cosa avessero da ridere.

«Stavo scherzando ragazzi, comunque piacere io sono Louis.» disse quell'idiota ridendo. Ero stata decisamente una stupida solo per il fatto di aver dubitato di Zayn. Mi sentii una completa deficiente.

Qui Zayn scattò. «Non me ne fotte un cazzo di chi sei, vai a farti fottere!» sputò incazzato come forse non lo avevo mai visto.

Ma come biasimarlo, aveva ragione da vendere. Era stato uno scherzo eccessivo e senza senso, se non con l'intento di far possibilmente litigare due persone.

Louis capendo l'errore si scusò abbassando lo sguardo, ma a Zayn non importò nulla. E ancora con lo sguardo turbato mi disse: «Senti Vic io torno a casa, sai cosa abbiamo stasera quindi magari se vuoi un passaggio...». Lasciò la frase in sospeso, e solo dopo averci riflettuto mi ricordai che quella stessa sera ci sarebbe la festa organizzata dal suo giocattolino, e che lui aveva chiesto a me, Alice e Niall di andare con lui. Ma era più probabile che quei due sparissero dalla circolazione invece che fare compagnia a noi.

«Sì, arrivo. Dove hai la macchina?» chiesi, e lui me la indica con la mano. Annuii. «Aspettami lì.» dissi. E lui senza dire altro se ne andò. Era triste oltre che arrabbiato.

«Mi dispiace, io non volevo...» parlò Lou «Delle volte mi lascio prendere dalla mia stupidità che finisco per esagerare e combinare danni.»

«E' okay.» accennai un lieve sorriso «Comunque scusate ma adesso vado. Ci si vede, e a te spero di rivederti presto straniero,»

«Sicuro.» sorrise togliendo il broncio dispiaciuto «Magari tra nove mesi ci saranno novità ed io dovrò essere costretto a trasferirmi a casa di questa qui.» indico Erika fingendosi dispiaciuto di dover condividere dello spazio con lei.

«Hey!! Io ho un nome.. comunque fidati che prima o poi succede, sempre se non si ammazzano o costringono me a partire.»

Corsi da Zayn dopo averli salutati, il quale mi aspettava con lo stereo acceso.

Prima di partire gli afferrai il braccio, scoprendo finalmente il tatuaggio al polso sinistro. Era una scritta: "You are mine", in corsivo, che formava una V.

Non c'era nulla da spiegare o da chiedere, era tutto chiaro. Non mi era chiaro solo quando lo avesse fatto, da quanto tempo era impresso lì, da quanto tempo io lo ignoravo. Esisteva una sola risposta, ma non volevo saperla subito. Non era il momento di discuterne.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Where stories live. Discover now