«Provaci un'altra volta e finirai dritto dal preside signorino!» quella strega sbraitò facendomi drizzare la schiena e i capelli. Capii che non avrei dormito più vedendo sfiorare per filo la mia faccia dal quotidiano indirizzato a chiunque si trovasse alle mie spalle.

La prof. poi iniziò a parlare del programma di storia che avremmo svolto durante l'anno, o meglio che lei avrebbe svolto visto che io non ne ero molto sicura di seguire le sue lezioni, mi stava già troppo antipatica. Seguii leggermente il discorso, fino a che non fui attirata da una discussione tra i due -sicuramente- dementi seduti al banco dietro.

«La rossa è nuova.» disse uno, che dalla voce non era l'ultimo arrivato.

E l'altro continuò: «Mmh, interessante... voglio scoprire chi è, magari è pure da portare a letto.».

«Lo è senza dubbio. Bassina, carina e forme al punto giusto.» fece una mia descrizione. «Ma amico, l'ho vista prima io, te la passo dopo semmai.»

-Sognate pure.- pensai in testa mia, non mi sarei di certo lasciata abbindolare da due idioti del genere.

«Ma col cazzo pivello, dimentichi chi sono forse.»

Non capii se il ragazzo rispose o sbuffò solamente, perché quella pazza sclerotica alzò la voce per avere l'attenzione. Così provai ad ignorarli cercando di dar orecchio a quella isterica, poco mi importava dei loro sogni da poppanti in via di sviluppo, ma data la pioggia di palline di carta che iniziò ad arrivarmi addosso non mi fu possibile.

Cercai di ignorare ancora la faccenda, ma diventava sempre più insopportabile, soprattutto quando l'ultimo arrivato iniziò a dire: «Ehi dolcezza rossa.», e lanciò altre palline.

«Con la rossa di sera una buona scopata si spera.» continuò, e sembrava non volersi arrendere alla mia indifferenza.

Scattai come un molla quando a voce un po' più alta aggiunse: «Sei così rossa che me lo attizzi solo con i capelli.» Pensai che sarei tornata al mio castano naturale il prima possibile.

Mi voltai di scatto tirandogli il portapenne in faccia beccandolo in pieno. Poi strabuzzai gli occhi trovando quello che un tempo era il mio incubo e che ora era mio amico.

«Vic?»

«Zay?» dicemmo contemporaneamente. Entrambi sorpresi di essere lì, uno di fronte all'altra, ed entrambi sorpresi di essere stati cacciati dalla classe in tempo record. Nemmeno un'ora della prima lezione dell'anno che già eravamo nei casini.

«Che cazzo ci fai qui?» gli domandai appena fuori dalla classe, indignata dal fatto che mi stava già portando guai.

«Quello che fai tu scema.»

«Ho detto dal preside!» sbraitò ancora la pazza aprendo la porta che Zayn aveva chiuso alle nostre spalle. Mi portai una mano al cuore per lo spavento, e giurai a me stessa che le avrei procurato un infarto prima che lei lo facesse venire a me con le sue maledette urla ed i suoi attacchi da omicida di massa.

Mi incamminai verso la presidenza, e che dire, ancora sulla mia lista mancava la voce "essere mandata in presidenza il primo giorno". Già la sfiga iniziava a perseguitarmi da subito, e non osavo immaginare come sarei arrivata a fine anno.

«Ma dove vai Vic, vieni qua.» mi richiamò Zayn facendomi fermare.

«Cosa vuoi adesso? Per colpa tua sono costretta a beccarmi qualche punizione o non so cosa.» dissi arrabbiata più che mai.

«Ma noi mica ci andremo.» disse con un'espressione che era tutta un mistero. E mentre io lo scrutavo contrariata, lui mi prese per mano trascinandomi dentro al bagno delle ragazze.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Where stories live. Discover now