«Che diamine ci fai con la mia maglietta addosso?» il mio tono era parecchio alto, sicuramente mi avevano sentito anche i vicini.

«Non è la tua, è mia!» era pure sicuro di sé, ma si sbaglia di grosso. Quella non era proprio sua.

«No caro, quella è mia!» ribadii. Ma nulla, era quasi impossibile convincerlo.

«Come può essere tua una cosa maschile che per di più stava dentro al mio armadio?»

-Oh si che è mia, e ora vedi come ho ragione caro mio.-

Mi avvicinai a lui e iniziai a cercare il segno che la distingueva dalla sua ipotetica maglia, ossia una piccola macchiolina di smalto rosa sgargiante.

Attenzione! Non era mio lo smalto, non avrei mai usato quello schifo di colore su di me, anzi lo avrei pure bandito dal commercio, lui e ogni altro tipo di rosa esistente.

Una volta era stata quella grandissima mente brillante di mia madre a prendere la maglietta pochi secondi dopo aver messo lo smalto, convinta che si fosse già asciugato, e così lo stampò nel bordino della maglia. Ricordo che quel giorno gliene dissi di tutti i colori, e credo pure che mi prese per pazza, soprattutto quando insultai in tutti i modi possibili il colore rosa.

«Guarda che se vuoi vedere la tartaruga basta chiedere, mi spoglio subito.» Ovviamente doveva sparare la cazzata del giorno.

Mi allontanai un attimo da lui e lo guardai corrucciando la fronte.

«Ma quale tartaruga? Non ti ricordi che è morta tempo fa perché stava sempre girata dalla parte opposta?» dissi, e tornai a cercare il segno di distinzione.

«Spiritosa la ragazza.»

«Cercavo questo, idiota!» gli mostrai la piccola macchia. «Quindi a meno e tu non abbia iniziato ad usare lo smalto sulle tue preziose unghia, questa è la prova che sia la mia maglia.»

«In effetti mi andava un po' strettina.» disse togliendosela di dosso. Me la passò.
Restai due minuti a fissare i suoi addominali e, diamine, era da urlo. La tartaruga era viva e vegeta, non c'erano dubbi. Negli ultimi anni aveva sicuramente frequentato più spesso la palestra, e si potevano notare i magnifici risultati. Sì, splendidi risultati, ma ovviamente non glielo avrei confermato mai.

«Guarda che se fai una foto ti dura molto di più.» Ecco che se n'era uscito con una delle solite battute da copione. Faceva sempre delle banali battute fatte, almeno un po' di originalità poteva metterla in atto ogni tanto.

«Stavo solo controllando se magari fosse resuscitata la tartaruga, ma invece no, oramai è andata perduta. Per sempre.» lo presi in giro.

«Se vuoi ti accompagno a fare una visita oculistica, non credo tu ci veda tanto bene.» E invece ci vedevo benissimo, molto meglio di chiunque altro in quel momento sulla faccia della terra.

Lo guardai male e poi gli alzai il medio. «Fottiti.»

«Io mi fotterei te.» disse facendomi spalancare gli occhi. Non mi aspettavo sicuramente una risposta del genere, non da lui, non dopo quello che era successo. Però poi collegai che era il solito ragazzo con gli ormoni in subbuglio e il suo apparato riproduttore che ragionava al posto del suo cervello, così provai ad ignorarlo.

«Cos'è piccola, stai pensando dove?» aggiunge alla mia non risposta. Perché doveva essere così idiota? Me lo chiedevo spesso.

«No, stavo pensando che sarebbe carino da parte tua se te ne andassi a fanculo.»

Inizialmente sembrò restarci male, ma poi scosse la testa e sorrise. Inaspettatamente mi ritrovai racchiusa in un suo abbraccio. «Sei terribile piccola mia.»

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Where stories live. Discover now