Attenzione!
Questo capitolo contiene una parte che dovrebbe essere a rating rosso. Ma siccome so che questa storia la leggono persone di diverse fasce di età ho cercato di farla in rating arancione, credo, e quindi non troppo volgare o con scene spinte. Spero vi piaccia. Comunque se non volete leggerlo vi consiglio di non andare oltre la parte segnata da due asterisco **.
Baci!!
------------------------------------------------
Arrivati nella sua camera lo feci sedere sul letto, e non ebbi nemmeno il tempo di farlo sdraiare che mi suonò il telefono. Non guardai nemmeno chi fosse perché immaginavo si trattasse di Alice.
«Cosa c'è Ali?» risposi convinta, ma evidentemente non avevo fatto una giusta previsione.
«Ti avevo detto di lasciarlo non di ficcare la lingua nella sua bocca come se non ci fosse un domani.» Marco il pazzo era tornato all'attacco.
«Ma smettila con questa cazzata.» dissi arrabbiata, mentre con una mano tiravo di nuovo a sedere Zayn che cercava di alzarsi.
«Tu sarai mia.»
«Ma vaffanculo.» staccai la chiamata posando poi il telefono sul comodino.
Zayn mi tirò facendomi cadere su di lui, e iniziò a baciarmi con foga. Portò le mani sull'orlo della gonna del vestito e fece per alzarlo. Cercai di fermarlo, ma inizialmente non me lo permise.
«Zayn non credo sia il momento.» mi lamentai quando sentii le sue labbra intente a percorrere la strada verso il mio seno.
«Ti voglio, baby malik ti vuole.» continuò a lasciare baci sulla mia pelle. «Voglio fare l'amore con te.»
«Anche io vorrei, ma sei ubriaco, non credo sia la cosa migliore.» dissi. Nonostante la voglia non potevo farlo, non con lui in quello stato che magari il giorno dopo non si sarebbe ricordato di nulla.
«Non sono ubriaco.» mi guardò negli occhi, ed io alzai le sopracciglia «Ok, un po' lo sono.»
«Un bel po', direi.»
«E sì, ok, ma ti prego facciamolo, starò attento» tirò fuori dalla tasca una bustina argentata e me la passò. Mi imbarazzai parecchio in quel momento. Non ero sfacciata per certi argomenti. «Ti do l'odore di metterlo, così saremo sicuri che non combinerò danni. Ti prego Vic, io non ce la faccio più, cazzo, ti voglio, son due anni, due fottutissimi anni che aspetto solo te.» la voce inizialmente decisa fini per addolcirsi sul finale.
«Va bene.» dissi sapendo che di lì a poco sarebbe crollato.
Lo spogliai lasciandolo solo in boxer. Gli diedi qualche bacio, e lui si sistemò meglio sul letto. Posai i suoi vestiti sulla sedia che si trovava alla scrivania cercando di perdere tempo, e quando tornai da lui, come previsto, aveva gli occhi chiusi. Lo coprii con il piumone e gli lasciai un bacio sulla fronte.
Spostai di lato le scarpe per evitare che alzandosi inciampasse, e feci per uscire dalla stanza quando lui mi chiamò. Lo guardai, teneva ancora gli occhi chiusi.
«Dormi.» sussurrai.
«Resta con me.» mormorò lui.
«Vado a mettere il pigiama e torno da te.»
«No, cambiati qua. Metti una mia maglia se vuoi, ma non lasciarmi solo.» aprì gli occhi e mi supplicò con lo sguardo di restare.
Obbedii. E quando mi misi con lui sotto le coperte mi abbracciò.
«Sei solo mia.»
«Solo tua.» confermai. Si posizionò con la testa sul mio petto e si addormentò subito. Dopo pochi minuti io con lui.
**
Venni svegliata nel cuore della notte da qualcosa di fastidioso e piacevole allo stesso tempo. Non capii bene cosa fosse poiché ero intontita dal sonno. Diedi un'occhiata verso il balcone, era buio.
Mi guardai attorno, rendendomi poi conto che Zayn volesse decisamente le mani mozzate.
Stava baciando la mia pancia, scendendo sempre più giù, mentre la sua mano era già a lavoro dentro alle mie mutandine. Quale razza di persona sana di mente sveglia la propria ragazza nel cuore nella notte in questo modo? Nessuno, solo lui. Questo dimostrava quanto lui non fosse una persona normale.
«Finalmente ti sei svegliata.» alzò lo sguardo quando io gli afferrai i capelli provando a farlo smettere.
«Ma che ore sono?» domandai mentre lui risaliva su.
«Saranno le tre e mezzo.»
«E tu sei coglione giusto?»
In risposta massaggiò più forte la mia intimità facendomi gemere.
«Tu dici?»
«Dico, dico. Dai, torna a dormire.» provai a fargli togliere quella mano, ma più ci provavo, più lui mi abbatteva. Sapeva come mettermi KO.
«Prima il piacere poi il dovere.»
«No, prima il dovere e dopo il p- pia- piacere.» balbettai a causa di un'ulteriore pressione.
«Ecco, piacere. Vedo che ti piace.»
«Sei un fottuto stronzo, ma ti amo.»
«E ti amo anche io stronzetta mia.» Mi baciò lentamente e dolcemente.
Tolse le mani da lì. Mi guardò, da quel che riuscivo a vedere grazie alla poca luce del lampione fuori che entrava attraverso il vetro dell'apertura. Mi sorrise mentre accarezza la mia guancia destra. Non dissi nulla, lo lasciai fare, più che altro perché avevo costante bisogno di un suo contatto. Portò le sue labbra sulle mie e riprese a baciarmi dolcemente per poi far sfiorare le nostre lingue fino a far diventare il bacio molto passionale, provocando mille brividi all'interno del mio corpo.
Lentamente mi tolse la maglia, per proseguire poi con reggiseno e mutandine.
Non lo fermai, né dissi nulla, perché sì, diamine, lo volevo anch'io e da tanto.
Aprì, sempre con una lentezze che sembrava straziante, le mie gambe e ci si mise in mezzo.
Poi portò di nuovo le mani lì, riprendendo a massaggiare, provocandomi piacere, mentre con la bocca teneva impegnata la mia. Passò poi a torturare il mio seno, alternando i denti con la lingue e le labbra. Una bellissima e dolce tortura che faceva aumentare ancor di più la voglia di averlo.
Si allontanò di poco, prendendo il quadretto argentato che era rimasto sul comodino. Ne indossò il contenuto.
«Posso?» chiese con la sua voce calda.
«Devi!» lo feci sorrise.
E lì sentii quella meravigliosa sensazione di pienezza e felicità che tanto avevo aspettato. Nulla a che vedere con la nostra prima volta. Forse perché più maturi, forse perché col tempo certe cose cambiavano, o forse perché la voglia era come mai prima di allora.
Dolcemente iniziò a muoversi, aumentando poco alla volta le spinte, e sussurrando di tanto in tanto qualche ti amo tra un bacio e un altro, finendo col farmi dire il suo nome.
Indimenticabile, ecco la definizione, come tutte le cose belle passate con lui.
Sì, avrei voluto ammazzarlo una volta sveglia, ma devo anche ammettere che lasciarlo in vita ne era valsa la pena.
Mi riaddormentai poco più tardi, sperando che non ci avesse sentiti nessuno, soprattutto i suoi.
-Pov. Zayn-
Uscii da lei e tolsi il preservativo pieno buttandolo sul pavimento. Troppo pigro per alzarmi, e troppo egoista per allontanarmi dalla ragione della mia vita.
Era stata una sensazione unica e indescrivibile, stare dentro lei, fare l'amore con lei era stato unico. Sentire il mio nome uscire dalle sue labbra tra ansimi e gemiti era stato unico. Tutto con lei era immensamente unico. La amavo così tanto. Non ci sono parole per descrivere i miei sentimenti nei suoi confronti.
Mi tolsi da sopra il suo bellissimo corpo, ancora caldo di piacere, e mi stesi accanto a lei, soffermandomi a guardandola. La baciai ancora una volta, e poi la feci mettere con la testa sul mio petto. Le accarezzai dolcemente i capelli mentre la tenevo stretta a me.
«È stato bellissimo.» affermò lei.
«Bellissimo è dire poco.» sorrisi, anche se lei molto probabilmente non poteva vederlo «Non so esattamente come descriverlo, ma se esistesse una parola molto ma molto più grande di bellissimo, stupendo, emozionante, stupefacente e meravigliosamente fantastico messe insieme e raddoppiate, in grado di descrivere realmente com'è stato fare l'amore con te, sì, allora sarebbe quella la descrizione perfetta.»
«Dio mio, ma cosa sei?» mi strinse con le sue braccia «Non ti avevo mai sentito parlare così. Sicuro di non essere ancora ubriaco?» Eccola che cercava di smontare il mio romanticismo.
«Forse perché non era mai successo. Non credo ci sia mai stata un'occasione del genere.» sorrise con le labbra sul mio petto. «Sei la cosa più bella che mi sia capitata.» lasciai un bacio tra i suoi capelli che emanavano un profumo fruttato.
«Tu sei il mio punto di forza, il mio tutto.» disse. Come potevo non amarla. Era davvero tutto per me, non potevo mai immaginare una vita senza lei. Potevano togliermi tutto, ma non lei.
La coccolai un po', fin quando non si addormentò tra le mie braccia. Era il mio angelo.