Il fratello della mia miglior...

By devmalpay

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LEI: Più crescevamo, io e lui, e più passavamo il nostro tempo insieme. Facevamo la qualunque insieme. ... More

Prologo
I'm Vicky
Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35. ❤
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 43. ❤
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Hi!
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Avviso riguardo al SEQUEL. Non Ignorare!
Capitolo 50.❤
Capitolo 51.❤
(2) Capitolo 1.
(2) Capitolo 2.
(2) Capitolo 3.
(2) Capitolo 4.
(2) Capitolo 5.
(2)Capitolo 6.
250315
(2) Capitolo 7.
(2) Capitolo 8.
(2) Capitolo 9.
(2) Capitolo 10.
(2) Capitolo 11.
(2) Capitolo 12.
(2) Capitolo 13.
(2) Capitolo 14.
(2) Capitolo 15.
(2) Capitolo 16.
(2) Capitolo 17.
vi rompo le palle
(2) Capitolo 18.
Ubriachi e innamorati (2)
untitle (2)
Sorpresa (2)
black out (2)
Gli voglio un gran bene(2)
Mi chiamerai (2)
Casa nostra (2)
baby or not? (2)
blood (2)
non è la verità (2)
Piano di salvataggio (2)
Morirai prima tu (2)
untitle (2)
Fuori pericolo (2)
Mi piace (2)
Piccoli racconti (2)
Rivoglio la mia memoria (2)
..questions..
Blame (2)
Back (2)
"Befour"
ogni tanto mi faccio viva
NEWS!!!
Freedom (3)
Sweet time (3)
Indigestione (3)
Giornata strana (3)
Rain love rain (3)
Mistery (3)
Test? (3)
Avviso provvisorio
E test sia (3)
Positive (3)
Matta (3)
Riflessioni (3)
save the water
Ritorno (3)
Last time (3)
Malinteso.. (3)
untitle (3)
Sensi di colpa (3)
Alice e Niall (3)
Alice e Niall pt.2 (3)
Ice cream (3)
Noi (3)
Two (3)
cambiamenti (3)
Povero Zay (3)
........ (3)
Vigilia (3)
No wedding planner grazie! (3)
Piccola peste (3)
Crazy Alice (3)
Atelier (3)
Rosa o Azzurro? (3)
confusion (3)
Nonne scatenate (3)
Names (3)
ladra (3)
Notte pazza (3)
Sofia (3)
hola!
Il ritorno di Erika (3)
resoconto (3)
Fiume (3)
Due capolavori (3)
Happy (3)
non si dorme più (3)
baci (3)
Addio... (3)
grande giorno (3)
epilogo
Per voi :)
Nuova Storia - KEMP
ciao!
potrei far ritorno
Im here!

Capitolo 3.

28.3K 987 41
By devmalpay

Dopo aver percorso qualche metro a piedi, io e Alice, ci ritrovammo al bivio in cui avremmo dovuto prendere la strada per andare al lago, ma ovviamente io non ero più intenzionata ad andare lì quella sera. Le ragioni erano più che ovvie, e avevano un solo nome: Zayn Malik.
Senza proferire parola la presi per il polso e la tirai con me prendendo una stradina opposta a quella che portava al lago.

«Capisco che ormai non vivi qui da un po', ma... da lì si va solo al centro, noi dobbiamo andare dalla parte opposta.»
-Magari se stavi zitta saremmo andate dalla parte opposta.-

«Cambio di programma!» sorrisi sfacciatamente «Non ti piace?»

«Sì, ma avevi...-»

«Alice cara... tu pensi davvero che io passi la serata a cercare di scappare da tuo fratello? Se è così ti sbagli di grosso.» la interruppi.

«Ma...-»

«Niente ma. Non voglio averlo tra i piedi, meno lo vedo e meglio è. Non vorrei accorciare la mia permanenza qui per causa sua. Quindi per favore collabora e aiutami.» dissi quest'ultima frase con un tono dolce e supplichevole, proprio come avrebbe fatto la vera ragazza che era sepolta da qualche parte dentro di me.

Arrivammo in centro dopo circa 5 minuti di camminata e altri tanti di proteste da parte della signorina Alice che avrebbe preferito la festa ad una serata tranquilla con me. Non riusciva a mettersi in testa il fatto che io non riuscissi proprio a condividere l'aria con quel tizio, né tanto meno avevo voglia di fare jogging per scappare da quel maniaco pervertito. Che poi avrei voluto tanto sapere cosa gli frullasse in quella testa. Non si era mai comportato da pervertito con me prima di allora, nonostante tutto. Ero sicura che volesse confondermi, voleva ingannarmi e far sì che io cadessi nella sua trappola, ma non sarebbe successo, non di nuovo.

Diedi un'occhiata in giro, e potei notare quanto le strade fossero piene. Gente che passeggiava lungo i viali, chi entrava e chi usciva dai locali lungo la strada, e chi stava semplicemente seduto sulle panchine. Camminammo ancora per qualche metro, fin quando non si iniziò a sentire un sottofondo di musica pop re-mixata nell'aria.

«Pure qui c'è abbastanza gente.» parlò Alice in wonderland.

«Sì. Secondo me stasera rimorchi più qui che altrove.» le dissi vedendo un bel po' di ragazzi attorno a noi.

Da stupida, quale era la mia amica, in risposta iniziò a cantare: «Mmmh Mmmh yeah yeah Mmmh Mmmh yeah yeah Mmmh Mmmh yeah yeah All that I could say.» (tutto quello che potrei dire)
Ed eccola che non aveva ancora bevuto e già cantava Austin Mahone in risposta, anche se a me sembrava più un "Pitbull".

«Was.» aggiunsi.

«Cosa?» chiese in totale confusione.

«La parte finisce: "All that I could say was".»

«Oh, vero...» si grattò la nuca a disagio. Era sempre la solita.

«Senti Alice Mahone Pitbull, le canzoni o le fai giuste o stai zitta.» dissi trattenendo una risata per la sua faccia inizialmente imbarazzata a causa della sua sbadataggine del cantare il testo, ma poi scoppiò a ridere, ed io la seguì.

«Sai che mi piace di più questa nuova te? Dovrei fare una statua d'oro a quel raga-... no scusa, non volevo dire proprio questo, scusa.»

Grazie al cielo si rese conto in tempo dell'enorme stupidaggine che stava per dire. La statua d'oro? Pff... gliel'avrei spaccata in testa una statua, dopo come mi aveva trattata in passato sarebbe stato il minimo.
Senza rendermene conto stavo iniziando a pensare a lui, ma mi fermai in tempo, dovevo distrarmi. Ero uscita per divertirmi e dovevo farlo. A quel paese il resto del mondo, dovevo sorridere, non deprimermi, ed era ciò che avrei fatto quella sera. Basta coi brutti ricordi, almeno per qualche ora.

«Dai Vicky, perdonami. Ti prego parla, non volevo, davvero.» Solo dopo diversi secondi mi resi conto che avrei dovuto risponderle.

«E' ok, tranquilla.» la rassicurai e lei mi abbracciò.

«Grazie!» disse «Però dico sul serio sul fatto che mi piaci di più. Sei la migliore.»

E in effetti su questo aveva ragione, sì, mi piacevo di più anche io, non lo nego, ma non nego neanche che qualcosina allo stesso tempo mi dava fastidio.

Seguimmo il suono che si faceva sempre più vicino, e dopo pochissimo raggiungemmo il luogo da cui proviene la musica: un bar che si affacciava su una piazzetta. Fuori dal locale stava una console con un dj, poi attorno dei tavolini. La piazzetta era piena di gente che si divertiva, la maggior parte seduta ai tavoli in compagnia di amici, familiari, o comunque persone con cui condividere una serata.

Cercammo anche noi un tavolo libero da occupare. Ci girammo intorno per diversi minuti, guardammo in ogni angolo, ma senza risultati positivi: tutti i tavoli erano impegnati.
Decidemmo in ogni caso di entrare dentro al Blue bar, che però di blu non aveva niente, nemmeno la luce dell'insegna che era semplicemente una scritta luminosa bianca, e prendere qualcosa da bere.

«Che strana scelta.» mormorai senza farmi sentire da nessuno mentre continuavo ad osservare le pareti del locale.
Era comunque un posto carino ed elegante all'interno, pareti rosse che si alternavano a quelle color panna, mobili color ciliegio laccato, e sedie di un grigio metallizzato. Non male. Certo forse era un po' troppo elegante rispetto al contesto che si trova all'estero, ma era comunque un bel locale.

Ci avvicinammo al bancone facendoci spazio tra la folla, e dopo aver aspettato il nostro turno io ordinai una Vodka Lemon, Alice invece, che non era una quasi alcolizzata come me, ordinò una semplice coca-cola.

«Guarda che con la coca cola ti rovini i denti, corrode.» le dissi appena fummo fuori.

E lei in tutta schiettezza rispose: «Almeno non mi corrodo il fegato .. IO.»

Come già detto, un paio di anni prima, con il mio trasferimento non mi trovai per nulla bene come speravo, sembrava andare solo peggio, e quando trovai l'unico bar della città che servisse alcolici a dei minorenni beh... iniziai a bere un po' spesso. Delle volte ci andavo giù pesante, era l'unico modo che sembrava farmi stare meglio. Ovviamente durava solo fino all'indomani, poi il mal di testa mattutino mi buttava giù peggio del giorno prima ed i pensieri tornavano a galla come nulla fosse.

«Touché.» Non potevo ribattere, aveva ragione da vendere.

Passeggiammo per un po', e dopo tornammo in prossimità del locale.

La serata proseguì tra chiacchiere e risate, sedute in un tavolino che riuscimmo a recuperare dopo un'oretta. Erano circa le 23 quando la serata iniziò a movimentarsi sul serio: la musica era più alta e la gente cominciava a muoversi, a ballare. Mi decisi anche io a muovermi un po' riuscendo a convincere pure Alice, così lasciammo i nostri posti per andare a ballare al centro della piazzola.
Ci stavamo divertendo come due matte, io forse un po' di più per via del poco alcol che circolava nel mio corpo, o forse è perché lo stavo facendo veramente, lasciando tutto il resto il un angolo remoto della mia mente. Non lo so per certo, ma preferisco credere che fosse per la seconda opzione, almeno per una volta.

Passarono circa tre canzoni, credo, ed io avevo bisogno mandar giù qualcosa.

«Ehi, vieni con me a prendere qualcosa?» chiesi alla mia amica alzando la voce per farmi sentire.

«No, ti aspetto qui. Vai e non perdere tempo.»

Annuii e andai dentro al bar. Questa volta decisi di cambiare cocktail presi un angelo azzurro. Non lo avevo mai provato, ma notai che era richiesto da varie persone, magari era buono, pesai.

Pochi minuti e fui di nuovo fuori. Cercai quella pazza con lo sguardo e la trovai subito dopo dove l'avevo lasciata, con la differenza che adesso stava parlando con un ragazzo. Ma ciò non mi importò, mi avvicinai lo stesso, al massimo le avrei fatto saltare la trattativa col tizio.

«Eccomi qui.» dissi interrompendo la loro discussione

«Oh ciao Vicky.» mi salutò il ragazzo, che guardandolo meglio capii fosse qualcuno di conosciuto. Il problema era ricordare chi fosse.
-Giulio... no, Luca... no, no. Ehm... che cazzo di nome ha questo?- Non ricordavo davvero chi fosse.

«Ehm ciao coso.» lo salutai così.

«Sono Marco, scema.»

-Oh, Marco...- Era uno degli amici dello stronzo.
Mi venne in mente che potesse esserci pure lui, così con un po' di agitazione mi guardai in torno. E no, fortunatamente non c'era alcuna traccia di lui nei paraggi.

-Oh, sia ringraziato il cielo.- Pensai mentre sorseggiavo quella schifezza. Non mi piaceva molto, quasi per niente direi.

«Marco, giusto... ma non ricordavo che di cognome facessi "Scema".» dissi provocando la risata di tre persone compresa me. Tranne quella del povero "Marco Scema" che ci rimase molto male inizialmente. Eppure non avevo detto nulla di che, avrei potuto esagerare volendo.

-One moment please! Io rido. Alice ride. Marcolino no.- La domanda era: chi c'era dietro di me che stava ridendo?

Ed improvvisamente sparì il bicchiere che avevo tra le mani.

«Non dovresti bere bambolina, fa male.» Eccolo, Zayn si era materializzato per l'ennesima volta in quel giorno alle mie spalle. Qualcuno lì sopra ce l'aveva con me, era palese. Avevo fatto il possibile per non incontrarlo, ma, evidentemente qualcosa non funzionava.

«Non dovresti pensare a me, fa male a quel poco di cervello che ti è rimasto. Ora dammi il bicchiere.» risposi.

«Dico sul serio.» ribadì

«Anche io caro.»

«Gli do ragione questa volta. Stasera hai bevuto abbastanza.» lo appoggiò Alice, ovviamente.

Volevano per caso farmi la ramanzina? Mancava solo quel Marco e saremmo stati al completo. Che poi Zayn diceva tanto a me quando lui era il prima a fare cose che nuocevano alla sua salute. Beveva, fumava -e spesso non sigarette di tabacco-, non credo fosse messo meglio di me, anzi, forse peggio. Poteva pensare per se, sarebbe stato meglio.

«Okay, tienilo pure quel fottuto drink, tanto mi faceva schifo.» dissi pensandolo sul serio, ma volevo fargliela pagare comunque. Lui indossava una maglia bianca, e la cosa era molto interessante, la mia mente stava giù elaborando una ripicca.

«A cosa stai pensando?» mi chiese proprio lui, che nonostante tutto era come se fosse collegato al mio cervello. Riusciva sempre a leggere le mie espressioni, i miei occhi. Mi leggeva dentro. Ma quella volta, forse per la prima ed unica volta, lo presi contropiede e non riuscì a leggere fino in fondo.

«Oh nulla. Cioè... sai, magari io e te dopo...» mi avvicinai a lui con fare seducente, o almeno quella era la mia intenzione, speravo solo di non apparire goffa.

«Io e te? Davvero?» mi chiese con voce tremante, quasi avesse le palpitazioni.
Bene, non ero apparsa per niente goffa, il che era già un punto in mio vantaggio.

«Oh si tesoro.» in un veloce movimento riuscii ad urtargli il bicchiere addosso, «Ma nemmeno in un'altra vita.». Ed ecco che sulla sua maglia comparì una macchiata di un leggero blu, o azzurro qual si voglia definire. Lui si guardò attentamente l'indumento e lo vedi innervosirsi alla velocità della luca, ma trattenne la sua rabbia.

«Non la passerai liscia Vicky.» disse a denti stretti.

Non mi faceva paura, era solo infastidito perché magari una delle poco di buono con cui andava a letto lo avrebbe visto conciato in quel modo e non lo avrebbe nemmeno calcolato come lui sperava. Zayn, colui che era sempre perfetto quella sera non sarebbe stato così perfetto.

«Sì, sì, magari al lago te la saresti passata meglio.»

«Ha detto che senza te si an..-» iniziò Marco, ma l'amico lo bloccò subito. Ma non tanto subito visto che io capii perfettamente cosa volesse dire il ragazzo dai capelli ricci.

«Sta zitto coglione.» ringhiò Zayn.

«Oh ma tanto ho capito, senza me ti annoiavi eh!? Peccato che non posso dire lo stesso.»

«Non è vero! Gli ho detto che senza te io mi An... ehm an...»

Lo vidi in difficoltà, e quindi decisi di aiutarlo, nel modo sbagliato ovviamente:

«Ansimavi?»

«Sì, brava, io ansimavo senza di te... No, aspetta, ma che cazzo mi fai dire... non dovevo dire questo. Io...» iniziò ad agitarsi cercando una scusa che però non trovò, il tutto mentre noi ridevamo come pazzi beccandoci le sue occhiatacce omicide.

«Troppo tardi amico, ti ha stracciato.» disse Marco cercando di trattenere le risate.

Zayn non contento mi prese senza che io me ne rendessi conto, perché impegnata a ridere, e fece premere il suo petto contro il mio. Ed ecco che anche la mia maglia era macchiata, proprio come la sua. Adesso era lui che rideva di me.

«Che c'è, non ridi più?» Mi provocò. «Adesso siamo pari.»

Alzai lo sguardo dalla mia blusa macchiata e lo guardai malissimo.

-Brutto stronzo bastardo, io ti ammazzo!-

Voleva la guerra, e presto l'avrebbe avuta.

«Brutto stronzo...»

Mi lanciai verso di lui cercando di dargli qualche pugno sullo stomaco sperando di fargli male come qualche ora prima, ma ero leggermente brilla, e quindi o sbagliavo mira o glieli davo leggeri.
Lui stette al gioco per un po', ma dopo mi caricò sulle spalle, e mentre urlavo e ripetevo di lasciarmi andare, sotto lo sguardo delle poche persone che si accorsero di noi, lui mi portò in macchina e mi gettò nei sedili posteriori. Mi lasciò lì e chiuse la portiera. Mentre lui si mise alla guida io cercai invano di scappare, aveva già bloccato le vie d'uscita. Lo odiai ancora di più in quel momento, lo giuro.

«Ti odio.» dissi mentre lui mise in moto l'auto.

«No, non è vero.»

«Sì.»

«No.»

«Vaffanculo!» dissi, e lui stette zitto.
Mi aveva messo dietro e mi sentivo come se fossi in gabbia, avevo sempre odiato stare nei sedili posteriori.

Mi decisi e, mentre lui era intento a guidare verso non so dove, passai davanti come se fosse la cosa più semplice del mondo, e nel mentre gli assestai una gomitata in faccia e la macchina per un breve attimo sbandò senza alcun danno grazie alla sua prontezza. Lo sentii lamentarsi, quindi immagina di averlo preso in pieno, e appena mi sedetti notai che gli stesse sanguinando il naso.

Forse avrei dovuto scusarmi, anche perché stupidamente avrei anche potuto rischiare un incidente, ma visto che era lui non lo feci.

«Dove stiamo andando?» chiesi dopo un paio di minuti in silenzio.

«A casa.» rispose.

«Stai scherzando vero?»

«No.»

«Cioè... tu mi prendi durante la parte più bella della serata, nel momento in cui mi stavo divertendo, e che fai, mi porti a casa? No caro, tu stai male.» mi lamentai. E appena mi voltai verso il finestrino mi accorsi che eravamo già arrivati.

«Si, io sto male e tu sei ubriaca, quindi adesso ce ne andiamo a nanna io e te

«Io non dormo con te, scordatelo.»

«Infatti non ho mica detto questo? Tu stai nel tuo di letto e io nel mio. Però se magari cambi idea io sono a tua completa disposizione baby.» disse ammiccando.
Voleva prendermi in giro? Lo avevo sentito bene quel che aveva detto prima. Sarò stata pure ubriaca ma non ero mica sorda.

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